Lactatia, la drag queen più piccola al mondo
In Inghilterra i cristiani che hanno cambiato sesso avranno diritto a un secondo battesimo per confermare la loro nuova identità sessuale.
12.12.2018 - Paolo Vites, Il Sussidiario
Da anni la Chiesa Anglicana d’Inghilterra per frenare la continua emorragia di fedeli (il Regno Unito è considerato numericamente il paese più ateo dell’occidente) ne inventa sempre di nuove, come le donne prete, i matrimoni tra persone dello stesso sesso e tante altre cose che questa emorragia la fanno solo aumentare. L’ultima della serie è offrire un secondo battesimo a tutti coloro che hanno cambiato sesso. Cioè, se sei stato battezzato come Mario perché eri un bel maschietto, adesso che sei donna ti ribattezziamo Giovanna. Se si accetta la premessa che i transessuali sono “donne intrappolate nel corpo di un uomo” o viceversa, si legge sul sito spagnolo Infovaticana, allora il primo battesimo, che è stato fatto a una persona con il sesso sbagliato, è, se non valido, incompleto, e quando il transessuale “scopre” e proclama la sua nuova identità, che equivale a una nuova nascita, la Chiesa d’Inghilterra, sempre modellata sulle ultime ideologie alla moda, è più che intenzionata a strumentalizzare la fede per solennizzarla.
Lo scorso martedì è stata pubblicata una nuova guida pastorale che consiglia ai sacerdoti di rivolgersi ai trans con il loro nuovo nome e anche senza battesimo sacramentale raccomanda un rituale simile di riconoscimento liturgico della loro nuova identità. La guida, approvata lunedì dalla Casa dei Vescovi, descrive anche l’uso di elementi come acqua e olio nel rito citato. La forma concreta del servizio liturgico in questione è lasciata nelle mani di ciascun parroco, ma è consigliabile accompagnarla con la consegna di una Bibbia regalo con il nuovo nome registrato o un certificato. Come nucleo del nuovo servizio, che si chiama Affermazione della Fede Battesimale, il ministro impone le sue mani ai fedeli, gli rivolge il suo nuovo nome e recita una preghiera per lui. La leadership anglicana vuole chiarire nel documento che non è esattamente un secondo battesimo, ma spiega che l’affermazione della fede battesimale permette ai transessuali “di rinnovare gli impegni presi in pubblico nel battesimo e offre uno spazio per coloro che hanno sperimentato una transizione importante riconsiderare la loro vita a Gesù Cristo “.