E' la volta del giovane sacerdote della
Fraternità San Pietro, di origini nigeriane, Charles Ike (nella foto).
Ci ha parlato del suo paese fin dalle
origini della cristianizzazione, con i missionari francesi nel XIX
secolo. Gli inizi furono difficili, anche per la difficoltà delle
molteplici lingue esistenti in Nigeria e tuttora il cattolicesimo contende il campo con l'islam, le religioni pentecostali e quelle animiste.
Il rev. Ike ha narrato più che altro della sua personale esperienza, di come, completamente ignaro della antica Messa latina (di cui aveva solo sentito narrare da suo padre, con compianto per la sua perdita), un giorno ne ebbe conoscenza diretta. E da lì la "folgorazione" come sulla strada per Damasco.
Quando si parla di Messa in latino in Africa, si pensa che essa non si adatti con la tradizione africana; nella cultura africana si introduce canto, tamburi danza perfino; e si pensa che questo sia incompatibile con la Messa tridentina.
Ma, se Dio vuole, il problema si supera; perché le culture sono aperte l'una sull'altra e l'adattamento è sempre possibile. E' vero che la Messa tradizionale è celebrata in un solo luogo del paese: dopo l'arrivo del nuovo vescovo, alcune celebrazioni sono state soppresse.
Le vocazioni ci sono, ma la formazione del clero è ancora un problema. Il problema principale, in Africa, della diffusione della Messa in latino è l'ignoranza. Addirittura il padre Evaristo, che ha portato la Messa antica in Nigeria, fu definito "anticristo" dall'Arcivescovo di Lagos!
Ci sono sacerdoti che vorrebbero celebrarla, ma temono di essere sospesi, cosa effettivamente già avvenuta.
Enrico
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