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venerdì 22 febbraio 2019

Il Card. Ravasi e il suo Twitter sul Festival di SanRemo 2019

Così parla un principe della Chiesa?  
di Enrico Salvi

Il Cardinal Ravasi, proprio in quanto Cardinale (parola impossibile da interpretare ambiguamente) è un Principe della Chiesa, o, almeno, dovrebbe esserlo. Sennonché, da un’intervista riportata sul quotidiano LEGGO (e su Il Gazzettino) del 7 febbraio, il Cardinale, che sta seguendo con interesse il festival di Sanremo ed ha anch’egli “twuittato” al riguardo (chi è oggi che non “twitta”), se ne è uscito con questa amenità: 

«Il mio tweet per il festival di Sanremo? Sapete che amo la musica, penso sia una delle arti che aiutano gli esseri umani a interpretare meglio il mondo che cambia. Ho scritto il tweet per sottolineare il problema più grande che ha la Chiesa, quello di non saper parlare il linguaggio moderno, quello che usano i giovani sui social. Invece dovremmo dare contenuti e valori di umanità alle nuove generazioni. Perché no, anche di fede». 

L’ultima frase è qualcosa che fa a cazzotti con la funzione di Principe della Chiesa, precisiamo: della Chiesa Cattolica. A parte quel “non saper parlare il linguaggio moderno” che la dice assai lunga su quello che passa per la testa del Principe della Chiesa e dei suoi pari, e che non lascia presagire ancora una volta nulla di buono per il futuro, il Ravasi, spudoratamente occorre dirlo, mette in subordinazione la fede, anzi la Fede con la maiuscola, ai “contenuti e valori di umanità” (che, lo diciamo di passaggio, stanno conducendo l’umanità alla dissacrazione del vivere e quindi allo scatafascio). 

Ora, un Principe della Chiesa che si dimostra completamente fagocitato dal politicamente e teologicamente corretto; un Principe della Chiesa che ritiene le canzonette siano opere d’arte; un Principe della Chiesa che, come fa il suo Diretto Superiore, stigmatizza (nella medesima intervista) la pedofilia ma tace infingardamente sull’omosessualità dilagante dentro e fuori la Chiesa, che … Principe è? 

Può bastare. Per ora.

11 commenti:

  1. Ma guarda!? E' proprio perché la Chiesa militante ha iniziato a parlare con un "linguaggio moderno" che perde progressivamente ampie fasce di fedeli, i quali se vanno in chiesa per pregare non voglio sentire il festival di S. Remo come capita sempre più. C'era da aspettarselo da chi ha patrocinato la squallida manifestazione di New York.con modelle discinte e profanazione dei paramenti sacri. Il narcisismo di Ravasi è ormai ridotto a questi miseri espedienti pur di farsi notare.

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    1. Concordo con Anonimo delle 17:07. Certe persone, e purtroppo anche svariati prelati, una volta acquisito il potere non sono ancora sazi e abbisognano dell'applauso sociale, devono apparire a qualunque costo. Ormai si tratta di drogati di notorietà che corrono nei salotti alla moda a dire quello che la società vuole sentirsi dire. Quanta distanza con Gesù, quanta lontananza con molti frati e suore di clausura che nell'ombra pregano per tutti noi.

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  2. ... Direi che Ravasi si commenta da sé....

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  3. Ma questo che leggo su quanto a scrittto Ravasi mi delude: in teologia ho apprezzato molto la sua esegesi sui salmi... ma ora non lo riconosco più. Scentia inflat! Attento Cardinal Ravasi!

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  4. Il Vitaliano della Sala lo ha accontentato: liturgia della Messa "arricchita" con la canzonetta del Mahmoud sanremese.

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  5. Voi di MiL ne avete di fegato... ma come fate a leggere quello che scrive Ravasi???

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    1. Occorre conoscere ogni mossa e ogni intenzione del nemico. E sottolineo nemico.

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    2. Sono l'Anonimo delle 13:33. Caro Fuoco, in generale concordo con te, ma considera che non si tratta di un nemico nuovo o che usa improvvisamente una nuova ed originale arma. È dagli anni '60 ormai che conosciamo la retorica buonista e moralista di alcuni preti, con tutte le implicazioni connesse. Non vedo quindi il bisogno di sviscerare ulteriormente certi concetti deliranti, ritengo più importante studiare la sana dottrina di sempre. Poi ognuno è libero di "farsi del male" come vuole...

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    3. @Fuoco : scommettiamo? Se fosse invitato a celebrare la messa pontificale in rito antico Ravasi accetterebbe di buon grado...

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  6. "un Principe della Chiesa che ritiene le canzonette siano opere d’arte"
    concordo su tutto, anche sul fatto che il Cardinale Ravasi non abbia le idee chiare su tante cose, però anche le canzonette sono opere d'arte. Saranno meno indicate di altre musiche ad accompagnare la liturgia cattolica ma sul fatto che siano un'espressione artistica dell'uomo creato da Dio, non ci sono dubbi.
    credo che si debba sempre fare attenzione a non gettare il bambino insieme con l'acqua sporca.

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    1. Caro Marco,"un'espressione artistica dell'uomo creato da Dio" è tale se riconduce a Dio, se risveglia nell'ascoltatore la nostalgia del Divino, se, al limite, provoca una crisi esistenziale in un'anima sperduta nel frastuono del mondo. Le canzonette (ette ette) sono lontane le mille miglia dal produrre questi salutari effetti. Al massimo provocano "emozioni" che non si innalzano di un millimetro dall'umano.

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