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venerdì 8 novembre 2019

Quando il latino era (e in fondo è ancora) l’inglese del mondo


Una bella lettera al Corriere della Sera sulla lingua latina.
Luigi

LETTERA 
LUNEDÌ 28 OTTOBRE 2019
Bsev atque Italians, la lingua più parlata del mondo, dopo il cinese, è il latino; non quello di Cesare, Cicerone e Virgilio, ma la sua evoluzione nelle lingue neolatine. Spagnoli, portoghesi, francesi, italiani, romeni, ladini e romanci: sono 950 milioni, gli utenti del "Latine loqui", trasformato nei tempi e luoghi. Anche in inglese, più della metà del lessico deriva dal latino o dal francese. Il latino ha dimostrato una straordinaria forza di penetrazione anche in ambiti linguistici slavi e germanici. Parole di origine greca, come Filosofia, o etrusca, come Persona, si sono diffuse attraverso il latino. Persino i sultani turchi mantennero, fino al 1922, il titolo di Kayser- i- Rum, “Cesare di Roma”; come il Kaiser germanico ed austriaco, lo Czar in Russia. Ci sono termini legali derivati dal latino, anche tra gli anglosassoni, come 'Stare decisis', 'subpoena', 'affidavit', 'persona non grata', 'habeas corpus.' "Fluctuat nec mergitur", è il motto della metropoli di Parigi. Mattia Butturini, tre secoli fa, scrisse una poesia bivalente, leggibile in italiano e latino, in lode di Venezia. Non è però vero che solo il latino tenga allenata la mente, la stessa cosa si può realizzare con la Settimana Enigmistica. Il latino non è solo Roma e Cicerone; fu la lingua dei letterati, dei filosofi, degli scienziati di tutto il mondo, come Galileo e Cartesio, sino a pochi secoli or sono. Era l'inglese di quei tempi. Fino al '700, in molte Università, gli allievi erano interrogati secondo il metodo della 'quaestio et disputatio', in latino. Quindi, studenti di questa lingua mai morta, se vi dicono che non serve, che è meglio non studiarla, che è tempo sprecato, chi ve lo dice è gente della classe dirigente, che lo sa, ed è solo gelosa e classista. Sono, casomai, le modalità di insegnamento del latino ad essere errate, tutte incentrate su ossessioni grammaticali e sintattiche. "Rosa, rosae"... "Fero, fers, tuli, latum, ferre", Ablativo assoluto...
Franco Bifani