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venerdì 13 marzo 2020

ROMA - Le hanno riaperte!!! Il Cardinal Vicario fa marcia indietro e riapre le chiese della diocesi di Roma



Forse a seguito del accorato paterno monito del papa di stamani? 
Qui il decreto di ieri, in parte oggi modificato.  Dal sito della Diocesi di Roma, senza commenti:





Decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis del 13 marzo 2020


ANGELO

del titolo di San Marco 

di Santa Romana Chiesa cardinale Di Donatis

VICARIO GENERALE di sua Santità 

per la diocesi di Roma

In relazione al Decreto Prot. n. 468/20, da me emanato ieri, 12 marzo 2020, si rende opportuno precisare e – nella misura del necessario modificare – quanto esposto nel n. 1 della parte dispositiva del medesimo.
La Chiesa di Roma, in piena comunione con il suo Vescovo, Supremo Pastore della Chiesa Universale, è consapevole del significato simbolico della decisione presa col predetto Decreto. L’infezione da Coronavirus si sta diffondendo in maniera esponenziale: in pochissimi giorni il numero dei contagiati è raddoppiato, e di questo passo non è difficile prevedere che in pochissimo tempo raggiunga l’ordine delle decine di migliaia di persone solo in Italia. È
evidente il rischio di collasso delle strutture sanitarie, già ventilato da molti, soprattutto per la sproporzione tra le risorse di terapia intensiva disponibili e il crescente numero di malati. Potrebbe essere coinvolto un numero ancor più elevato di persone, soprattutto anziani e soggetti vulnerabili. Possiamo arginare questa tragica eventualità solo applicando misure per frenare il contagio e permettendo al SSN di riorganizzarsi. Gli italiani crescono nella consapevolezza che dietro l’invito di non uscire di casa c’è un’esigenza improcrastinabile di tutelare il bene comune.
Tuttavia, ogni provvedimento cautelare ecclesiale deve tener conto non soltanto del bene comune della società civile, ma anche di quel bene unico e prezioso che è la fede, soprattutto quella dei più piccoli.
Il Decreto Prot. N. 468/20 viene pertanto modificato, ponendo in capo ai sacerdoti e a tutti i fedeli la responsabilità ultima dell’ingresso nei luoghi di culto, in modo tale da non esporre ad alcun pericolo di contagio la popolazione e nel contempo evitare il segno dell’interdizione fisica dell’accesso al luogo di culto attraverso la chiusura del medesimo, la quale potrebbe creare disorientamento e maggior senso di insicurezza.
In particolare 
SI DISPONE 
Che il n. 1 del Decreto prot. 468/20 del 12 marzo u.s. venga così modificato:
1. Si esortano i fedeli, fino a venerdì 3 aprile p. v. ad attenersi con matura coscienza e con senso di responsabilità alle direttive dei Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri di questi ultimi giorni, in particolare quelle del c.d. Decreto “#Io resto a casa#”. In conseguenza di questo sopra esposto, i fedeli sono dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.). Rimangono chiuse all’accesso del pubblico le chiese non parrocchiali e più in generale gli edifici di culto di qualunque genere (cf. can. 1214 ss. C.I.C.); restano invece aperte le chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate. Restano altresì accessibili gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc. cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.
La comunione ecclesiale che ci lega continuerà a sostenerci nel nostro sforzo quotidiano di reagire all’emergenza con rapidità, efficacia e autentico spirito di fede.
Vi benedico. Madonna del Divino Amore prega per noi! 

Dato in Roma, alla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 13 marzo A.D. 2020 

13 marzo 2020

2 commenti:

  1. Non ci crede nessuno che il Papa non sapeva della decisione di chiudere le chiese!

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  2. Sottile la precisazione del card. Vicario che riconosce " il significato simbolico" del proclama bergogliano mentre ricorda il dilagare del contagio e la necessitè caritatevole di evitarlo. Ricordiamoci del forte aumento del contagio dopo la processione milanese descritta da Manzoni. L' ingresso nelle chiese si scontrerebbe poi con i decreti governativi sugli assembramenti e con la complicata autocertificazione a circolare. Certo, lo sbarramento delle chiese che, tra l'altro, darebbe la sensazione di un interdetto, va evitato come deve essere evitato l'affollamento che avviene come nelle funzioni liturgiche. Poichè è necessario per la fede e la preghiera sentirsi nello spazio sacro si potrebero tenere aperti i portoni delle chiese ma con ingresso sbarrato, per vedere l'interno le immagini e soprattutto il SS. Sacramento esposto per l'occasione sull'altare. Un minuto di sosta in preghiera anche se all'esterno, sarebbe di grande consolazione per i fedeli ed eviterebbe la terribile sensazione che la fede necessaria in queste drammatiche situazioni, sia emarginata e la chiesa trattata alla pari di una palestra. Oltre alla gioia dei nemici di Cristo che vedrebbero i segni riconosciuti dell'inutilità superstiziosa della fede. ( E.F.)

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