Finalmente qualche vescovo che difende la propria Chiesa e la propria Fede.
Mons. Fumagalli, ordinario di Viterbo (nella cui giurisdizione rientra la scuola elementare di Tuscania le cui maestre avevano deciso di sostituire nella canzone di Natale il nome di "Gesù" con l'avverbio "laggiù"), difende Gesù Bambino nel rispetto della "nostra identità cattolica e le nostre radici più profonde", ricordando le parole di Papa Francesco che critica l'integrazione qualora "minacci l'identità" del popolo ospitante. Inoltre, giustamente, il Vescovo si chiede se in nome di un preteso (e non richiesto) rispetto per i non cattolici, si dovranno censurare i capolavori di letteratura (Divina Commedia, Promessi Sposi), di musica, della storia dell'arte, oppure se sarà necessario cambiare o censurare addirittura i libri di Storia e il computo degli anni "dopo Cristo" (come per altro avviene, ahimè, già in Gran Bretagna, qui in inglese).
Ben detto Eccellenza!
Il grassetto è nostro.
Roberto
COMUNICATO STAMPA della CURIA VESCOVILE della DIOCESI DI VITERBO n. 20/2018 del 14.12.2018
DICHIARAZIONE del VICARIO GENERALE della DIOCESI DI VITERBO
Canto di Natale nella scuola di Tuscania
Sollecitato ad esprimere un parere su quanto accaduto in una classe della Scuola Elementare dell’Istituto Comprensivo “Ildovaldo Rodolfi” di Tuscania a proposito del nome di Gesù che una insegnante ha tolto dalla canzone di Natale e sostituito con la parola “laggiù” forse per non offendere la sensibilità dei “vicini di banco” non cattolici, come comunità ecclesiale condividiamo lo stupore e la meraviglia delle famiglie, delle Istituzioni Civili e di quanti faticano a capire la logica di una scelta didattica che contraddice il ruolo stesso della Scuola, chiamata ad offrire un’educazione aperta ed inclusiva e non esclusiva soprattutto di ciò che costituisce la nostra identità e le nostre radici più profonde.
Ricordiamo che l’integrazione è un dovere, ma, come ha affermato recentemente Papa Francesco, “nella misura in cui non sia una minaccia contro la propria identità".Scelte di questo genere riteniamo siano offensive proprio di coloro che si vorrebbe rispettare, in quanto considerati, in pratica, incapaci e non all’altezza di discernere e accogliere con serenità la ricchezza della nostra Storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni.Ci chiediamo, infine, se, in base a certi criteri, a scuola si potranno più insegnare la Divina Commedia e i Promessi Sposi. Se i testi di storia dell’arte dovranno essere censurati. Se bisognerà riscrivere la Storia. Se certi capolavori della musica si potranno più ascoltare. Se dovrà essere rivisto il calendario, dal momento che contiamo gli anni dalla nascita di Cristo…Ci auguriamo che il testo venga cantato nella versione originale, senza censure e, soprattutto, senza paure. È questione di rispetto della nostra identità, e, prima ancora, è buon senso.E mandiamo un saluto affettuoso a tutti i bambini della scuola di Tuscania, chiedendo loro scusa se noi adulti stiamo rovinando loro la festa più bella e più attesa che è il Natale.
Don Luigi Fabbri,
vicario generale della Diocesi di Viterbo
Certo che il sostituire nella canzone di Natale il nome di Gesù con l'avverbio "laggiù", richiede un grado di imbecillità davvero elevato e irreversibile.
RispondiEliminaVediamo l se la fantomatica CEI sente il dovere di emanare un comunicato dello stesso tenore, come avrebbe già dovuto fare in tante altre occasioni. Quanto a Bergoglio sa bene che quel subdolo 'qualora' non è una ipotetica eventualità futura ma si sta già realizzando grazie ai suoi proclami!
RispondiEliminaQuesta sì è una notizia.... abbiamo ancora un Vescovo cattolico!
RispondiEliminaVerrà prontamente rimosso dal 'misericordioso'
Ottima presa di posizione
RispondiEliminaPerché il Papa non ha invitato tutti i genitori cattolici e ritirare i loro figli dalle recite scolastiche qualora venissero alterati i testi cristiani espungendo ogni riferimento religioso ?. Gli islamici difendono puntigliosamente i loro credi religiosi perché noi no ?.
RispondiElimina