Gotti Tedeschi, Tosatti e un suo abituale commentatore discutono di natalità.
Luigi
GOTTI TEDESCHI A STILUM CURIAE: SI DIVENTA POVERI NON FACENDO FIGLI. NON IL CONTRARIO.14 Luglio 2019
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il dottor Ettore Gotti Tedeschi ci ha reso un duplice onore oggi. In primo luogo ha affermato implicitamente di seguire il nostro piccolo blog, avendo letto un commento di Romana Vulneratus Curia (RVC per amici, nemici e indifferenti) pubblicato di recente. E poi ha aggiunto onore a onore scrivendo una riflessione
originata proprio da quell’articolo. Una riflessione che come vedrete è tutt’altro che scontata, e non priva di granelli di pepe…Buona lettura.
originata proprio da quell’articolo. Una riflessione che come vedrete è tutt’altro che scontata, e non priva di granelli di pepe…Buona lettura.
ξ
Caro Marco, con qualche ritardo ho letto l’ultimo commento su Stilum Curiae, firmato RVC.
Mi riferisco al secondo tema riferito da RVC, nel quale sostiene (secondo tesi di altri) che i figli, nel nostro mondo occidentale, non si fanno per ragioni economiche, spiegando che <il basso tasso di fecondità è dovuto a basso tasso di lavoro femminile>, che invece, se fosse più alto, permetterebbe di far crescere le risorse per mantenere i figli desiderati.
Clamoroso errore, sia concettuale che reale.
Anzitutto da 40 anni i figli non si fanno per ragioni “culturali”, non per ragioni economiche.
Poi, la storia economica, ben studiata e capita, spiega che si diventa poveri NON facendo figli e si diventa ricchi, facendo figli.
Come infatti può crescere il PIL se la popolazione non cresce o persino decresce?
Mi rendo conto che è inutile pensare di far accettare queste considerazioni che vengono connotate quali “morali” messe in discussione dalla attuale stessa Autorità Morale, la quale si occupa di conseguenze reali (e morali), ignorando le cause.
Si pensi ai temi di povertà, diseguaglianze, migrazioni, ambiente: tutti fenomeni valutati negli effetti e mai nelle cause.
Avendo queste cause una sola vera origine che ci si rifiuta di riconoscere: IL CROLLO DELLA NATALITA’ nel mondo occidentale.
Queste considerazioni poi sul lavoro femminile son ormai vecchie, e tutte generate all’interno di una parte della cultura femminista americana.
Io stesso ho già confutato alcune volte la tesi che se tutte le donne potessero lavorare (di più) crescerebbe il PIL.
Questo è un altro clamoroso errore.
In un contesto di crisi economica, stagnazione, sostituzione tecnologica di molte attività lavorative, ecc. è la domanda di lavoro che manca. Se in questo contesto, per ipotesi, tutte le donne volessero lavorare si produrrebbe il fenomeno di concorrenza uomo/ donna per il medesimo, e sempre più raro, posto di lavoro.
Pertanto si creerebbe un eccesso di offerta verso domanda in calo, con l’effetto che il medesimo lavoro verrebbe disputato fra uomo e donna, con due soluzioni possibili.
O si dividerebbe in due il lavoro, avendo come effetto metà di remunerazione pro capite. Oppure si verificherebbe che la donna conquisterebbe il posto di lavoro dell’uomo. Il che probabilmente potrebbe esser anche vantaggioso per molte attività.
Ma soprattutto (lasciatemi scherzar) si realizzerebbe il sogno dell’uomo dai tempi della preistoria, da quando cioè è costretto a uscire dalla grotta per uccidere il mammut al fine di nutrire moglie e figli, al sicuro, nella grotta, davanti al fuoco.
Ora potrà stare lui al caldo nella grotta a cullare i bimbi mentre la donna si occuperà di trovare il mammut per mangiarlo, e dare da mangiare ai suoi. (Sarà per questo che sono in crescita i vegetariani e vegani?).
Quello che, tornando a parlare sul serio, risulta impossibile è invece riuscire a spiegare che il miglior investimento (anche economico) è costituito dalla famiglia, e il maggior affare che si fa è fare figli.
Mi risulta molto più difficile riuscire a spiegarlo soprattutto da quando l’Autorità Morale sembra averlo dimenticato, e come ho detto sopra, si occupa degli effetti e non delle cause. Ma si può fare una prognosi senza aver fatto la diagnosi?
Ettore Gotti Tedeschi
16 Luglio 2019
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Super Ex (ex di Movimento per la Vita, ex di Avvenire e di altre imprese più o meno cattoliche, ma non ex cattolico, Deo adiuvante) ha letto l’intervento di Ettore Gotti Tedeschi su Stilum Curiae in tema di natalità e crescita, e nonostante sia in vacanza ha voluto assicurare il suo appoggio al famoso economista. Da un angolo diverso: quello della Storia. Estremamente interessante.
Caro Tosatti, la lettura del recente intervento di Ettore Gotti tedeschi fa riflettere anzitutto perché in un qualche modo è anch’egli un ex. Ha preso bastonate gratis da uomini di santa madre Chiesa, già all’epoca del mitico Bertone. Ma rimane cattolico. E rimane convinto che sia necessario continuare a controbattere alle idee balzane che circolano sull’economia. Da economista serio qual e’ egli sa che l’economia non è la struttura, come voleva Marx, né una tecnica neutra, ma una sovrastruttura. Dice nulla il fatto che sia stata l’Italia cattolica il giardino in cui sono sbocciate la matematica economica, il dibattito sull’usura, un’economia così florida da attirare, a scopo di rapina, prima il buon Federico Barbarossa poi tanti altri invasori sino a Napoleone? Quella grande fioritura economica che dopo il Mille vede le monete italiane, dal fiorino allo zecchino d’oro, primeggiare in Europa, ha varie ragioni: la pace, conseguente alla fine delle invasioni da nord e alla liberazione del mediterraneo dai pirati musulmani a sud, una generale effervescenza culturale e religiosa (da cui nascono, ad esempio, le università) e la conseguente crescita demografica.
Sì, perché ciò che spiega Gotti Tedeschi da economista è ben chiaro a tutti gli storici: sin dalle prime colonizzazioni greche crescita demografica, cultura e crescita economica vanno a braccetto.
Ma per chi non avesse tempo di andare a studiare la storia, basti una semplice riflessione: chi ha figli vive nel contempo nel senso del dovere e nella speranza, vive in un disegno che va oltre il qui ed ora.
Deve e vuole lavorare per mantenere i figli, spendere per assicurargli ciò di cui hanno bisogno, risparmiare, per rendere più agevole il loro futuro. La motivazione, nella vita, è tutto, perché, come si diceva, l’economia è una sovrastruttura : tanto più alta, quanto più, sotto a lei, stanno, a fondamento, gli affetti, il senso del dovere, il bisogno, la speranza, la proiezione verso il futuro ecc.
Per questo è ovvio che le società giovani, cioè con figli, sono dinamiche, innovative, vivaci…mentre le società vecchie di spirito e di età, come ormai la nostra, sono statiche, bloccate, incapaci cioè di inventare, innovare, progettare…
Può esserci economia florida, vitale, dove l’esistenza stessa non lo è più? Qui si innesta un altro discorso: l’incapacità di Bergoglio di capire i tempi attuali ha origine proprio nella sua visione marxista: considera ciò che è materiale, l’economia, come struttura, fondamento.
Così mette in secondo piano Dio e la famiglia. Ma voler costruire un mondo migliore, anche economicamente parlando, a partire da ciò che è secondario, è come iniziare a costruire una casa dal tetto anziché dalle fondamenta.
La visione marksista dell'uomo e della società ha mostrato, da tempo e chiaramente, le sue conseguenze nefaste ed è comprensibile in rivoluzionari pensatori nemici dell'antropologia cristiana formulata nel corso dei secoli dalla Chiesa alla luce, del Vangelo, della fede e degli studi teologici, E' del tutto inaccettabile, perché eretica, se professata da un cattolico, specialmente se sacerdote il quale ha il compito di disingannare tante anime irretite da subdole propagande. Quella di Bergoglio non sembra " incapacità di capire i tempi attuali" ma piuttosto frutto di una consapevole ideologia, da lui giustificata subdolamente come fatalmente dovuta ai cosiddetti "i segni dei tempi".
RispondiElimina"L’incapacità di Bergoglio di capire i tempi attuali ha origine proprio nella sua visione marxista: considera ciò che è materiale, l’economia, come struttura, fondamento". Ossia: lo sfacelo del cattocomunismo esploso con il Concilio Vaticano II ha trovato in Bergoglio colui che lo sta portando alle sue estreme conseguenze.
RispondiEliminaRitengo doveroso divulgare alcuni articoli appena apparsi sul portale dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, dato che servono a far aprire gli occhi a quanti li hanno ancora annebbiati dal fumo di Satana diffuso a piene mani dal clero bergogliano (dopo essere entrato in Vaticano grazie a Roncalli e Montini ed esservisi stabilito sino ai giorni nostri) e dalle sinistre mondialiste, globaliste, immigrazioniste, false buoniste e sataniste ; eccoli dunque :
RispondiEliminahttp://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/voci-dalla-rete/7833-riassumendo-sinteticamente
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/le-grandi-menzogne-editoriali/7835-ossessione-gay-e-immigrati
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/lo-smemorato-siberiano/7836-il-ritardo-mentale-del-pd