Rileggendo attentamente il protocollo del 7 maggio 2020, per mezzo del quale la C.E.I. ed il ministero dell'Interno hanno permesso nuovamente la celebrazione delle S. Messe col popolo, abbiamo notato alcune stranezze che certamente non possono essere imputate (almeno del tutto) al governo. Nel protocollo sono regolamentate le modalità di amministrazione di 5 Sacramenti su 7.
Al n. 3.10 viene esplicitamente detto che il Sacramento della S. Cresima è rinviato, senza indicare nessun orizzonte temporale per la celebrazione; del Sacramento dell'Ordine Sacro poi non è fatta, nel protocollo, alcuna menzione.
Seppure la S. Cresima, a causa della pessima catechesi che viene impartita ai cresimandi, è percepita come il Sacramento di "uscita" dalla Chiesa, è un'importantissima tappa della vita spirituale del cattolico: l'incontro con lo Spirito Santo, terza persona della SS Trinità, che effonde sul cresimando i suoi doni. (Vedasi qui il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla S. Cresima). Ci si chiede,ancora una volta, se le Autorità Ecclesiastiche non siano infestate da un nuovo arianesimo, e se di conseguenza ritengono facoltativi e/o obsoleti i Sacramenti.
Medesimo concetto può essere applicato al Sacramento dell'Ordine Sacro in quale non è nemmeno menzionato nel protocollo. Capiamo che, in molte Diocesi, anche senza il coronavirus, non sarebbe stato comunque amministrato, causa la non grandissima presenza di seminaristi, tuttavia, anche qui, non riusciamo a comprendere la negligenza della C.E.I. a cui questa sospensione sine die pare non dia alcun problema.
Luigi
Nessun commento:
Posta un commento