"Si tratta di cambiare gli atteggiamenti storici. Una scena della Chanson de Roland mi appare come un simbolo, quando i cristiani sconfiggono i musulmani e li mettono tutti in fila davanti al fonte battesimale, e uno con una spada. E i musulmani dovevano scegliere tra il battesimo o la spada. Questo è quello che abbiamo fatto noi cristiani. Era una mentalità che oggi non possiamo più accettare, comprendere e che non può funzionare. Stiamo attenti invece ai gruppi integralisti, ognuno ha il suo. Anche in Argentina c'è qualche angolo integralista. E affrontiamo la fratellanza, andiamo avanti. L'integralismo è una peste e tutte le religioni hanno qualche gruppo [lett. un primo cugino] integrista".
Questo è quanto detto ieri dal S. Padre Francesco all' Udienza ai partecipanti all’Incontro promosso dall’“Instituto para el Dialogo Interreligioso de la Argentina” (IDI) (QUI il testo in spagnolo - bizzarramente non tradotto in italiano - e QUI il riassunto fatto da Imola oggi).
A questo fa il paio con la notizia data da Vatican Insider che ad Abu Dhabi sorgerà una Casa per il dialogo interreligioso (QUI la notizia e QUI un commento molto duro apparso nel blog di Aldo Maria Valli), con la costruzione, in un unico complesso, di una chiesa, una moschea, una sinagoga e un Centro Studi e Ricerca sulla fratellanza umana. Sembra di essere ne Il Padrone del Mondo di Robert Benson.
Sommessamente ci chiediamo quando, dopo la Chanson de Roland e le grandi epopee dell'eroismo cristiano, il Papa ci proibirà di leggere la Divina Commedia perchè l'opera mette Maometto all'inferno e fa la stessa cosa con i sodomiti.
E continuerà con gli insulti quasi giornalieri contro la storia e la civiltà cristiana.
Quanto poi ai fondamentalisti\integristi cattolici vediamo quanti morti fanno..... a differenza di quelli musulmani.
Mala tempora currunt.
Luigi
Aggiornamento del 20 novenbre: l'amico Giovanni ci segnala che Francesco aveva già detto la stessa pazzesca cosa il 21 giugno scorso a Napoli (QUI): "Vorrei fare un esempio di come l’interdisciplinarità che interpreta la storia può essere un approfondimento del kerygma e, se animata dalla misericordia, può essere aperta alla trans-disciplinarità. Mi riferisco in particolare a tutti gli atteggiamenti aggressivi e guerreschi che hanno segnato il modo di abitare lo spazio mediterraneo di popoli che si dicevano cristiani. Qui vanno annoverati sia gli atteggiamenti e le prassi coloniali che tanto hanno plasmato l’immaginario e le politiche di tali popoli, sia le giustificazioni di ogni genere di guerre, sia tutte le persecuzioni compiute in nome di una religione o di una pretesa purezza razziale o dottrinale. Queste persecuzioni anche noi le abbiamo fatte. Ricordo, nella Chanson de Roland, dopo aver vinto la battaglia, i musulmani erano messi in fila, tutti, davanti alla vasca del battesimo, alla pila battesimale. C’era uno con la spada, lì. E li facevano scegliere: o ti battezzi o ciao! Te ne vai dall’altra parte. O il battesimo o la morte. Noi abbiamo fatto questo. Rispetto a questa complessa e dolorosa storia, il metodo del dialogo e dell’ascolto, guidato dal criterio evangelico della misericordia, può arricchire molto la conoscenza e la rilettura interdisciplinare, facendo emergere anche, per contrasto, le profezie di pace che lo Spirito non ha mai mancato di suscitare."
Aggiornamento del 20 novenbre: l'amico Giovanni ci segnala che Francesco aveva già detto la stessa pazzesca cosa il 21 giugno scorso a Napoli (QUI): "Vorrei fare un esempio di come l’interdisciplinarità che interpreta la storia può essere un approfondimento del kerygma e, se animata dalla misericordia, può essere aperta alla trans-disciplinarità. Mi riferisco in particolare a tutti gli atteggiamenti aggressivi e guerreschi che hanno segnato il modo di abitare lo spazio mediterraneo di popoli che si dicevano cristiani. Qui vanno annoverati sia gli atteggiamenti e le prassi coloniali che tanto hanno plasmato l’immaginario e le politiche di tali popoli, sia le giustificazioni di ogni genere di guerre, sia tutte le persecuzioni compiute in nome di una religione o di una pretesa purezza razziale o dottrinale. Queste persecuzioni anche noi le abbiamo fatte. Ricordo, nella Chanson de Roland, dopo aver vinto la battaglia, i musulmani erano messi in fila, tutti, davanti alla vasca del battesimo, alla pila battesimale. C’era uno con la spada, lì. E li facevano scegliere: o ti battezzi o ciao! Te ne vai dall’altra parte. O il battesimo o la morte. Noi abbiamo fatto questo. Rispetto a questa complessa e dolorosa storia, il metodo del dialogo e dell’ascolto, guidato dal criterio evangelico della misericordia, può arricchire molto la conoscenza e la rilettura interdisciplinare, facendo emergere anche, per contrasto, le profezie di pace che lo Spirito non ha mai mancato di suscitare."