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sabato 7 marzo 2020

Aldo Maria Valli: "Sulla mano o sulla bocca? Il coronavirus e il modo di ricevere l’Eucaristia"


Combattiamo perché, con la scusa del coronavirus, non si propaghi il nefasto uso della S. Comunione sulla mano.
Facciamo resistenza.
Luigi

5-3-20
Alcuni sacerdoti cattolici, un vescovo e un gruppo di laici stanno sfidando l’idea secondo la quale vietare la Santa Comunione sulla lingua a favore della Comunione sulla mano diminuirebbe il rischio di diffondere il coronavirus.
Sia i sacerdoti sia il vescovo – scrivono Paul Smeaton e Pete Baklinski su LifeSiteNew – hanno sottolineato che ricevere la comunione sulla mano comporta il rischio non solo di perdere preziosi frammenti dell’ostia consacrata, ma anche di aumentare la diffusione di germi e malattie.

Queste prese di posizione arrivano proprio mente in tutto il mondo le autorità della Chiesa stanno chiedendo di ricevere la Comunione sulla mano, nell’ambito delle misure per contrastare il coronavirus.

La Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles ha pubblicato una guida per le parrocchie nella quale si spiega che nella situazione attuale, con pochi casi di coronavirus nel Regno Unito, “chiunque abbia sintomi di raffreddore o influenza” dovrebbe essere invitato a ricevere l’ostia solo sulla mano, e “dovremmo farlo comunque, a ogni stagione influenzale”. I vescovi dicono inoltre che se la situazione si aggraverà le parrocchie dovranno essere invitate a sospendere la distribuzione del Preziosissimo Sangue dal calice e l’ostia dovrà sempre essere presa sulla mano.

Alcune diocesi francesi hanno già vietato la Comunione sulla lingua. Stessa linea a Gerusalemme, Singapore e Filippine, così come in alcune diocesi statunitensi. Ad Abu Dhabi monsignor Paul Hinder, vicario apostolico per l’Arabia meridionale (circoscrizione ecclesiastica che comprende Yemen, Oman ed Emirati Arabi Uniti) ha emanato norme che non prevedono la sospensione delle Messe ma vietano la Comunione sulla bocca.

Il vescovo Athanasius Schneider, ausiliare di Astana nel Kazakistan, sostiene però che “la Comunione in bocca è certamente meno pericolosa e più igienica rispetto a quella sulla mano”. Infatti, “da un punto di vista igienico, la mano trasporta un’enorme quantità di germi. Molti agenti patogeni vengono trasmessi attraverso le mani. Stringendo le mani di altre persone o toccando frequentemente oggetti, come maniglie delle porte o corrimano e maniglioni sui mezzi pubblici, i germi possono passare rapidamente da una mano all’altra; e con queste mani e dita non pulite le persone toccano spesso il naso e la bocca. E i germi possono sopravvivere per giorni sulla superficie degli oggetti toccati”.

Secondo Schneider, qualsiasi divieto di comunione sulla bocca è “infondato”, ed è come se le autorità della Chiesa stessero usando il coronavirus come “pretesto” per rendere più banale il modo di ricevere la Comunione. Sembra, dice il vescovo, che alcuni rappresentanti cattolici mostrino una sorta di “cinica gioia” nel diffondere sempre di più “il processo di banalizzazione e de-sacralizzazione del Santissimo e Divino Corpo di Cristo nel sacramento eucaristico, esponendo il Corpo del Signore a veri pericoli di irriverenza (perdita di frammenti) e sacrilegio (furto di ostie consacrate)”.

Nessuno, afferma Schneider, può “forzare” un cattolico a ricevere il Corpo di Cristo in un modo che “comporta il rischio di perdita dei frammenti e una diminuzione della riverenza”, come succede nel caso della Comunione sulla mano. Piuttosto che ricevere la Comunione in un modo inadeguato, meglio fare una Comunione spirituale, “che riempia l’anima di grazie speciali”. D’altra parte, “quando, in tempi di persecuzione, molti cattolici non sono stati in grado di ricevere la Santa Comunione in modo sacramentale per lunghi periodi di tempo, si sono affidati alla Comunione spirituale con grande beneficio spirituale”.

Il sacerdote statunitense John Zuhlsdorf spiega nel suo famoso blog che in base alla sua esperienza di “quasi tre decenni di distribuzione della Comunione in entrambi i modi”, non crede che la Comunione sulla mano sia più sicura, dal punto di vista igienico, della Comunione sulla lingua.

“Quando distribuisco la Comunione direttamente sulla lingua – dice padre Zuhlsdorf – raramente ho un contatto con la lingua. Quando invece si distribuisce sulla mano, c’è abbastanza spesso un contatto con le dita o i palmi delle mani della persona che si comunica”. Per questo padre Zuhlsdorf pensa che “una corretta Comunione sulla lingua sia più sicura”. Inoltre, un vescovo “non può chiedere di dare la Comunione sulla mano durante una Messa in rito antico”, perché “la legislazione stabilita da Summorum Pontificum per la Chiesa latina ha valore universale e i vescovi non possono ignorarla”.

Altri sacerdoti, come Ryan Hilderbrand e Ray Blake, hanno scritto su Twitter che quando distribuiscono la Comunione sulla lingua, soprattutto se il fedele sta in ginocchio, non entrano mai in contatto con il fedele, mentre lo fanno spesso quando la Comunione è ricevuta sulla mano.

La Latin Mass Society con sede nel Regno Unito, associazione di fedeli cattolici che promuove la liturgia tradizionale nella Chiesa cattolica di rito latino, ha diffuso una dichiarazione in cui si spiega che in “celebrazioni della forma straordinaria e altri riti e usi tradizionali della Chiesa latina… la Santa Comunione non può essere distribuita nella mano, secondo la legge liturgica universale”.

La LMS osserva che le linee guida dei vescovi di ​​Inghilterra e Galles “non hanno la forma di un decreto con la forza del diritto canonico”.

La dichiarazione dell’LMS afferma che se la diffusione del Covid-19 dovesse richiedere la sospensione della distribuzione della Santa Comunione sulla lingua, i fedeli cattolici dovrebbero fare la Comunione spirituale.

Il vescovo Schneider sostiene che qualsiasi divieto di comunione sulla lingua “costituisce un abuso di autorità”.

A.M.V.

Fonte: LifeSiteNews

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