La sorte del Santuario di Barbana (Laguna di Grado - Gorizia) uno dei luoghi di culto più antichi d’Europa: ci penserà la Madonna come avvenne per la costruzione del Santuario!
Siamo realisti: nella Chiesa c'è una sola categoria di Consacrati e di Consacrate che potrebbe con letizia accettare il "confino a vita" in un convento di un'isoletta per pregare e per curare ogni istante del giorno il luogo di culto dove si percepisce il profumo della Madonna: i frati, i preti, le suore e le monache legati alla santa tradizione liturgica, alla preghiera e alla contemplazione; all'entusiasmo che solo la Liturgia e la devozione riescono ad imprimere ai cuori e alle mani com'è avvenuto per 2000 anni!
Siamo realisti: nella Chiesa c'è una sola categoria di Consacrati e di Consacrate che potrebbe con letizia accettare il "confino a vita" in un convento di un'isoletta per pregare e per curare ogni istante del giorno il luogo di culto dove si percepisce il profumo della Madonna: i frati, i preti, le suore e le monache legati alla santa tradizione liturgica, alla preghiera e alla contemplazione; all'entusiasmo che solo la Liturgia e la devozione riescono ad imprimere ai cuori e alle mani com'è avvenuto per 2000 anni!
Potremmo
fare un elenco dei luoghi di culto "rinati" di recente anche in Italia dopo
l'insedimento di comunità "tradizionali" (usiamo un termine generico comprensibile, nella sostanza, da tutti).
Potremmo
fare un elenco delle Chiese e dei conventi anche in Italia che sono
stati recentemente restaurati e abbelliti grazie all'entusiasmo delle comunità
"tradizionali" che li hanno amati a tal punto di rinunciare alla cena pur di restaurare un oggetto di culto. ("La testimonianza è veritiera").
Potremmo fare un elenco... ma a
che giova?
Ai clubs ecclesiastici attualmente in auge interessa più il
rendimento economico che potrebbe derivare dalla trasformazione di un
Convento in un albergo (magari di lusso) con annessa sala-auditorium polivalente pluriconfessionale, al posto della chiesa.
L'amore devotamente disinteressato per i luoghi di culto benedetti nei secoli dal Signore non va più di moda!
Abbiamo però nel cuore la cristiana speranza che questo non avverrà perchè dalla storia del Santuario di Barbana (tutti i link sotto) leggiamo:"Una notte, in sogno, la Madonna appare ai due eremiti e li invita a costruire una chiesa per l'immagine miracolosamente approdata
nell'isola. L'idea è bellissima, e d'altra parte alla Madonna non si può dire di no. Ma da che parte cominciare? In questi casi, la cosa più importante è non perdersi di coraggio.
- La statua, dicono i due eremiti, c'è già. Le fondamenta della chiesa le scaveremo noi. Mancano il permesso del vescovo e i soldi necessari: ci penserà la Madonna!" (QUI)
Ne siamo certi! Ci penserà poi la Madonna come avvenne quando il Santuario fu fondato.
Dobbiamo solo aspettare e avere in cuore la santa speranza cristiana.
AC
L'amore devotamente disinteressato per i luoghi di culto benedetti nei secoli dal Signore non va più di moda!
Abbiamo però nel cuore la cristiana speranza che questo non avverrà perchè dalla storia del Santuario di Barbana (tutti i link sotto) leggiamo:"Una notte, in sogno, la Madonna appare ai due eremiti e li invita a costruire una chiesa per l'immagine miracolosamente approdata
nell'isola. L'idea è bellissima, e d'altra parte alla Madonna non si può dire di no. Ma da che parte cominciare? In questi casi, la cosa più importante è non perdersi di coraggio.
- La statua, dicono i due eremiti, c'è già. Le fondamenta della chiesa le scaveremo noi. Mancano il permesso del vescovo e i soldi necessari: ci penserà la Madonna!" (QUI)
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Un giorno si dirà: "i Consacrati per il Santuario di Barbana ci sono - non sta a noi fare i nomi delle Comunità attualmente senza fissa dimora- manca solo il permesso del vescovo: ci penserà la Madonna!". Ne siamo certi! Ci penserà poi la Madonna come avvenne quando il Santuario fu fondato.
Dobbiamo solo aspettare e avere in cuore la santa speranza cristiana.
AC
“Cinque frati non bastano”
e il monastero sull'isola si arrende dopo 1437 anni.
Dopo l’estate l’addio al santuario di Barbana,
Dopo l’estate l’addio al santuario di Barbana,
uno dei luoghi di culto più antichi d’Europa.
Appello al Papa
di Giampaolo Visetti
di Giampaolo Visetti
Frate Fulgenzio accende il motore della “Santa Maria”. Sposta la coppia di gabbiani che per la notte si è riparata sulla sua barca di legno bianco. Sgancia le cime dagli ormeggi.
Il silenzio della laguna è rotto solo dal canto delle tortore. Il vecchio francescano lascia il minuscolo approdo dell’isola di Barbana per andare a fare la spesa a Grado. Succede ogni mattina da 35 anni.
.Questa volta però è uno dei suoi ultimi viaggi tra le valli da pesca e lungo i canneti. Anche oggi, a 86 anni, deve visitare le persone che lo aspettano e provvedere alle necessità dei confratelli. La Beata Vergine, a lungo supplicata da marinai e pescatori, non ha fatto il miracolo.
Dopo 1437 anni di custodia i frati abbandonano uno dei santuari cristiani più antichi e più amati d’Europa, fondato nel 582 tra le acque del mare Adriatico, che già allora spingeva l’Occidente nell’Oriente.
L’addio al convento di Barbana, visitato ogni anno da migliaia di pellegrini di tutto il continente, misura il distacco consumato tra la nostra civiltà e le sue origini.
Dopo 1437 anni di custodia i frati abbandonano uno dei santuari cristiani più antichi e più amati d’Europa, fondato nel 582 tra le acque del mare Adriatico, che già allora spingeva l’Occidente nell’Oriente.
L’addio al convento di Barbana, visitato ogni anno da migliaia di pellegrini di tutto il continente, misura il distacco consumato tra la nostra civiltà e le sue origini.
Nessuno ha potuto impedire l’addio dei cinque frati rimasti sull’isola, a cinque chilometri dalla terraferma. Nessuno riesce ad arrestare il declino di luoghi, valori e liturgie che, al di là di fedi e culture, per oltre duemila anni hanno alimentato una visione collettiva del mondo.
Anche padre Zeno, 83 anni, oggi è solo nella cappella delle confessioni costruita sopra il millenario eremo di Barbano e Tarilesso.
Anche padre Zeno, 83 anni, oggi è solo nella cappella delle confessioni costruita sopra il millenario eremo di Barbano e Tarilesso.
Celebra la messa a occhi chiusi, davanti a banchi deserti in una chiesa vuota. Risponde a se stesso, recitando anche le preghiere che l’omelia assegna a fedeli che non ci sono più. Dalle pareti pendono centinaia di ex voto sbiaditi: marinai salvati dal naufragio, pescatori risparmiati dalle tempeste, contadini sfuggiti al peso di carri e cavalli. «La mia missione — dice — è conclusa. In Europa non ci sono più vocazioni. Frati, suore e sacerdoti sono vecchi, come i credenti. Monasteri, conventi e seminari sono vuoti. Chiese e parrocchie chiudono. Dietro la crisi delle grandi idee che hanno dato un senso anche all’esercizio del potere, c’è la metamorfosi dell’amore».
La sensazione di un tempo scaduto dentro un’era che si chiude, a Barbana è violenta. La chiesa originaria, eretta per ringraziare la Madonna di aver salvato Grado da peste e mareggiate, è stata custodita dai primi monaci per quattro secoli.
I benedettini sono rimasti nel monastero per cinquecento anni.
I francescani abitano il santuario dal 1450. Refettorio, biblioteca ospizio per i pellegrini possono ospitare centinaia di persone. Nel cimitero, tra pini marittimi e olmi, sono sepolti frati e sacrestani che nei decenni qui si sono dati il cambio. «Per la prima volta — dice padre Marciano, vecchio superiore — la catena si spezza. Abbiamo provato a resistere, è stato inutile».
L’annuncio del congedo è stato dato alla processione votiva dei pescatori, giunti in corteo dall’isola della Schiusa, a bordo di barche imbandierate a festa. «Fra qualche giorno — ha detto il padre guardiano Stefano Gallinaro — consegnerò le chiavi al vescovo di Gorizia. Il Signore provvederà: vi invito a pregare in questo momento di difficoltà che accomuna la Chiesa alla civiltà di un’Europa che rinuncia ad accogliere e chiude le porte».
Ad ascoltarlo, su tre pescherecci, gente di mare da tutto l’Adriatico. Gli ultimi frati sperano di resistere a Barbana fino al termine dell’estate. Stefano, Marciano, Fulgenzio, Zeno e Celestino non conoscono il loro destino, ma già hanno raccolto le poche cose per partire. «Abbiamo fatto voto di obbedienza — dicono — lasciare la nostra casa e la comunità che amiamo, dopo tanto tempo, fa soffrire».
I benedettini sono rimasti nel monastero per cinquecento anni.
I francescani abitano il santuario dal 1450. Refettorio, biblioteca ospizio per i pellegrini possono ospitare centinaia di persone. Nel cimitero, tra pini marittimi e olmi, sono sepolti frati e sacrestani che nei decenni qui si sono dati il cambio. «Per la prima volta — dice padre Marciano, vecchio superiore — la catena si spezza. Abbiamo provato a resistere, è stato inutile».
L’annuncio del congedo è stato dato alla processione votiva dei pescatori, giunti in corteo dall’isola della Schiusa, a bordo di barche imbandierate a festa. «Fra qualche giorno — ha detto il padre guardiano Stefano Gallinaro — consegnerò le chiavi al vescovo di Gorizia. Il Signore provvederà: vi invito a pregare in questo momento di difficoltà che accomuna la Chiesa alla civiltà di un’Europa che rinuncia ad accogliere e chiude le porte».
Ad ascoltarlo, su tre pescherecci, gente di mare da tutto l’Adriatico. Gli ultimi frati sperano di resistere a Barbana fino al termine dell’estate. Stefano, Marciano, Fulgenzio, Zeno e Celestino non conoscono il loro destino, ma già hanno raccolto le poche cose per partire. «Abbiamo fatto voto di obbedienza — dicono — lasciare la nostra casa e la comunità che amiamo, dopo tanto tempo, fa soffrire».
Anche il futuro del santuario è un mistero. La curia goriziana, proprietaria dell’isola, assicura solo che «Barbana non chiuderà». Per la prima volta nella sua storia però non resterà più aperta ogni giorno e ogni notte dell’anno.
La chiesa aprirà solo la domenica.
«Tra ottobre e marzo — dice Franco Biasiol, barcaiolo dell’isola da quasi settant’anni — il complesso invece sarà chiuso. Dovrebbero arrivare una guardia e dei cani per evitare furti, saccheggi e degrado».
Lo scorso anno il santuario ha ricevuto la visita del cardinale Pietro Parolin.
Il segretario di Stato vaticano ha portato un rosario mandato da papa Francesco. Il cimelio ora è intrecciato tra le mani della statua lignea della Madonna, che nei secoli ha lasciato Barbana solo otto volte per brevi omaggi in altri monasteri dell’ex Serenissima repubblica di Venezia.
Per salvare il convento ed evitare il commiato dei suoi frati, la gente di Grado e i fedeli di tutta Europa hanno così deciso di rivolgere un appello al pontefice.
A mobilitarsi, l’associazione «Graisani de palù», quella dei marinai d’Italia e dei Portatori della Madonna.
La chiesa aprirà solo la domenica.
«Tra ottobre e marzo — dice Franco Biasiol, barcaiolo dell’isola da quasi settant’anni — il complesso invece sarà chiuso. Dovrebbero arrivare una guardia e dei cani per evitare furti, saccheggi e degrado».
Lo scorso anno il santuario ha ricevuto la visita del cardinale Pietro Parolin.
Il segretario di Stato vaticano ha portato un rosario mandato da papa Francesco. Il cimelio ora è intrecciato tra le mani della statua lignea della Madonna, che nei secoli ha lasciato Barbana solo otto volte per brevi omaggi in altri monasteri dell’ex Serenissima repubblica di Venezia.
Per salvare il convento ed evitare il commiato dei suoi frati, la gente di Grado e i fedeli di tutta Europa hanno così deciso di rivolgere un appello al pontefice.
A mobilitarsi, l’associazione «Graisani de palù», quella dei marinai d’Italia e dei Portatori della Madonna.
«A Barbana — dice Giorgetto Guzzon, presidente dei Graisani — si sono sempre battezzati i bambini.
Qui ci si è sposati, si viene per pensare a cosa serve la vita.
È un luogo cruciale anche per chi non è cristiano.
Portare via i frati dalla loro casa perché sono vecchi, è come ammazzarli.
Solo il Papa li può aiutare».
Qui ci si è sposati, si viene per pensare a cosa serve la vita.
È un luogo cruciale anche per chi non è cristiano.
Portare via i frati dalla loro casa perché sono vecchi, è come ammazzarli.
Solo il Papa li può aiutare».
Servirebbero i giovani, la loro fiducia e il loro coraggio. L’Europa però non fa più figli e nessuno si chiuderebbe oggi su un’isola a pregare. (Non è vero! Le comunità e i giovani ci sarebbero soprattutto nell'ambito della tradizione liturgica. Fa "comodo" però dire alla gente e ai fedeli che non si riescono a trovare dei Consacrati per officiare un Santuario la cui "trasformazione" in una struttura recettiva e culturale farebbe invece molto comodo alle esangui casse diocesane come l'opzione business reception dei cosiddetti "migranti". N.d.R.)
«Il problema — dice Giordano Saison, pescatore da settant’anni — è che tutto ciò che ci ha fatto vivere, è vecchio e scompare. I giovani e i frati, la libertà e la democrazia, il benessere e la generosità finiscono come i cefali, le sardine e i calamari della laguna. Cinquant’anni fa pescavamo 150 quintali di pesci al giorno, adesso cinque cassette. Eravamo trecento, siamo rimasti trentacinque. Nella povertà ormai i soldi sono marginali».
«Il problema — dice Giordano Saison, pescatore da settant’anni — è che tutto ciò che ci ha fatto vivere, è vecchio e scompare. I giovani e i frati, la libertà e la democrazia, il benessere e la generosità finiscono come i cefali, le sardine e i calamari della laguna. Cinquant’anni fa pescavamo 150 quintali di pesci al giorno, adesso cinque cassette. Eravamo trecento, siamo rimasti trentacinque. Nella povertà ormai i soldi sono marginali».
È il tramonto e Frate Marciano, per l’ultima volta, prepara l’orto delle piante officinali di Barbana, che non raccoglierà. «Qualcosa di buono per gli altri— dice — dobbiamo lasciarlo. Se ognuno si porta via tutto e chiude la porta, quando se ne va, non muore la fede: si interrompe la vita».
È la lezione dell’addio dei frati di Barbana all’Europa: dopo 1437 anni hanno deciso che, salendo per l’ultima volta in barca, lasceranno il santuario aperto, le chiavi bene in vista all’ingresso del loro convento vuoto.
È la lezione dell’addio dei frati di Barbana all’Europa: dopo 1437 anni hanno deciso che, salendo per l’ultima volta in barca, lasceranno il santuario aperto, le chiavi bene in vista all’ingresso del loro convento vuoto.
Giampaolo Visetti - La Repubblica
Che c'entri la solita solfa sull'Europa "che rinuncia ad accogliere e chiude le porte", magari i buoni frati potrebbero spiegarlo, se non fossero troppo vecchi. Meglio ancora se lo spiegasse chi gliel'ha suggerito. Mi piacerebbe sapere se nei secoli andati i frati di Barbiana avrebbero "accolto" anche i turchi, per esempio, o i comunisti titini. A nessuno viene in mente che "l'Europa che accoglie" lo fa perché è priva d'identità, ossia è vuota? Per inciso: se da un lato anni fa i cosiddetti tradizionalisti goriziani in chiesa passavano il tempo di attesa prima della Messa chiacchierando come a teatro (con tanti saluti agli ammiratori del "cattolicissimo" Impero asburgico), d'altro canto l'attuale arcivescovo di Gorizia è un sostenitore del Nuovo Corso pro unioni gay e roba simile. Insomma, da quelle parti non sono messi molto bene.
RispondiEliminaSe il frate non essere detto "n questo momento di difficoltà che accomuna la Chiesa alla civiltà di un’Europa che rinuncia ad accogliere e chiude le porte" non avrebbe avuto l'articolo su Repubblica. 2+2=4
EliminaPreferisco gli atei che in passato hanno dato la vita per difendere i nostri confini a questi frati con le loro teorie ipocrite e moraliste. A certo clero non frega nulla degli italiani, anzi, vorrebbero cancellare il popolo italiano e instaurare una società di automi senza identità. E ricordiamoci che Gesù si riferiva a singole persone, pellegrini di passaggio, non si riferiva a intere collettività, Gesù non ha mai auspicato lo sradicamento o la cancellazione dei popoli.
EliminaHo letto bene ? "la Repubblica". Il quotidiano di Scalfari ?. E che vogliono ora questi ?. Hanno fatto di tutto per distruggere la civiltà occidentale, la religione cattolica, la fede e ora che hanno raggiunto il loro scopo pubblicano questi articoli patetici ?.
RispondiEliminaÈ una parte del mio passato che scompare
RispondiEliminache tristezza.....
RispondiEliminaUn unico rimedio, molto semplice:
RispondiElimina- S. Comunione in bocca e in ginocchio, alla balaustra
- Messa in rito antico, quello di sempre, in latino
- preti e frati sempre con talare/saio
- Catechismo di San Pio X
Bravo Anonimo delle 15:07. Lucido, deciso, conciso, preciso.
Elimina. Prima di ascendere al Cielo il Signore disse ai suoi apostoli di andare fino ai confini della terra per riunire le persone nel suo Nome,Battezzare nel Nome del Padre ,del Figlio e Spirito Santo per avere la Grazia,di predicare il Vangelo a tutti gli uomini insegnando ciò che Egli ha insegnato e di realizzare quello che ha comandato di fare e… LUI sarà con loro sempre,tutti i giorni,fino alla fine del mondo
RispondiEliminaSalutis, miei cari, mai Grado aveva visto tanta acqua come il 13 novembre 2019. Niente succede a caso. Come un presagio, un ammonimento, ha scritto bene quel pescatore. Ma le porte degli inferi non prevarranno, sperare sempre. Dove sono andati i fraticelli e don Fulgenzio''? mi mancheranno. Sole Mare e Preghiera ecco il parafulmine dei turisti e operatori a Grado!!!!
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