Non era poi così difficile prevedere che il lupo cattivo del secolarismo, dell'indifferentismo religioso e dell'abbandono della pratica religiosa e dei sacramenti avrebbe spazzato via con un sol soffio la capanna di paglia costruita con quel tipo di liturgia "alla moda" de-sacralizzata e rinsecchita.
Da decenni c'è chi grida: "al lupo, al lupo: la liturgia "al limite del sopportabile" non attira più i fedeli verso Dio tanto che le chiese e i seminari si stanno svuotando inesorabilmente!
Se noi laici impegnati nel volontariato liturgico "tradizionale" dicessimo o scrivessimo il contrario potremmo ricevere onori, cavalierati o incarichi prestigiosi ma avendo a cuore unicamente la nostra Madre Chiesa e le nuove generazioni dei fedeli continueremo, fin quando il Signore ce lo permetterà, a gridare "quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, - a danno di - persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa"!
Dai frutti si riconosce l’albero (Matteo 7:16-20).
Dai frutti si riconoscono i falsi profeti.
AC
La messa è finita, ternani in “fuga” dalle chiese: spariti migliaia di fedeli
In Umbria oltre 200mila persone non frequentano mai un luogo di culto e sono molte di più di chi invece partecipa alle celebrazioni religiose.
La situazione nella regione e nel resto d’Italia
La messa è finita, ternani in “fuga” dalle chiese: spariti migliaia di fedeli
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Nel 2018, per la prima volta da sempre, in Italia il numero delle persone oltre i 6 anni che
frequentano a scopi religiosi un luogo di culto almeno una volta a settimana viene superato da coloro che invece non lo frequentano mai.
È il segno eloquente di un potente processo di secolarizzazione avvenuto negli ultimi decenni e che, come evidenziano i dati elaborati nel rapporto curato da Mediacom043 – diretta da Giuseppe Castellini - è proceduto inesorabile dal 2001 al 2018.
È il segno eloquente di un potente processo di secolarizzazione avvenuto negli ultimi decenni e che, come evidenziano i dati elaborati nel rapporto curato da Mediacom043 – diretta da Giuseppe Castellini - è proceduto inesorabile dal 2001 al 2018.
Nel 2001 in Italia frequentava un luogo di culto il 36,4% della popolazione sopra i 6 anni d’età, a fronte del 15,9% che non lo frequentava mai.
La forbice a favore di coloro che frequentavano almeno una volta a settimana un luogo di culto era quindi di 20,5 punti percentuali.
Forbice che nel periodo considerato si stringe costantemente negli anni e nel 2018 avviene la svolta: i frequentanti (almeno una volta a settimana) sono scesi al 24,9% (dal 36,4% del 2001, con un calo di 11,5 punti percentuali), mentre gli italiani che non frequentano mai un luogo di culto sono saliti al 25,6% (dal 15,9% del 2001, quindi con un aumento di 9,7 punti percentuali) della popolazione.
In altre parole, i secondi hanno superato i primi.
In altre parole, i secondi hanno superato i primi.
In valori assoluti, in Italia nel 2001 i frequentanti almeno una volta a settimana erano 19,475 milioni, scesi via via a 14,264 milioni nel 2018, con una perdita di 5,211 milioni di persone, mentre coloro che NON frequentano MAI è salito nello stesso periodo da 8,508 a 14,67 milioni (+6,162 milioni di persone).
La svolta, ossia il superamenti del numero di coloro che non frequentano mai un luogo di culto rispetto al numero di coloro che lo frequentano almeno una volta a settimana, è avvenuta in Umbria nel 2016, due anni prima del dato italiano.
E l’indifferentismo religioso nella regione ha continuano ad allargarsi velocemente: nel 2018 gli umbri che almeno una volta a settimana frequentavano un luogo di culto erano il 21,1% (si tratta di 177mila persone) della popolazione oltre i sei anni d’età, i mai frequentanti il 26% (218mila persone).
In altre parole, i mai frequentanti superano di 41mila unità i frequentanti.
In entrambi i casi, sia sul calo dei frequentanti che del boom di non frequentanti, i dati umbri sono superiori alla media nazionale.
Guardando all’arco considerato dal Rapporto Mediacom043, tra il 2001 e il 2018 la percentuale sul totale della popolazione di coloro che frequentano almeno una volta a settimana è scesa in Umbria dal 29,7% al 21,1% (-8,6 punti percentuali), mentre coloro che non frequentano mai sono passati dal 15,6% al 26% (+10,4 punti percentuali).
In altre parole, il saldo tra frequentanti e mai frequentanti è passato in Umbria, tra 2001 e 2018, da +14,1 a -4,9 punti percentuali.
Il risultato è che, nel 2018, l’Umbria è, tra le 20 regioni italiane, la quattordicesima per partecipazione religiosa e la decima per percentuale di popolazione che non frequenta mai luoghi di culto.
Per quanto concerne l’avanzare della secolarizzazione nelle altre regioni italiane, il calo più forte dei frequentanti lo mostra il
Piemonte (-42,2%), quindi
Molise (-42%),
Veneto (-39,1%),
la Provincia di Trento (-35,5%) e
la Valle d’Aosta (-33.3%).
Le flessioni meno forti avvengono invece in
Lazio (-3,3%),
Emilia Romagna (-13,3%) e
Calabria (-18,2%).
Sul fronte dell’aumento di coloro che NON frequentano mai
la prima regione è la Valle d’Aosta (+127,8%),
seguita da
Abruzzo (+157,7%),
Sicilia (+107,5%) e
Molise (+107,4%).
Fonte: Ternitoday QUI
"La messa è finita, andate in pace": inutile e squallida formula dell'ordo protestantico montiniano. Altra cosa l'ITE MISSA EST della Messa di sempre e che significa ben altro che una "conclusione".
RispondiEliminaChe altro ci si poteva aspettare dalla "primavera del Concilio"?
RispondiElimina"persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa!"
RispondiEliminaMa manco pe'gnnente. Se una cosa ti sta radicalmente a cuore, se vi sei "totalmente radicato" e te la portano via: REAGISCI. Reagisci e colpisci forte.
Invece hanno tutti seguito i pifferai magici. Anche quelli che li hanno seguiti "da destra". Ma li hanno seguiti.
Chi reagì? Chi gridò "non possumus, non debemus, non volumus"? In Francia, sì, si organizzarono i fedeli (benemerite e nutrite minoranze) contro la perversione della Fede. In Italia? A disonore del nostro popolo, un pugno di mosche.
L'albero dai cattivi frutti non è sempre solo "il clero progressista apostata e pervertitore".. l'albero sono state ANCHE generazioni di fedeli che pur educate nella Fede e con La Messa, hanno impiegato 5 minuti a buttar tutto alle ortiche. Alla faccia del "totalmente radicati".
Controprova? Vada un Vescovo "ortodosso" a cambiar uno iota alla Divina Liturgia: lo linciano. I fedeli lo linciano. E giustamente, proprio perché sono fedeli; fedeli alla Santa Fede trasmessa dagli Apostoli, NON al "prete".
Francamente, anche certi post che magnificano un varietà modernista accompagnato da pezzo d'organo e un coro di seminaristi (attenzione: non erano in cotta! ahi ahi ahi..quello sì che è una peccato)!
Di cosa si lamentavano in fondo i cattolici inglesi del XVI secolo, con la grande musica sacra di Tallis e Byrd?! Che stupidi i contadini, che insensibile Giovanni Fisher, avrebbe potuto metter le belle cotte col bavero alto e le pellegrine lunghe paonazze, tutto gaio gaio mentre le corali cantavano gli inni con le candele!!!
E pensare che Mons. Lefebvre disse: "La Tradizione non è questione di latino e talari".. ce n'est pas gagné.
Interessante intervento quello di Tradimpertinente: fonte di riflessione! Ingenerosa la critica gratuita nella seconda parte "anche certi post che magnificano un varietà modernista accompagnato da pezzo d'organo e un coro di seminaristi (attenzione: non erano in cotta! ahi ahi ahi..quello sì che è una peccato)!"
EliminaCondivisibile infine la frase di Mons. Lefebvre (che non abbiamo mai letto) : "La Tradizione non è questione di latino e talari".
Un bello intervento da tenere comunque in debita considerazione. Grazie.
Condivido in toto quanto scrive tradimpertinente. Bravo
EliminaLa primavera conciliare.
RispondiEliminaCrudo il linguaggio dei numeri visto che la matematica non è certo un'opinione. Il declino della fede nei tempi attuali dipende da varie cause, ma molte dipendono direttamente da una gerarchia inadempiente che non si è mai preoccupata di esaminare a fondo le cause dello svuotamento delle chiese e dei seminari e tentare di rimediarvi, operazione che richiede testimonianza e opera di evangelizzazione, sostituita da proclami socio-politici, miscredenza e relativismo, Messe avanspettacolo, catechismo non credibile contrario a quello ufficiale, perdita di prestigio sociale e culturale,insulti a coloro che la richiamano ai propri doveri. Da quanto sta accadendo, atteggiamento anticattolico o colpevole silenzio 'adeguato' non è meraviglia che i fedeli si allontanino da una Chiesa che predica il contrario o in modo del tutto annacquato e/o equivoco, fin dal catechismo ai ragazzi in parrocchia, una dottrina e una morale che il popolo sa bene non essere quella cattolica. Quando si insegna che, poiché Cristo si è fatto ammazzare per giustificarci per l'eternità, i ragazzi, che non sono scemi come i loro catechisti, si chiedono a che serve andare in chiesa e accostarsi ai sacramenti.
RispondiEliminaL'ondata, anzi lo tsunami di follia che sta disintegrando la Chiesa (e il mondo) non ha precedenti. Lo scisma di fatto suggellato dal sinodo amazzonico continua a restare nell'ombra. La Cattolicità è stata estromessa dalla sua Santa Sede e la reazione si rivela in tutta la sua ambiguità, cerchiobottismo e fiacchezza. Parole a fiumi vengono spese inutilmente per denunciare, denunciare e ancora denunciare ma tutto cade in un baratro di silenzio, e così, dal vertice alla base, i novatori modernisti massoni cattocomunisti ecumenisti idolatri e sodomiti fanno il bello e il cattivo tempo. E' lo schifo dello schifo.
RispondiEliminaLe chiese sono, allo stato attuale delle cose, più che altro succursali del PD e della Massoneria, quindi c'è da rallegrarsi che siano sempre più disertate. Speriamo che, a chi le diserta, lo Spirito Santo mandi la buona ispirazione di cercare e di trovare le chiese dove si insegna la Dottrina Cattolica di sempre, espressa a meraviglia nelle Messa di sempre. Gesù ci cerca. Se noi lo cerchiamo, l'incontro si farà. Però bisogna acchiappare il treno giusto. Emitte Spiritum tuum et creabuntur. Et renovabis faciem terrae.
RispondiEliminaScusate amici, qualcuno saprebbe dirmi chi era il vescovo di don Bergoglio, in Argentina, che dette parere negativo alla sua consacrazione episcopale? e quali motivazioni addusse a sostegno di tale parere?
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