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domenica 5 luglio 2020

5 ragioni per cui un cattolico dovrebbe preferire la S. Comunione in bocca - V e ultima parte

V ed ultima parte: i tempi e la predominanza temporale dell'uso della Comunione in bocca rispetto a quello in bocca. Che comunque non era eseguita ed intesa come oggigiorno.  
Qui gli altri post sui 4 motivi precedenti. 
un sentito ringraziamento al nostro lettore per il prezioso e considerevole lavoro di traduzione dall'Inglese. 
Roberto 

5 RAGIONI 
PER CUI I CATTOLICI DOVREBBERO RICEVERE 
LA S. COMUNIONE SOLO SULLA LINGUA 
di John Henry Western su Lifesitenews, 24.06.2020
traduzione per MiL da parte di un nostro gentile lettore Jacopo Dellapasqua
5) La storia

I più antichi resoconti della S. Comunione sono ovviamente nella Sacra Scrittura, dove Nostro Signore diede Sé stesso agli Apostoli nella S. Comunione durante l’Ultima Cena. Alcuni suggeriscono che anche a loro in questa occasione potrebbe essere stata data la Comunione sulla lingua, soprattutto dal momento che leggiamo nel raccosto dell’Ultima Cena del Vangelo di Giovanni che Nostro Signore intinse un boccone di pane prima di darlo all’Apostolo Giuda. 

In ogni caso, anche se Gesù avesse dato la S. Comunione agli Apostoli sulle mani, costoro erano tutti vescovi, non laici. 

Sembra comunque che nella Chiesa primitiva ci fosse almeno in alcune regioni la pratica
della Comunione sulle mani. S. Cirillo di Gerusalemme, che è vissuto nel IV secolo, ha scritto: 

Andando quindi [alla Comunione] accostati non con le palme delle mani aperte, né con le dita disgiunte; ma tenendo la sinistra a guisa di trono sotto a quella che sta per accogliere il Re; e con la destra concava ricevi il corpo di Cristo, rispondendo Amen. Poi, santificando con cautela i tuoi occhi mettendoli a contatto con il corpo di Cristo, assumilo assicurandoti di non perderne nessuna parte. 

S. Cirillo aggiungeva naturalmente le raccomandazioni di non permettere la caduta delle particole, come ricordato nel punto precedente. 

Citiamo ancora il libretto Dominus Est del vescovo Schneider sulla storia della Comunione sulla lingua: 

Consapevole della grandezza del momento della sacra Comunione, la Chiesa nella sua bimillenaria tradizione ha cercato di trovare un'espressione rituale che potesse testimoniare nel modo più perfetto possibile la sua fede, il suo amore e il suo rispetto. Questo si è verificato, quando nella scia d'uno sviluppo organico, a partire almeno dal sesto secolo, la Chiesa cominciò ad adottare la modalità di distribuire le sacre specie eucaristiche direttamente in bocca. Così testimoniano: la biografia di Papa Gregorio Magno e un'indicazione dello stesso Gregorio relativa a Papa Agapito (Dialoghi, III). 

Il sinodo di Cordoba dell'anno 839 condannò la setta dei cosiddetti "casiani" a causa del loro rifiuto di ricevere la sacra Comunione direttamente in bocca. 

Poi il sinodo di Rouen nell'anno 878 ribadì la norma vigente della distribuzione del Corpo del Signore sulla lingua, minacciando i ministri sacri della sospensione dal loro ufficio, se avessero distribuito ai laici la sacra Comunione sulla mano. […] Nella Chiesa antica gli uomini prima di ricevere il pane consacrato dovevano lavarsi la palma della mano. Inoltre il fedele s'inclinava profondamente ricevendo il Corpo del Signore con la bocca direttamente dalla palma della mano destra e non dalla mano sinistra. La palma della mano serviva per così dire come patena o come corporale - specialmente per le donne. Così si legge in un sermone di Cesario di Arles (470-542): "Tutti gli uomini che desiderano comunicarsi, devono lavare le proprie mani. E tutte le donne devono portare un lino, sul quale ricevono il corpo di Cristo" (Sermo, 227, 5). 

Di solito la palma della mano veniva purificata ossia lavata dopo la ricezione del pane eucaristico come è finora norma nella Comunione del clero nel rito bizantino. 

Nei vecchi canoni della Chiesa caldea, persino al sacerdote celebrante era vietato di mettere il pane eucaristico nella propria bocca con le dita. Invece doveva prendere il corpo del Signore dalla palma della sua mano; come motivo era indicato che si trattava non di cibo comune, ma di cibo celeste: "Al sacerdote - si legge nel Canone di Ioannis Bar-Agbari - si ordina di ricevere la particella del pane consacrato direttamente dalla palma della sua mano. Non gli sia permesso di metterla con la mano nella bocca, ma deve prenderla con la bocca, poiché si tratta di un cibo celeste. 

Nel XVI secolo la Comunione fu introdotta per la prima volta dal riformatore protestante Martin Bucer specificamente al fine di porre termine alla fede nella transustanziazione. Bucer convinse Thomas Cranmer, l’arcivescovo eretico di Canterbury, a non dare la Comunione sulla lingua. Bucer pensava: Non ho dubbi che quest’uso di non mettere questo Sacramento sulle mani dei fedeli è stato introdotto per via di una duplice superstizione: in primo luogo, il falso onore che desideravano mostrare a questo Sacramento, e poi la diabolica arroganza dei sacerdoti rivendicanti una sacralità maggiore di quella del popolo di Cristo in forza dell’olio della consacrazione. 

La pratica tuttavia non prese assolutamente piede nella Chiesa cattolica dopo che essa era stata universalmente condannata prima dell’anno 1000. Il Catechismo di S. Pio X nel 1908, strutturato a domanda e risposta, propone una sola opzione di ricevere la S. Comunione. Esso dice: 642. Come bisogna presentarsi nell’atto di ricevere la santa Comunione? RISPOSTA: Nell’atto di ricevere la santa Comunione bisogna essere inginocchiati, tenere la testa mediocremente alzata, gli occhi modesti e rivolti alla sacra particola, la bocca sufficientemente aperta e la lingua un poco avanzata sulle labbra. 

In uno studio approfondito e altamente referenziato di Michael Davis leggiamo: 

La Comunione sulla mano fu reintrodotta nella Chiesa cattolica come atto di ribellione subito dopo il Concilio Vaticano II. Essa iniziò in Olanda come atto di defezione verso la legittima autorità. La pratica poi si diffuse in Germania, Belgio e Francia. Le conseguenze di questa ribellione divennero così gravi che il Papa consultò i vescovi del mondo e, dopo averne avuto i pareri, promulgò nel 1969 l’Istruzione Memoriale Domini (…). I principali punti contenutivi sono: 

1) I vescovi erano risolutamente contrari alla nuova pratica; 

2) Il modo tradizionale di distribuire la S. Comunione deve essere mantenuta; 

3) È un segno di riverenza che nulla toglie alla dignità di chi si comunica; 

4) La nuova pratica potrebbe condurre a irriverenze, a profanazioni, e a corruzioni della sana dottrina. 

Pertanto la Sede Apostolica esorta caldamente Vescovi, Sacerdoti e fedeli a osservare con amorosa fedeltà la disciplina in vigore [cioè Comunione in ginocchio e sulla lingua], ora ancora una volta confermata; tengano tutti presente il giudizio espresso dalla maggior parte dell’episcopato cattolico, la forma attualmente in uso nel rito liturgico, il bene comune della Chiesa. 

Nella Memoriale Domini, Papa Paolo VI ammonì i Cattolici, specialmente i vescovi, che: Questo modo di distribuire la Comunione [in ginocchio e sulla lingua], tenuta presente nel suo complesso la situazione attuale della Chiesa, si deve senz’altro conservare, non solo perché poggia su di una tradizione plurisecolare, ma specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia. Non ne è per nulla sminuita la dignità della persona dei comunicandi; tutto anzi rientra in quel doveroso clima di preparazione, necessario perché sia più fruttuosa la Comunione al Corpo del Signore. 

Davies dice, tuttavia, un disastroso errore di giudizio ha fatto poi seguito all'Istruzione. Si è convenuto che ovunque la pratica "si fosse già sviluppata in qualsiasi luogo" una maggioranza di due terzi della conferenza episcopale avrebbe potuto chiedere alla Santa Sede il permesso di legalizzare l'abuso. Molto chiaramente, la frase "si è già sviluppata" significava "a quella data", cioè al 28 maggio 1969. I Paesi in cui la pratica non si era sviluppata a quella data erano ovviamente esclusi dalla concessione - e tutti i Paesi di lingua inglese rientrano in questa categoria. 

Quando la Conferenza episcopale U. S. A. discusse la questione nel 1977, il vescovo Blanchette fece notare che la procedura approvata dal Vaticano prevedeva che si potesse chiedere il permesso alla Santa Sede se prevaleva l'uso contrario [Comunione sulla mano]. Egli fece notare che i Vescovi difficilmente potevano fare il secondo passo senza fare il primo. 

Il vescovo Blanchette fu intervistato sul National Catholic Register del 12 giugno 1977, ricordando: Ho detto: Ora discuteremo e probabilmente voteremo se vogliamo presentare una petizione alla Santa Sede, e non abbiamo stabilito che prevale un uso contrario [a quello della Comunione sulla lingua]. Ho detto che un modo semplice per farlo sarebbe quello di chiedere agli Ordinari di indicare se nelle loro diocesi prevale l'uso contrario. L'Ordinario dovrebbe saperlo, è il pastore della diocesi. Gli è stato chiesto di obbedire e ai suoi sacerdoti è stato chiesto di obbedire, quindi se qualcuno sa se prevale l'uso contrario, dovrebbe saperlo". E così ho chiesto che l'ordine del giorno fosse modificato in modo che il primo passo per scoprire se prevaleva l'uso contrario potesse essere verificato, e se fosse stato verificato allora si sarebbe potuto procedere con il resto dell'ordine del giorno. Ma se il primo passo non veniva verificato, come potevamo logicamente passare al secondo? Questa era la mia mozione. 

Sembra quindi ragionevole chiedersi: quanto è stato legale questo voto? Poi, naturalmente, sono state adottate altre misure straordinarie per far adottare l'innovazione. Ai vescovi in pensione è stato impedito di votare e, quando la maggioranza necessaria non era ancora stata raggiunta, i vescovi che non erano stati presenti sono stati intervistati fino a raggiungere il totale necessario. 

Così, come si può vedere, la Comunione in mano in tempi moderni è passata attraverso l'abuso, l'inganno e il tradimento da parte dei lupi nella gerarchia. 


CONCLUSIONE

È per queste ragioni che ritengo che i Cattolici non dovrebbero ricevere la S. Comunione sulle mani. Se dovessero trovarsi in una situazione viene loro rifiutata la S. Comunione a meno che non la ricevano sulle mani, io mi limiterei alla Comunione spirituale, e quindi contatterei la debita autorità per ottenere rimedio alla situazione. Porta al tuo parroco o al tuo vescovo la lettera che fu scritta dal Vaticano sulla questione durante la pandemia da influenza suina del 2009. Chiedi loro, se sentono di non poterlo fare durante la Messa, di darti la S. Comunione almeno dopo la Messa, il che è un compromesso praticato in diverse diocesi oggi. E se ancora non ti riconoscono il tuo diritto di ricevere la S. Comunione sulla lingua, rivolgiti al Vaticano, alla Congregazione del Culto divino con le prove che ti viene negata la S. Comunione sulla lingua e prega Dio che il rimedio giunga presto. 

Nel frattempo offri il sacrificio di essere privato della Ss.ma Eucarestia e continua ad assistere alla S. Messa offrendo la tua sofferenza in unione al Sacrificio di Cristo.

6 commenti:

  1. Meno male che è l'ultima parte.

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  2. sono un po' dubbioso sul canone caldeo che citate
    infatti in quella Chiesa al sacerdote era vietato prendere l'Eucarestia da sè (coerentemente con una pratica antica e sopravvissuta nella Messa Papale a San Pietro fino agli anni '60) ma doveva riceverla da un altro sacerdote, in quanto a nessuno era permesso prendere la Comunione da sè, in quanto era un dono che va ricevuto e non preso
    è possibile il canone sia estrapolato da un contesto di questo tipo

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    1. Sarà tutto vero ma... "sé" richiede l'accento acuto, non l'accento grave.

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  3. cavolo che erudizione. non pensavo che qui su cena in italiano si potessero trovare persone umane che conoscono tutti i riti cristiani. complimenti!

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  4. anche io sono dubbioso su ciò che ha scritto Gismy. ritengo più appropriato dire un cannone caldo . una sorta di grande joint che ti manda in paradiso

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