Un arguto post di Tosatti sulla new wave degli ordini religiosi.
Luigi
Stilum Curiae, 6-3-19
Un povero sacerdote che vuole fondare un ordine religioso di buoni intendimenti mi ha chiesto consigli su come scrivere una buona regola che non incontrerà difficoltà per l’approvazione. Ho chiesto a vecchie volpi curiali ed ecco i dieci punti che, secondo loro, garantiscono l’immunità da ogni futuro commissariamento.
Meglio avere una identità vaga, liquida, indefinita e soprattutto non troppo confessionale; vanno forte quelli che sono sempre “in ricerca”.
In ogni documento essere ben sicuri che ogni 10 parole venga inserita la parola “Concilio”. Gesù, Maria e i santi possono apparire qualche volta, ma la parola Concilio ci deve essere sempre e sempre in modo elogiativo.
Criticare sempre coloro che sono ancora all’”Antico Testamento”, i passatisti, i retrogradi, quelli che non vogliono cambiare. Una regola non detta è che la misericordia vada applicata
a tutti meno che a loro.
a tutti meno che a loro.
Affermare di essere sempre “al passo con i tempi che cambiano”. Si raccomanda di non avere mai la pretesa di cambiare i tempi per farli più cristiani, ma consegnarsi senza lottare al loro abbraccio mortale.
Se qualche membro della congregazione volesse vestirsi con un abito che lo fa assomigliare a quello che è, un religioso, va severamente punito perché potenzialmente pericoloso.
Chiedere scusa per tutto e sempre, anche per il buco nell’ozono. Crescere nella consapevolezza che la Chiesa cattolica nei secoli passati ne ha fatte di tutti i colori ma ora, grazie a Dio, rinnegando il suo passato, vive un nuovo inizio. Avvertenza: mai chiedere inizio di che cosa.
L’obbedienza pura e semplice non va più bene se non è “creativa”; il che significa che si può disobbedire, ma dire “obbedienza creativa” fa più figo.
Per favore fare attenzione che nella Messa non si percepisca nessun senso del sacro o di adorazione, ma simpatia, familiarità, condivisione. Se non si cambiano le parole del rito bisogna fare un severo esame di coscienza e se in “stato di peccato grave” abbonarsi a La Repubblica per espiare.
In ogni incontro di formazione sia presente nel titolo la parola “accoglienza” o la parola “migranti”. Per esempio: la mistica in Padre Pio e i migranti; Adorazione e accoglienza. Accogliere sempre e comunque.
Non c’è peccato ma solo “disagi psicologici”. Confessarsi direttamente dallo psicologo.
Mah, ho dato al fondatore questo vademecum, ma non mi sembrava convinto...quindi si prepari alle visite apostoliche e alle difficoltà. Ci sono due vie: scelga lui quella che conduce al cielo, malgrado le sofferenze sulla terra.
Abate Faria
"Fare attenzione che nella Messa non si percepisca nessun senso del sacro o di adorazione, ma simpatia, familiarità, condivisione": tutto lo squallore post-conciliare parte da qui. Non è un caso che dalle brume berlicchiane sia spuntato il "novus ordo" che, com'è noto (ma è davvero noto?) incontrò il favore dei protestanti data l'ambiguità che avvolge la Presenza Reale del Sacro nella Persona di Nostro Signore Gesù Cristo.
RispondiEliminaNon sono argute battute da teatro dell'assurdo ma constatazioni di quanto sta accadendo dall'inizio del CVII con l'ideologia sovversiva del ' tutto sbagliato', serpeggiante in modo più o meno subdolo da decenni ma ora esplosa e imposta con arroganza punitiva come legge della Chiesa, la quale nei secoli, anche se peccatrice, riconosceva la necessità di Ordini religiosi purché fedeli alla dottrina e alla tradizione,mentre oggi la gerarchia ne ha paura e cerca di eliminarli per non avere ostacoli alla propria azione sovversiva.
RispondiEliminala regola n.4 è sbagliata: l' "Antico Testamento" va alla grandissima, a patto beninteso che non si veda assolutamente come tipo e prefigurazione del Nuovo Testamento.
RispondiElimina