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domenica 26 aprile 2020

Andrea Parodi dei Tazenda: un percorso verso la fede attraverso la malattia

Continuiamo, ogni tanto, a parlare su MiL di musica profana.
Grazie all'amico Giovanni Formicola per questa segnalazione sulla conversione di Andrea Parodi, cantante dei Tazenda.
Vedere anche QUI un articolo di Tempi su di lui.
E guardiamo i due bei video sull'Ave Maria e su Grazie alla vita del cantante.
Che ci aspetti in paradiso e preghi e canti all'Altissimo!
Luigi


Se dico Andrea Parodi, probabilmente dico qualcosa a pochi. Se dico Tazenda - gruppo musicale sardo di cui fu fondatore e voce solista -, probabilmente dico qualcosa a qualcuno in più. Comunque, si tratta d'un cantante sardo, dalla voce magnifica, ucciso da un tumore devastante, che lo portò via nel giro di meno d'un anno, mentr'era padre di due bambine, la più piccola delle quali era stata concepita da soli tre mesi quando gli fu diagnosticata la malattia inoperabile, e l'altra aveva poco più di un anno e mezzo.Tre settimane prima di morire - avendo già l'aspetto del malato terminale, ma in cuore una fede e una forza morale profonde - tenne a Cagliari un ultimo concerto [vedere secondo video sotto].


Di lui avrebbe detto la giovane moglie, Valentina Casalena, intervistata dal giornale della diocesi di Cagliari, ripresa da Tempi del 22 febbraio 2011,

"Lei parla di Reunion come di “un altro regalo in un disegno da accettare per intero”.
Sì, nel corso degli anni Andrea è diventato sempre più religioso, aveva una religiosità chiara ben definita dentro di sé. Penso ai segni che ho visto negli ultimi due anni: la nascita delle nostre due figlie, la riunione con i Tazenda, il riavvicinamento di tante persone, tanti sogni realizzati prima che la malattia bussasse alla porta. Non l’ho mai sentito lamentarsi contro Dio: ripeteva che anche la malattia era un dono come le altre cose che aveva ricevuto, e diceva che, se era arrivata, sarebbe stato in grado di affrontarla. Trovo molto religioso questo modo di affrontare le cose, e ho cercato di condividerlo: sei nelle mani di Dio. Mi son trovata a ringraziare anche io per tutto quello che avevo avuto, pur in mezzo ad una sofferenza grandissima".

Vi propongo una sua Ave Maria in sardo, e chiedo a ognuno, con Dante, “se non piangi, di che pianger suoli?”(Inferno, XXXIII, 42) [vedere primo video sotto]

6 commenti:

  1. Temo però che la signora non sia tanto religiosa, dato che nei social si presenta come attivista progay, ammiratrice dei vari Pierangelo Bertoli, De Andrè eccetera... Questa scissione tra sentimenti privati e vita pubblica dove bisogna per forza essere di una certa corrente è uno dei drammi della contemporaneità, anche se non è avvertita come tale da molti.

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    1. Perfettamente d'accordo. Non è da ora che la nuova schiera di "santi" viene formata attingendo fra i cantanti (vedi Lucio Dalla) presentati come esempio di spiritualità. Mah!

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    2. Anonimo,il suo commento è vergognoso.
      Lei xchè nn ama i gay nn ama De Andrè e Bertoli, pensa di amare di più il suo Dio? Si vergogni, abbia rispetto del pensiero di Dio...

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    3. Dio ama tutti spero ami meno quelli che hanno idee distorte come quelli che parlano male delle mogli devote e dei grandi della musica

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  2. Dio ama tutti i suoi figli e non fa' distinzione di alcun tipo, né genere

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