Un articolo interessante che denota la natura "elitaria"e "snobista" della cosiddetta riforma liturgica post conciliare concepita e sostenuta da una "minoranza rumorosa" che attraverso il forte e determinante appoggio dei mass media è riuscita a far credere alla pubblica opinione e agli uomini di Chiesa moderati e/o tradizionali che esisteva ( e secondo loro ancora esisterebbe) "una richiesta popolare" orientata in senso progressista e riformist a(protestantizzante) mentre "in realtà non ce ne era nemmeno l'ombra". Tematiche e problematiche quanto mai attuali che evidenziano il consueto "vizio" di ascoltare solo gli "opinionisti" che
pontificano dai soliti mass media trascurando il popolo semplice e fedele.
Per i riformatori elitari e lobbisti, che nel frattempo erano giunti ai vertici della gerarchia, era importantissimo distaccare il popolo dalla liturgia tradizionale: ci sono parzialmente riusciti solo immettendo ampie dosi di banalità di sentimentalismo orizzontale.
Per i riformatori elitari e lobbisti, che nel frattempo erano giunti ai vertici della gerarchia, era importantissimo distaccare il popolo dalla liturgia tradizionale: ci sono parzialmente riusciti solo immettendo ampie dosi di banalità di sentimentalismo orizzontale.
AC
Evelyn Waugh sulla riforma liturgica:
un articolo in The American Conservative
un articolo in The American Conservative
di Gregory DiPippo
La rivista statunitense American Conservative ha pubblicato ieri un interessante articolo di Casey Chalk, studente della Notre Dame Graduate School of Theology al Christendom College, sul giudizio espresso dallo scrittore cattolico Evelyn Waugh circa la riforma liturgica post-conciliare.
Va sottolineato che Waugh morì nell'aprile del 1966, più di tre anni e mezzo prima della promulgazione del Novus Ordo, ma come molti altri del suo periodo, previde chiaramente dove avrebbe portato il processo di modernizzazione che la Chiesa aveva già intrapreso
. Molti lettori sono a conoscenza circa lo scambio di lettere sull'argomento che Waugh ebbe con l'Arcivescovo di Westminster il Cardinale John Carmel Heenan.
Lo scambio epistolare fra Waugh e il Cardinale Heenan fu pubblicato nel 2011 grazie a Dom Alcuin Reid che ne curò la stesura.
. Molti lettori sono a conoscenza circa lo scambio di lettere sull'argomento che Waugh ebbe con l'Arcivescovo di Westminster il Cardinale John Carmel Heenan.
Lo scambio epistolare fra Waugh e il Cardinale Heenan fu pubblicato nel 2011 grazie a Dom Alcuin Reid che ne curò la stesura.
"A Bitter Trial" è il titolo del libro a cui ci riferiamo ed è tratto da una delle lettere di Waugh nella quale descrisse con toni critici i quei primi cambiamenti liturgici, assai meno radicali di quelli che purtroppo saranno poi avvenuti in avanti.
"Andare in chiesa è ora una durissima prova" fu una delle sue prime considerazioni.
Non è stato tuttavia solo per se stesso e per le sue convinzioni liturgiche che Waugh ha detto ed ha scritto queste cose.
Come infatti ebbe a scrivere il signor Chalk: "Una delle critiche più persistenti di Waugh riguardo i cambiamenti liturgici è che la progressiva sperimentazione basata sull'elitismo ferisce di più le persone comuni, minando la loro fiducia nelle istituzioni importanti.
Il Concilio Vaticano II ha difatti rappresentato, secondo Waugh, il netto rifiuto dei bisogni
e delle opinioni delle popolazioni specifiche. Perchè ha avvertito che "una minoranza rumorosa si è imposta sulla gerarchia e ha fatto credere che esistesse una richiesta popolare in cui non c'era in realtà nemmeno una preferenza".
Allo stesso modo, il cardinale Heenan, che aveva osservato " che la riforma fu guidata da fastidiosi e costanti" intellettuali autodichiarati" le cui" inopportune lettere alla stampa e articoli sui giornali cattolici possono alla fine disturbare i fedeli "...
Il titolo dell'articolo citato è "Evelyn Waugh che predisse il crollo dell'Inghilterra cattolica"; Chalk continua a notare il drammatico declino della frequentazione della chiesa in Inghilterra, che è simile a quello nella maggior parte dei paesi o delle regioni cattoliche storiche dal periodo delle riforme postconciliari .
Per lungo tempo è andato di moda negare, contro la realtà, che la riforma liturgica fosse stata la causa del declino della religiosità e delle sue conseguenti cadute: i sostenitori dei cambiamenti liturgici criticavano aspramente coloro che citando il famoso detto latino "post hoc, ergo propter hoc" addossavano alla riforma liturgica l'abbandono della pratica religiosa e dei Sacramenti.
Non bisogna però mai dimenticare che "post hoc, ergo propter hoc" è davvero un errore logico, ma non cambia il fatto che la causalità procede nel tempo.
Fonte: New Liturgical Movement QUI
"Andare in chiesa è ora una durissima prova" fu una delle sue prime considerazioni.
Non è stato tuttavia solo per se stesso e per le sue convinzioni liturgiche che Waugh ha detto ed ha scritto queste cose.
Come infatti ebbe a scrivere il signor Chalk: "Una delle critiche più persistenti di Waugh riguardo i cambiamenti liturgici è che la progressiva sperimentazione basata sull'elitismo ferisce di più le persone comuni, minando la loro fiducia nelle istituzioni importanti.
Il Concilio Vaticano II ha difatti rappresentato, secondo Waugh, il netto rifiuto dei bisogni
e delle opinioni delle popolazioni specifiche. Perchè ha avvertito che "una minoranza rumorosa si è imposta sulla gerarchia e ha fatto credere che esistesse una richiesta popolare in cui non c'era in realtà nemmeno una preferenza".
Allo stesso modo, il cardinale Heenan, che aveva osservato " che la riforma fu guidata da fastidiosi e costanti" intellettuali autodichiarati" le cui" inopportune lettere alla stampa e articoli sui giornali cattolici possono alla fine disturbare i fedeli "...
"la voce dei laici "è stata largamente ignorata dai media, come lo furono i leader conservatori nella Chiesa, che gli intellettuali sprezzatamente dipingevano come -contadini ignoranti- ". (Da notare che pure nel 1549 l'arcivescovo spergiuro ed eretico di Canterbury Thomas Cranmer, iniziatore dell'anglicanesimo, aveva con disprezzo bollato come "contadini ignoranti" i paesani del Devonshire che dopo aver assistito al nuovo rito da lui riformato avevano obbligato il curato a celebrare la Messa nel modo tradizionale.... Le rivendicazioni dei "contadini ignoranti", poi gloriosi Martiri cattolici d'Inghilterra, erano semplici e precise e riguardavano solo la fede. Chiedevano che fosse loro restituita la Messa «come prima» e che il SS.mo Sacramento fosse di nuovo conservato in un posto preminente. «Non accetteremo - dicevano - il nuovo servizio, perché non è che un gioco. Vogliamo le nostre antiche funzioni ... ed ogni sacerdote nella Messa preghi specialmente per le anime del Purgatorio come facevano i nostri avi» Hugh Ross Williamson (1901-1978) La riforma anglicana. Ed.Una Voce-Italia.N.d.R)
Waugh sosteneva invece che " la funzione della Chiesa in ogni epoca è stata conservatrice - per trasmettere immutata e incontaminata il Credo ereditato dai suoi predecessori ". (Leggi tutto l'articolo QUI).
E' interessante aggiungere solo un'osservazione. Waugh sosteneva invece che " la funzione della Chiesa in ogni epoca è stata conservatrice - per trasmettere immutata e incontaminata il Credo ereditato dai suoi predecessori ". (Leggi tutto l'articolo QUI).
Il titolo dell'articolo citato è "Evelyn Waugh che predisse il crollo dell'Inghilterra cattolica"; Chalk continua a notare il drammatico declino della frequentazione della chiesa in Inghilterra, che è simile a quello nella maggior parte dei paesi o delle regioni cattoliche storiche dal periodo delle riforme postconciliari .
Per lungo tempo è andato di moda negare, contro la realtà, che la riforma liturgica fosse stata la causa del declino della religiosità e delle sue conseguenti cadute: i sostenitori dei cambiamenti liturgici criticavano aspramente coloro che citando il famoso detto latino "post hoc, ergo propter hoc" addossavano alla riforma liturgica l'abbandono della pratica religiosa e dei Sacramenti.
Non bisogna però mai dimenticare che "post hoc, ergo propter hoc" è davvero un errore logico, ma non cambia il fatto che la causalità procede nel tempo.
Fonte: New Liturgical Movement QUI
E' impossibile inviarvi delle mail.
RispondiEliminaProva attraverso facebook . Grazie AC
EliminaE' storia autentica che la riforma liturgica sia stata imposta al popolo ignaro, nell'euforia del " Gaudet mater ecclesia", da una minoranza arrogante e manipolatrice. Un noto vescovo ha dichiarato e scritto più volte :" siamo entrati in Concilio come esigua minoranza ma abbiamo vinto perché il papa ( Paolo VI) era con noi!". Papa Giovanni ( tradizionalista convinto) e la maggioranza dei vescovi si illusero e accettarono l'ideologia della 'necessità di parlare all'uomo moderno' senza prevedere le drammatiche conseguenze per la Chiesa cattolica che sta svendendo la dottrina e la morale dettate dal Vangelo verso le quali i proclami di Bergoglio sono in totale contrasto. Confidiamo che la ' generazione perversa' dei preti allevata nel post Concilio che perseguita i fedeli, nauseati del disordine del NO, sia superata dai tanti giovani sacerdoti e seminaristi che sebbene emarginati con astio punitivo, vogliono apprendere il VO e predicare la vera dottrina. Non si fanno più truffare dal sessantotto della Chiesa che ha preceduto di anni quello socio-politico.
RispondiEliminaCon papa Giovanni "tradizionalista convinto" ci andrei più cauto.
EliminaPapa Giovanni ha avuto simpatie moderniste e lo dice lui stesso nel suo diario ma, quanto alla liturgia, era ultra tradizionalista sicuro. La sua incoronazione fu compiuta con un cerimoniale fastosissimo e stracarico di simbologia medioevale da oltre un secolo non più in uso. Scrisse la Veterum Sapientia in difesa del latino. Quando inaugurò la facoltà di Medicina dell'UCSC pronunciò un discorso in latino, inciso poi su marmo. Pubblicò il Messale nel 1962, ferocemente attaccato dai novatori quale VO. Volle che si cantasse il Vexilla Regis, eliminato, nella processione da S. Croce al Laterano. Approvò il programma di ristrutturazione della Cappella Sistina presentato da Bartolucci, emblema della millenaria tradizione liturgico-musicale cattolica, della quale volle ascoltare un concerto di polifonia classica. Si illuse però sul rilancio evangelizzatore del CVII e, ormai malato, fu sopraffatto dai rivoluzionari che vollero includere la riforma liturgica tra i temi, sembra contro il suo volere,con tutte le conseguenze sovversive compiute da Montini, fonte degli spettacoli blasfemi attuali.
EliminaPapa Giovanni ha indetto il Concilio Vaticano II. Può bastare.
Elimina"Elitaria e snobista" la riforma liturgico che volle la Messa nella lingua parlata dal popolo? Nooo.....Esattamente all'opposto! Elitario e snobista mi sembra chi volesse ancora la Messa-Sacrificio, ma in una lingua che nessuno più(salvo qualche prof.di latino, molto bravo) comprende(e, aggiungo, per evitare fraintendimentio: Purtroppo!)
RispondiEliminaMario, perché lei che non è cattolico, mette bocca su ciò che le è estraneo?
EliminaLa Messa in lingua vernacola è stata solo un trucco con il pretesto della comprensione del popolo per cambiare la dottrina ( commemorazione e non sacrificio come da sempre fin dal Cenacolo) come mostra, palesemente, il NO, ormai divenuto spesso avanspettacolo profanatorio da nessuno proibito. Quello del latino è un falso problema visto che l'Ordinario era sempre lo stesso ed erano stati dati permessi per le letture nella lingua parlata.
EliminaIn primo luogo la Messa Sacrificio non è un'opzione, ma la precisa volontà di nostro Signore. In secondo luogo è pur vero che all'apparenza il latino può sembrare un eliterismo, ma in realtà è l'elemento unificante di tutti i popoli, che non hanno certo bisogno di capire parola per parola ciò che viene detto (tra l'altro reperibilissima ovunque ormai con una semplice traduzione). Che tristezza invece assistere alle messe in volgare quando si è all'estero, con le varie formule reinventate dalle singole Conferenze Episcopali e non di rado dai singoli officianti. Senza contare che la reinvenzione a tavolino della liturgia ad opera di pochi, sconfessando millenni di evoluzione, è la dimostrazione plastica di superbia e gnosticismo.
EliminaCondivido in pieno ciò che scrive Anonimo 6 maggio. Allora pochi furbastri ci hanno propinato un imbroglio, che il tempo sta sempre più rivelando.
EliminaQuelli come Mario non si rassegnano all'esistenza della Messa in latino, evidentemente questa dà fastidio (e diciamo la verità, con Bergoglio pensavano di abolirla ma non ci sono riusciti).
EliminaIn quegli anni ero adolescente e so per certo che la gente comune che io conoscevo, ed io stesso, fu molto contenta della nuova liturgia: era più breve, si capiva quel che veniva detto e sembrava anche più logica. Dunque non è vero che non ci fosse un'aspettativa positiva al riguardo. Ovvio però che ciò derivava dalla grande ignoranza di noi tutti, che non conoscevamo il significato profondo della liturgia V.O. e soprattutto non eravamo in grado di prevederne le conseguenze.
RispondiElimina"Era più breve": che barba la vecchia liturgia! "Si capiva quel che veniva detto": e infatti i risultati si vedono.
Elimina"E sembrava anche più logica" ????????
Leggi bene, ho riferito il sentimento della gente che conoscevo e ho precisato che "sembrava" più logica. Ho anche precisato che tutto ciò derivava dalla nostra ignoranza e dall'incapacità di prevederne le conseguenze, come invece stavano facendo persone ben più preparate del popolino. Rivivessi ora quegli anni avrei una posizione radicalmente diversa.
EliminaHo capito che hai riferito il sentimento della gente. Non criticavo te, ma l'ignorante sentimento della gente, che però non va generalizzato. Nel popolino certa "ignoranza" è pura fede e sapienza, come quella di mia nonna quasi illetterata ma dalla devozione adamantina.
EliminaAssolutamente falso! Basta leggere Guareschi sulle "messe beat" dell'epoca e la rivolta della gente a queste innovazioni imposte nelle parrocchie....inoltre già dagli anni '40 c'erano i libretti tradotti grazie all'enciclica di Pio XII "Divinu Spiritu Afflante" e capivano tutti!
EliminaPoi le più anziane che erano analfabete recitavano il rosario ma non c'era nulla di male! Sapevano più loro del catechismo e di Dio che i giovani d'oggi!
Ad Anonimo dico che io parlo per esperienza diretta. Circa il NO non ho visto nessuna rivolta. A quei tempi ciò che la Chiesa diceva, per il popolo, era incontestabile. Diverso ul discorso per Guareschi e persone colte che capivano le implicazioni di quella che a noi semplici sembrava invece solo una forma più semplice della messa di sempre. Le messe beat e le altre aberrazioni sono venete dopo. Solo allora abbiamo cominciato ad informarci e a capure. E ancora adesso molta gente non capisce cosa sta succedendo.
EliminaSta di fatto che i seminari si sono quasi svuotati, molti preti hanno lasciato, non parliamo del calo dei matrimoni e dell'incremento dei divorzi, oltre a disordini sessuali ecc ecc. Come la mettiamo?
RispondiEliminaInconfutabile!!! Alla faccia dei catto-radical-comunisti filosodomiti che aprono bocca e danno fiato su questo blog.
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