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venerdì 28 settembre 2018

Soppressione della diocesi di Albenga: verrà ripartita tra quella di Ventimiglia e quella di Savona?

Cattedrale di S. Michele - Albenga
Ormai girano voci, sempre più circostanziate, su quella che sembra essere una decisione ormai già presa. Il decreto sarebbe già pronto e dovrebbe essere pubblicato e reso noto nel prossimo mese di ottobre. 

Di cosa stiamo parlando? Della revisione della geografia delle diocesi italiane. Sembra infatti ormai questione di giorni: molte diocesi italiane saranno soppresse per far in modo che quelle rimenenti coincidano con il territorio delle province politiche. Alcuni dettagli ci sembrano incredibili e quindi le riferiamo con prudenza. 

Sebbene a ben vedere sia il compimento di un disegno riformistico risalente addirittura all'Unità d'Italia, formalizzato  nel Concordato tra Stato e Chiesa del 1929 e ribadito da Paolo VI, fa un po' strano vedere molte e antichissime diocesi cadere sotto alla scure della "riorganizzazione geopolitica". 
Sappiamo bene che un tempo, soprattutto al Sud, molte diocesi vennero erette per privilegi nobiliari o per prestigi personali, e sembra giusto una riduzione di molte piccole (anche per estensione nonchè per fedeli) diocesi. 
Tuttavia oggi, in quello stesso Sud, l'unico avamposto di civiltà e di aiuto è rappresentato dalla Chiesa (soprattutto nella lotta contro il degrato morale e il dilagare della criminalità organizzata): e quindi tale provvedimento potrebbe rappresentare un impoverimento delle realtà umane, culturali e sociali di quei territori.: è vero che i preti restano, ma è indubbio che la presenza della Cattedrale, della Curia, del Vescovo è sale e lievito per la chiesa particolare

Ancor più d'effetto è la notizia che una di quelle destinate a scomparire sia la gloriosa diocesi di Algenga-Imperia, il cui territorio (e il clero) verrà spartito e assegnato alle due confinanti:
quella di Ventimiglia - San Remo e quella di Savona - Noli. 
In Liguria sembra che altre due diocesi debbano scomparire: quella di Chiavari e quella (antichissima) di Tortona (che insiste su 3 regioni e su 3 province). 

Quindi a meno che non si siano decisi ad attuare un progetto vecchio di un secolo e mezzo pur di avere il pretesto di sopprimere la diocesi di Mons. Oliveri, sembrerebbe che dietro non ci sia nessun intento politico.

Dispiace comunque vedere che la rocca italiana della Tradizione, in cui un coraggioso e stoico Vescovo come Mons. Oliveri aveva fatto nascere, crescere e diffondere la Sacra Liturgia antica anche in tempi antecedenti al Summorum Pontificum, venga così tristemente smembrata. 

Almeno l'attuale ordinario sarà contento: potrà tornarsene in Toscana (Lucca, forse?) e abbandonare una diocesi che (pare) non abbia amato molto. Venendo, peraltro,  ricambiato. 

Roberto

16 commenti:

  1. Ci sono anche dei fondati motivi per sperare ancora: perchè la CEI vorrà unilateralmente rinunciare al "piatto vescovile" che lo Stato Italiano corrisponde alle Diocesi rimaste dopo l'epurazione del 1986? Aspettiamo prima di romperci la testa. E' vero che ormai alla gente non importa più nulla della propria Diocesi ma non fasciamoci la testa prima di averla rotta! Nel caso della Diocesi di Albenga c'è anche il problema della "sistemazione" del vescovo che è ancora giovane. Dove andrà ? Speriamo bene.

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    1. Conoscendo l'ottimo apparato manageriale del clero ripeto la domanda: perchè la CEI vorrà unilateralmente rinunciare al "piatto vescovile" che lo Stato Italiano corrisponde alle Diocesi rimaste dopo l'attuale sistemazione delle Diocesi fatta del 1986?
      Non sono così stupidi, in fatto di soldi, alla CEI...

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  2. Molte provincie italiane sono molto grandi e un tempo con più diocesi già accorpate e ridotte ad un terzo. Pensare di ridurle ancora con la crisi delle vocazioni e quindi con pochi sacerdoti ( vi sono ormai tanti comuni con otto-diecimila abitanti e più con uno o due sacerdoti per lo più anziani) e vaste aree con almeno più di centomila anime con un solo vescovo, è semplicemente demenziale. Una riduzione delle diocesi senza il superamento della crisi delle vocazioni è dannosa per il popolo fedele che rimane abbandonato senza assistenza religiosa e morale. Ma ciò interessa sempre meno alle autorità vaticane e della CEI dedite non all'evangelizzazione a proclami socio-politici che non hanno niente a vedere con il Vangelo strumentalizzato ideologicamente.

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    1. Hai ragione. Del resto è proprio il clero attuale che fa svuotare le chiese, cercando di rincorrere il mondo (ma noi sappiamo che le logiche mondane sono antitetiche a quelle di Cristo). Evidentemente preme di più pensare agli affari che al Vangelo, e preme di più avere pochi fedeli concentrati e lobotomizzati dal politically correct, sicuramente più addomesticabili.

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  3. Ripeto quanto ho scritto più volte: ad Albenga sotto Olivieri c'erano personaggi ammantati di tradizionalismo ma assai discutibili provenienti da altrove, persino un prete sospettato di omicidio di un altro sacerdote a Trieste. Non è così che si difende la tradizione della Chiesa. Sarebbe il caso di finirla con questi panegirici della diocesi di Albenga.

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    1. Non posso purtroppo dissociarmi da quando con tanta saggezza nella realtà concreta ha scritto Luca "Sarebbe il caso di finirla con questi panegirici della diocesi di Albenga".

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    2. Occorre effettivamente riconoscere che ci sono diocesi di origine antica e particolare ma oggi insignificanti per dimensioni e possibilità pastorali: vista la loro importanza storica si potrebbero unire "in persona episcopi" come Cuneo e Fossano ma occorre porsi il problema non solo perché levato il numero delle diocesi ma soprattutto quello dei bescovi e non ce lo possiamo più permettere data la mancanza di personale. La gestione delle parrocchie sta diventando un problema drammatico con preti che sono sempre più amministratori e impiegati d'ufficio avendo affidate molte comunità. Nel caso della diocesi di Albenga-Imperia mi sembra però un allarmismo ingiustificato perché è una realtà che ha una sua consistenza ma soprattutto, se l'obiettivo è quello di far coincidere - dov'è possibile - il territorio ecclesiastico con quello provinciale, non ha senso sopprimere una diocesi che è sede di una provincia ma al massimo ridurla alla provincia stessa. A meno che non sia una manovra per smembrare uno dei presbiteri più problematici d'Italia, ricettacolo di rifiuti di seminari e conventi di ogni dove e con le famose problematiche legate alle s ... sesso, soldi e senno. Lo dico a malincuore ma con cognizione di causa.

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    3. Davvero, basta. Ad Albenga é successo di tutto...

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    4. Già: perché in altre diocesi non avviene??? Ad Albenga le hanno rese note per colpire il Pastore. Non siamo ipocriti nel credere che il male fosse tutto e solo ad Albenga! Mo’ Basta eh!

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  4. Tortona non è in Liguria, ma in Piemonte

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    1. ... si grazie. Ma la DIOCESI di Tortona fa parte della Regione Ecclesiastica Liguria e comprende parrocchie in provincia di Genova, di Pavia e di Alessandria .

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  5. Cosa vuol dire "sopprimere la diocesi di Mons. Oliveri"? La diocesi non appartiene ad un vescovo, non è di un vescovo (a maggior ragione di un vescovo emerito). E poi la diocesi di Albenga-Imperia, oltre a rocca della Tradizione, è stata (o è ancora), purtroppo, rocca di tante altre faccende mondane.

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    1. Ovvio che non è proprietà privata, m è un modo di dire per individuare una diocesi lungamente governata da un Vescovo. Così come la diocesi di Siri è Genova, di Martini è di Milano ecc.

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  6. la verità è che il nostro è un mondo al contrario: conosco abbastanza quella diocesi e quello che mi ha colpito è la qualità spirituale di molti suoi sacerdoti,che celebrano meravigliose liturgie,cosa purtroppo davvero rara altrove. E quanto a mons. Olivieri io penso che se c'è stato un uomo di chiesa davvero santo,in questi tempi disgraziati, è stato lui.

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La Redazione