Per il solito ragionamento che i matti non sono solo in manicomio, due articoli sulla grottesca vicenda descritta nel titolo.
Luigi
La suora respinta e la laicità alla francese
Aldo Maria Valli, 24-11-19
In Francia un’anziana suora, che aveva fatto domanda per essere ospitata in una casa di riposo, si è vista respinta dai dirigenti dell’istituto a causa del suo abito religioso e dell’”ostentazione” di segni religiosi.
La vicenda è avvenuta a Vesoul, nel dipartimento dell’Alta Saona, e ha spinto il sindaco della cittadina a scusarsi pubblicamente con la suora e a offrirle aiuto per trovare un alloggio popolare.
Secondo i responsabili della casa di riposo le leggi vietano agli ospiti di indossare abiti religiosi in una struttura finanziata da fondi pubblici. Di qui le scuse del sindaco, Alain Chrétien, secondo il quale si è trattato di un “deplorevole errore di valutazione”, un “grosso errore” commesso dai responsabili della casa di riposo, condizionati, come spesso succede nel caso di impiegati statali, da una interpretazione in senso restrittivo della legge sulla laicità.
La suora, della quale non è stato reso noto il nome, ha più di settant’anni e tempo fa decise, proprio perché anziana e bisognosa di assistenza, di lasciare il suo convento nel sud-ovest della Francia e di chiedere di essere accolta nella casa di riposo statale di Vesoul, a nord-est di Digione. Fece domanda per un appartamento indipendente, con zona pranzo in comune con altri ospiti, e l’istituto accettò, a patto però, precisarono i responsabili, che la religiosa, in base alla legge del 1905 sulla laicità, non indossasse il suo abito e il velo.
La suora, che ha rifiutato di risiedere nella casa a quelle condizioni, è stata poi aiutata dalla parrocchia locale a trovare un appartamento in affitto.
In una lettera alla religiosa la casa di riposo ha dichiarato: “All’interno delle nostre case, i residenti possono avere preferenze e credenze, e queste sono rispettate, ma, al fine di garantire la tranquillità di tutti, nessun segno di appartenenza a una comunità religiosa può essere accettato. La religione è una questione privata e deve rimanere tale”. Unica concessione: indossare una croce, purché in modo “discreto”.
Il parroco locale, Florent Belin, ha parlato di un atteggiamento “anticristiano” e di “paure gestite male” che determinano situazioni inaccettabili.
In Francia la legge di separazione tra Stato e Chiese, considerata uno dei pilastri della République, è da tempo al centro di dibattito e ipotesi di riforma, specie per quanto riguarda il modo di affrontare il fenomeno dell’Islam radicale. Le polemiche sono frequenti e riguardano spesso l’uso del velo da parte delle donne musulmane.
Lo stesso Osservatoire de laïcité, organo voluto da Jacques Chirac e istituito nel 2013 da François Hollande allo scopo di aiutare il governo ad applicare la legge, si trova coinvolto di frequente in infuoicate discussioni.
Secondo il responsabile dell’osservatorio, Nicolas Cadène, le regole sull’abbigliamento religioso dovrebbero essere applicate solo agli impiegati statali e ai dipendenti pubblici durante l’orario di lavoro e il trattamento riservato alla suora è stato un esempio di “interpretazione errata della laicità”. Sempre secondo Cadène, i dibattiti sulla presenza musulmana nella vita francese hanno creato confusione e portato a una forma eccessivamente rigida di secolarismo, che prende di mira tutte le religioni in modo indiscriminato.
Porta l'abito religioso, casa di riposo francese dice no a una suora
Non cʼè posto per lʼanziana donna nella struttura di Vesoul, nellʼest del Paese, a meno che lei rinunci a velo e tonaca
Una suora cattolica francese aveva deciso che sarebbe ritornata nella sua terra natia, dopo anni passati in convento, per trascorrervi gli ultimi anni della sua vita. Ormai anziana, aveva chiesto di essere accolta in una casa di riposo di Vesoul, nell'est della Francia, Ma la risposta è stata negativa. Il motivo? La sua veste, che va contro la laicità dello Stato francese.
Il parroco: "Cristianofobia"Davanti a questa vicenda, il parroco della piccola comunità ha parlato di discriminazione religiosa nei confronti dell'anziana donna, che per tutta la sua vita ha vestito l'abito del suo ordine, e che per poter essere ospitata nella struttura dovrebbe invece indossare abiti laici. "Si tratta di cristianofobia", ha dichiarato.
La domanda a ottobre 2018
La donna aveva presentato la sua richiesta nell'ottobre del 2018. Voleva ritornare nelle sue terre, nella regione della Haute Saone, e si era rivolta alla casa "Foyer Logements", gestita dal Cento comunale sociale della città. Una sistemazione ideale, perché i residenti hanno il loro appartamento privato ma possono usufruire del ristoranti per tutti i pasti. Al suo arrivo, a gennaio 2019, però, la suora non può entrare: non c'è posto nella struttura e la donna viene iscritta nella lista d'attesa. Nel frattempo, la parrocchia le trova una sistemazione nei locali del presbiterato. Ma i mesi passano e per lei le porte di "Foyer Logements" restano chiuse.
Ok all'ingresso, ma senza l'abito religioso A luglio, il centro che gestisce la casa invia alla suora una comunicazione ufficiale. La commissione che assegna i posti ha accettato la sua domanda e le sarà presentata una proposta di ingresso non appena ci sarà la disponibilità di un appartamento. C'è però una precisazione: "Nelle nostre strutture i nostri ospiti possono avere convinzioni particolari, che vanno rispettate. E proprio nel rispetto della laicità qualsiasi segno di appartenenza a una comunità religiosa non può essere accettato al fine di assicurare la serenità di tutti".
Il responsabile della casa: "E' il regolamento"Insomma, se la suora vuole essere ospitata nella casa dovrà togliersi il suo abito religioso. Le è consentito soltanto di portare una croce. La signora, che di quell'abito religioso ha fatto la sua ragione di vita e la sua vocazione, non può accettare e dice no a queste condizioni. La parrocchia ha provveduto a trovarle una sistemazione, Ma oggi, ormai anziana, la suora si ritrova così a doversi gestire da sola la vita domestica. D'altra parte, il presidente della casa di riposo Claude Ferry parla di un "regolamento interno che è lo stesso per tutti gli ospiti", E, se il parroco ribatte che si tratta di una laicità a mezzo servizio perché lui stesso celebra regolarmente la messa nel refettorio della struttura senza nessun problema, secondo l'equipe del coordinamento "la religiosa ha vissuto questa vicenda molto male, con un sentimento di rifiuto".