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sabato 27 ottobre 2018

#sumpont2018 - testo italiano della predica di p. Ike durante la Messa a Trinità dei Pellegrini

 In attesa di inviarci le foto della processione, i l nostro inviato L. ci fa avere, grazie a Guillaume, il testo della bella predica che  padre Charles ha tenuto ieri durante la Messa solenne in Trinità dei Pellegrini. 
Finchè ci sono giovani sacerdoti come p. Charles, la Chiesa ha speranza per il proprio futuro! 



SANTA MESSA INAUGURALE DEL 7° PELLEGRINAGGIO INTERNAZIONALE
POPULUS SUMMORUM PONTIFICUM 
CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ DEI PELLEGRINI IN ROMA 

di Padre Charles Ike – FSSP 

«Umiliò sé Stesso, facendosi obbediente fino alla Morte e alla Morte di Croce. Per questo Dio l’ha esaltato, e gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome: perché nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi

Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Secondo il Rito Latino, oggi è un giorno di Feria, e la Santa Messa Votiva che oggi celebriamo è volta ad affidare alla Santa Croce il Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum di quest’anno.
Nel momento in cui ognuno di noi sente nominare la Santa Croce di Nostro Signore, le impressioni che questa espressione provoca sono molteplici. Un tempo “croce” richiamava alla mente situazioni, o persone, negative. Questo, perché la croce era uno strumento che si utilizzava per giustiziare coloro che si erano macchiati di gravi crimini. Anche Gesù, agli occhi degli Ebrei, si era macchiato di un grave crimine come la blasfemia, avendo detto di avere il Potere di perdonare i peccati. In questo modo, Egli si era posto sullo stesso piano di Dio, e venne condannato alla Morte in Croce.

Per un Cristiano, però, “Croce” è sinonimo immediato di “salvezza dell’umanità”. Satana riuscì a vincere sul genere umano tentando i nostri progenitori Adamo ed

Eva affinché mangiassero dall’Albero Proibito, ma Cristo ha sconfitto Satana dall’Albero della Croce. Obbedendo al Padre, Egli ha accettato la Morte in Croce, e ci ha redenti tutti. Si è fatto uomo, ed è morto in Croce, annullando il male procurato dall’Albero della Disobbedienza e sconfiggendo il nemico dall’Albero dell’Obbedienza, ossia la Croce.

Cristo è venuto a salvarci e ad indicarci la Via della Salvezza; Egli ha detto: «Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi sé stesso, prenda la sua Croce e Mi segua.» (Mt 16:24).

In che modo il nostro Pellegrinaggio si può legare all’espressione di Cristo «Prenda la sua Croce e Mi segua»? Una Croce richiede pazienza, e non si può trasportare se non con l’amore trasmesso dalla Carità. Siamo nella stessa situazione del popolo di Israele che, fuggito dall’esilio in Egitto, si mette sulla strada per raggiungere la Terra Promessa. Cosa succede loro, nel momento in cui cominciano a lamentarsi? Il loro cammino si prolunga smisuratamente. Lo stesso succede al nostro cammino di Fede, che è il cammino verso il Paradiso, nel corso del quale è necessario esercitare la Virtù della Carità per diventare capaci di praticare tutte le altre Virtù. Infatti, senza la Virtù della Carità, tutti gli sforzi che si faranno nel corso di questi tre giorni di Pellegrinaggio e Penitenza, potrebbero non andare a buon fine; al contrario, essi potrebbero addirittura peggiorare ulteriormente la situazione della Chiesa.

Gli Israeliti che tornano dall’esilio verso la Terra Promessa possono essere visti come un simbolo che rappresenta gli sforzi di noi Cristiani per far fronte alle difficoltà che la vita ci presenta e che ostacolano l’ottenimento della Gioia Eterna, che è il nostro vero scopo. Gli sforzi che facciamo per raggiungere la Perfezione sono di varia natura a seconda della singola persona che li deve sostenere, e altro non sono che la Croce che ognuno di noi riceve e che deve portare per poter raggiungere il Paradiso.

Nel corso del nostro cammino verso il Paradiso – come anche nel corso di questo Pellegrinaggio – probabilmente incontreremo alcuni ostacoli che ci distoglieranno dal nostro scopo, così come ci saranno anche elementi che ci aiuteranno a fare sì che il nostro cammino vada a buon fine. D’altra parte, in fin dei conti siamo noi stessi che decidiamo su cosa focalizzare la nostra attenzione e, sulla base di ciò che scegliamo, il nostro Pellegrinaggio sarà più o meno proficuo.

Sant’Elena – la madre dell’imperatore Costantino – si recò in pellegrinaggio a Gerusalemme con il proposito di trovare la Reliquia della Santa Croce, e in effetti riuscì a trovarla. Ancora oggi il nome della Santa è strettamente legato a quello della Santa Croce, e il motivo è semplice: lei colse l’opportunità che ebbe di poter partire alla ricerca della Reliquia, con tutte le difficoltà comportate dal viaggio, e fu proprio cogliendo quest’opportunità a redimerla e a guadagnarle il Paradiso.

Suo figlio, l’imperatore Costantino, in seguito al sogno in cui ebbe una visione della Croce, adempì ciò che Essa gli chiedeva, e così poté sconfiggere il nemico nel corso della Battaglia del Ponte Milvio (312 d.C.). Ora tocca a noi. A noi è richiesto di pregare per il Bene nostro e della Santa Chiesa e per la Salvezza delle anime, anche vista la criticità dell’attuale situazione della Chiesa. Come Costantino, anche noi siamo chiamati a focalizzare la nostra attenzione su Dio, specialmente durante questo Pellegrinaggio di Riparazione, per poter vincere l’incombente battaglia spirituale e lucrarci un posto in Paradiso.

Senza la Croce non c’è vittoria; Cristo dice: «Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi sé stesso, prenda la sua Croce e Mi segua.». Ed è solo prendendo la nostra Croce e sopportandone il peso durante il percorso, che possiamo essere innalzati come Cristo è stato innalzato sulla Croce. Quindi, senza esitazione, lasciamo alle spalle tutto il resto e, durante questo Pellegrinaggio, consideriamo i problemi che la Chiesa sta affrontando attualmente come la nostra stessa Croce; chiediamo aiuto e Misericordia a Dio, e saremo innalzati alla Gioia Eterna.

Dio vi benedica tutti.
 Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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