Nel trigesimo della morte del nefasto regista Bernardo Bertolucci, ad articoli encomiastici finiti, pubblichiamo un'analisi della sua opera da parte di Tempi.
Vedere anche QUI un altro articolo sul blog di Costanza Miriano
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Preghiamo Gesù perchè abbia avuto pietà della sua anima e la Vergine Immacolata perchè abbia interceduto per lui, malgrado tutto il male che ha fatto con buona parte delle sue opere cinematografiche.
Luigi (L)
Emiliano Ronzoni 28 novembre 2018
Morto Bernardo Bertolucci sono partiti gli encomi quasi fossero lampadine del presepe: un genio, un maestro, l’ultimo imperatore del cinema. Non concordo. Non ho visto molti film di Bertolucci. Ultimo Tango a Parigi non l’ho mai visto. L’ultimo imperatore l’ho visto alla tivù ma non mi ricordo gran che. Ho visto invece Novecento, al cinema, con un amico, attirato da un successo di pubblico travolgente. Era il 1976 e all’uscita litigai subito con quell’amico che ne tesseva le lodi. Contrariamente a L’ultimo imperatore di quel film mi ricordo parecchie cose.
LA CONTADINA #METOO E IL CAPITALISTA SFIGATO
Ricordo che il vecchio padrone sapeva ancora parlare e capire i contadini ma era ormai impotente, figura di un capitalismo destinato a morire, ricordo che il giovane capitalista, suo figlio, non sapeva più parlare ai contadini ma aveva introdotto le macchine. Ricordo che le macchine (la proprietà dei mezzi di produzione) avevano aperto la strada alla coscienza di classe dei contadini con la conseguente inevitabile lotta. Le contadine erano, agli inizi del 900, come le donne di #MeToo avrebbero desiderato di essere solo un secolo dopo: intrepide, pronte a opporsi, unite e a testa alta contro l’avanzare della violenza fascista (e inevitabilmente maschilista). Anita (Stefania Sandrelli) contadina dei primi anni del Novecento e amante di Olmo (Gérard Depardieu) era come ogni femminista degli anni 80 avrebbe voluto essere: l’eroina di se stessa. Giovane, carina, cosciente di sé e della storia, ogni sua inquadratura era circondata da aureole di luce. Della sua cosa faceva quel che voleva in barba alle convenzioni sociali e religiose (l’utero è mio e lo gestisco io). Il nipote del vecchio padrone capitalista (Robert De Niro) era ricco ed era un po’ amico e un po’ molto invidioso del nipote (Gérard Depardieu) del vecchio capofamiglia contadino (Sterling Hayden). Gérard Depardieu (Olmo) era povero ma intrepido, sfrontato e coraggioso. I giochi li conduceva lui. Diventerà un capo partigiano. Robert De Niro diventerà uno sfigato.
LA MESSA CANTATA FACENDO ALL’AMORE
Tutti sanno che la chiesa, almeno fin dopo la metà del Novecento, era l’intellettuale organico del popolo. Lo sapeva, per dire, Ludovico Geymonat, marxista filosofo della scienza che a un suo esame mi contestò aspramente la capillarità e capacità della chiesa di entrare in ogni piega della mente della gente, avvolgendola e piegandola al proprio dominio: prediche in ogni quartiere di ogni paese ogni domenica, orizzonte visivo con cappellette votive in ogni dove, simboli religiosi al nascere e al morire, giorni e periodi dell’anno scanditi in rifermento ai santi, festività religiose, pratiche pie, novene, precetti e comandamenti a reggere il vivere quotidiano.
Non lo sapeva Bertolucci: non ricordo di aver visto mai in Novecento un simbolo religioso: non un’immagine di santi in un qualche angolo di casa di contadini, non una madonna, non un crocifisso, mai una preghiera prima di sedersi a tavola o di incominciare o di finire una giornata. Figurarsi l’andare a messa. Ci fu, se ricordo bene, un richiamo al Natale, ma solo per dire che Olmo (Gérard Depardieu) e Anita (Stefania Sandrelli) lo festeggiavano da giovani focosi facendo all’amore: quella era la loro messa cantata. Ma già, marxianamente parlando, era o non era il corpo l’unica e ultima proprietà lasciata ai proletari? Poi, sempre se ricordo bene, ci fu anche un rimando a una figura di prete, ma solo per dire che andava a pranzo e a cena in casa del padrone. Da mantenuto.
IL FASCIO STUPRATORE E SFRACELLABAMBINI
Ricordo che c’era un fascista (Donald Sutherland) e come fascista non poteva che essere abbietto violento e schifoso. Pareva che il male dell’intero universo l’avesse preso di mira e gli fosse entrato in corpo: stupratore di bambini (con l’inquadratura, se ricordo bene, dei pesanti lividi sul piccolo culetto del bambinello di turno) si divertiva a concludere l’opera facendoli roteare per i piedi fin a sfracellargli la testa contro le pareti della stanza dove aveva da poco finito di divertirsi. Anche la relazione con la sua donna e complice, Regina (Laura Betti), aveva un che di viscido e strisciante. E anche con il nome non gli era andata bene: faceva Attila.
Ricordo che mio papà Antonio era per il duce. Quando provai a chiedergli il perché, rispose: «Allora erano tutti per il duce». Ricordo che la cosa più crudele che gli vidi fare fu di tagliare la coda a un barboncino che mi aveva regalato. Quando gli chiesi il perché, rispose: «Lo fanno tutti».
Ricordo che anche mia madre Carla era per il duce. Andava alle adunate della Gioventù del Littorio. Le piaceva sentirsi bella con la sua camicetta tutta bianca e pulita e la divisa. Marciare sotto gli occhi di tutti. Persone normali, di cui non ho mai dovuto vergognarmi.
DECENNI DI DORMIVEGLIA
Ricordo che in Novecento la storia avanzava travolgente verso il socialismo in un tripudio di bandiere rosse, e che anche la natura che alleava alla storia, con i cavalli che cacavano nelle mani dei contadini le palle di sterco con le quali i contadini avrebbero poi bombardato i crumiri.
E chissà se ci sia mai stata una qualche contraddizione nell’andare a prendersi i divi internazionali più strapagati di quegli anni 70 e nel farsi finanziare dalla Paramount per stare dalla parte degli oppressi (la Paramount salutò Novecento come «un ideale ponte tra Hollywood e il comunismo»).
Non molto tempo fa, in un’intervista è stato chiesto a Bertolucci: «È vero che per lei il ’68 è stato un sogno? Il suo sogno?». Bertolucci: «Sì, ma non bisogna parlare al passato. Ancora adesso è il mio sogno. Anzi direi meglio che sogno. Il ’68 fino ad adesso per me è quello stato che sta tra il sonno e la veglia. In francese si direbbe: réveiller». In altre parole Bernardo Bertolucci il genio, il maestro, l’ultimo imperatore del cinema, è rimasto per tutti questi decenni in quello stato in cui non si capisce un c...o. Appunto.
Da Pisa a Pistoia, preti sempre più politicizzati, afflitti dal delirio politico, con l’ideologia sinistrorsa, immigrazionista, mondialista, sostituita alla fede cattolica, traboccanti di un odio sviscerato, prima contro Berlusconi, ora contro Salvini, pur di mettere a tacere ogni voce discorde dai loro folli ragionamenti. Una mente contorta, diabolica, la loro, incapace di usare il cervello, buoni solo a sputar veleno.
RispondiEliminaMa che andassero a lavorare ! a far politica senza metterci di mezzo la religione, dato che non sono degni nemmeno “di sciogliere il legaccio dei sandali” di un vero sacerdote (cfr Lc, 3,16)
Vedere per credere:
https://manliominicucci.myblog.it/2018/12/24/volete-trovare-gesu-cercatelo-nella-spazzatura/
Così risponde il sindaco Susanna Ceccardi a questo prete sinistrorso :
“Don Zappolini butta Gesù in un cassonetto per protestare contro lo sgombero che ho fatto a Cascina del campo Rom.
Protesta -dice lui- contro "l'ipocrisia di chi vorrebbe mettere il presepe in tutte le scuole" e "la politica delle ruspe".
Secondo me, un prete che getta il bambino Gesù nella spazzatura e appende manifesti politici in Chiesa dovrebbe smettere di fare il parroco e iscriversi al partito della Boldrini.
Sgomberare un campo rom dopo trent'anni diventato ricettacolo di sporcizia, delinquenza e degrado, è un segno di umanità, oltre che di legalità.
Al di là di qualche prete eretico che cerca ad ogni costo visibilità facendo politica, noi il vero presepe e il Santo Natale non ce lo faremo buttare nei rifiuti.“
Difendiamo il Natale. Difendiamo le nostre radici!
(Susanna Ceccardi)
… e qui c’è il solito don Biancalani di Pistoia (ed altri falsi preti come lui) :
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7110-eppure-e-natale
In conclusione, una breve riflessione sulla mente contorta di questi politicanti da strapazzo infiltratisi nel clero per servire da braccio ecclesiastico del Nuovo Ordine Mondiale massonico :
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/archivio-articoli-la-caverna-di-platone/6021-una-mente-contorta
La mente contorta dei “progressisti”, civili e religiosi:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2509_Catholicus_Mente_contorta_dei_modernisti.html
(l’articolo è stato ripreso da Acta Apostaticae Sedes :
https://apostatisidiventa.blogspot.com/2018/06/una-realta-che-esiste-solo-nella-loro.html
Dagli anni sessanta del secolo passato, prima subdolamente, poi sfacciatamente, la cinematografia e poi la TV hanno contribuito e, spesso istigato, al degrado morale della società italiana, presentando modelli di comportamento del tutto negativi per l'ordinato sviluppo della convivenza pacifica e della famiglia, in una tragica sequela: divorzio, aborto, eutanasia...... Ciò è avvenuto con i finanziamenti delle solite organizzazioni finanziarie anticristiane e, peggio, con il pubblico danaro distratto da investimenti necessari per scopi sociali. Al citato regista se ne dovrebbero aggiungere molti altri che hanno percorso lo stesso binario. con il risultato di una società sempre più conflittuale e nemica di se stessa.
RispondiEliminaNon resta che il solito velo pietoso.
RispondiEliminaC'è un solo Maestro che non passa mai perché è eterno.Questi altri maestri… dopo una settimana che son morti non se li fila più nessuno.
RispondiEliminaUltimo tango a Parigi: un filmastro squallido come Bertolucci.
RispondiEliminaSintesi del pensiero di Monsignor Cesare Baronio, ricavata dal suo articolo
RispondiEliminahttps://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/baronio-padre-cavalcoli-una-meditazione.html :
“…possiamo concordare sul fatto che la Chiesa stia affrontando una crisi mai vista nella sua storia … la setta che eclissa la Santa Chiesa è complice ideologica del mondialismo massonico, al quale presta la propria voce per imporre l’ecumenismo irenista, il lassismo morale, il qualunquismo dottrinale e disciplinare, la devastazione liturgica, la desertificazione spirituale.
Da sessant’anni assistiamo ad un’opera di demolizione sistematica di tutto ciò che nei secoli ha reso grande la Chiesa; questa vandalizzazione dei suoi più preziosi tesori non ha risparmiato nulla, dando prova di un odio teologico per tutto ciò che richiama il Vero, il Buono e il Bello … un imbarbarimento che non avrebbe potuto diffondersi a questi livelli se non avesse trovato uno zelantissimo apostolo negli ideologi della rivoluzione conciliare, nel consenso di tanti Papi, nella complicità del Clero e nella succube inerzia del popolo cristiano . ..
non potevo credere che ciò che la Chiesa aveva condannato da sempre potesse divenire prassi imposta da un Concilio Ecumenico e dalla Santa Sede ... Il mio errore, allora, fu il credere nella buonafede di chi era costituito in autorità ... Ma le pie illusioni furono presto sconfessate dalla realtà, dalla tetragona ostinazione nel precipitarsi verso il baratro, nella volontaria cecità dinanzi alla rovina ... e non parlo, sia chiaro, della sola riforma liturgica, che pure rappresenta il compendio della demolizione perpetrata in tutti gli ambiti ecclesiali.
In campo politico, sin dalla sua fondazione, l’Europa aveva come scopo preciso il soverchiare le Nazioni e i popoli, per imporre un governo tirannico che preparasse la sinarchia massonica, preludio dell’avvento dell’Anticristo. In ambito ecclesiastico, sin dal Vaticano II, la neo-chiesa ha usato non dissimile strategia per imporre una tirannide in seno alla Chiesa … come le norme europee impediscono qualsiasi sovranità nazionale in nome di una pretesa democrazia, così le attuali leggi canoniche sono strumentali all’imposizione della dittatura della setta modernista, preludio dell’avvento del Falso Profeta. Chi crede di poter ritornare ai presunti ideali dei padri fondatori dell’Unione Europea correggendo gli errori politici imposti dalla finanza speculativa commette lo stesso errore di chi - come Lei - crede di poter ritornare ai presunti ideali dei padri conciliari correggendo gli errori dottrinali imposti dal cosiddetto postconcilio. Ma non c’è nessun sogno europeo, bensì un incubo dei peggiori, che ha ridotto in miseria intere nazioni e imposto una rivoluzione ideologica ricorrendo a mezzi di coercizione di natura economica. Similmente, non c’è nessun sogno conciliare, ma un incubo che ha causato danni incommensurabili al popolo cristiano, imponendo una rivoluzione dottrinale e morale ricorrendo a mezzi di coercizione per via liturgica.
... Credo che oggi sia quantomai evidente che non vi è più alcuna opposizione tra il mondo e la Chiesa, per il semplice motivo che la Gerarchia parla la stessa lingua del mondo, ne condivide le istanze, ne abbraccia l’ideologia, ne sposa le tesi. E se non vi è opposizione tra il mondo e la Chiesa, significa che quella che si definisce tale è una sua turpe parodia, cui presiedono osceni personaggi ...
Ciò non significa che la Chiesa non esista più: essa è eclissata, viva in Cristo Sommo Sacerdote, nei Sacramenti e nel Sacerdozio grazie a tanti buoni ministri e ad una moltitudine di anime sante. É grazie a loro che essa risorgerà, quando la Provvidenza si degnerà di concederlo. Ma ripeto: nulla di quella turpe frode potrà esser salvato, perché porta con sé il marchio infame del Nemico
Argomentazioni e constatazioni ineccepibili.
EliminaForse abbiamo il "clero" che ci meritiamo
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