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martedì 27 febbraio 2018

Appello di aiuto per la FSSP di San Simon Piccolo in Venezia

Gli amici veneziani della benemerita Fraternità San Pietro ci scrivono per chiederci di diffondere un accorato appello di aiuto: la loro cappellania di San Simeon Piccolo a Venezia  attualmente si trova in gravi difficolta’ economiche. 
Tutti quanti noi, legati alla S. Messa tridentina, abbiamo un debito di riconoscenza e di obbligo morale nei confronti della Fraternità di San Pietro che ha costituito il primo (e per molti decenni unico) baluardo della liturgia tradizionale ricevendola dalla Fraternità San Pio X e inserendola entro il legittimo ovile di Santa Romana Chiesa (nel 1988 sotto il pontificato di S. S. Giovanni Paolo II). 
Inoltre San Simon Piccolo è stato negli anni 80 la trincea che ha visto scontri violenti (anche fisici!) tra i difensori della Tradizione (discepoli di Lefebvre) e i "pacificisti" modernisti.
 
Quindi per questo duplice motivo non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo restare sordi al grido di aiuto che ci viene dalla Fraternità San Pietro di San Simon Piccolo. 
Se ogni nostro lettore donasse anche solo € 5 (stimiamo 4000 lettori fissi al giorno) sarebbe un grande aiuto per i nostri fratelli. 

Nel seguente post si trovano i riferimenti bancari per inviare un'offerta.

Di seguito il comunicato della Fraternità in cui spiegano le spese e rendicontano il bilancio mensile:
 Carissimi fedeli,
desideriamo con la presente renderVi edotti del momento di particolare difficoltà economica che l'apostolato veneziano della Fraternità Sacerdotale San Pietro sta attraversando.
Non si è infatti mai provveduto, negli 11 anni in cui la Fraternità è presente a Venezia, a creare un sistema finanziario stabile per la copertura delle spese dell'apostolato, che ha sempre continuato ad andare avanti grazie a donazioni private, le quali però sono andate via via esaurendosi, fino a giungere alla critica situazione attuale, sulla quale il nuovo Cappellano, da pochi mesi arrivato, non ha potuto per il momento intervenire.

Un rapida sintesi del bilancio mensile, infatti, potrebbe essere la seguente:

+0500€ forniti dal Patriarcato di Venezia per il mantenimento dell'apostolato
+0500€ forniti da un benefattore privato
+0240€ circa raccolti nelle questue delle Messe domenicali (in media 60€ a Messa)
1200€ di affitto e spese (bollette, etc.) per l'appartamento e per il sostentamento del sacerdote 0300€ di spese per il mantenimento della Chiesa (luce, oggetti per il culto, etc.) 0500€ Per la musica
-------------------------------------
SALDO: -760 € al mese
A fronte di questo saldo negativo, la Fraternità, non possedendo come ordine religioso un fondo economico né proprietà alcuna, non può in alcun modo venire in
aiuto dell'apostolato veneziano. Di conseguenza, a partire da oggi domenica 25 febbraio, fino all'evolversi della situazione, la S. Messa domenicale sarà celebrata in forma letta, in quanto non vi sono fondi a sufficienza per il pagamento del coro.

Tutti noi, legati alla Messa Tridentina, vogliamo che essa continui a essere celebrata a Venezia, e con la dignità che le è sempre stata propria; tuttavia, proprio per questo, è necessario che tutti i fedeli forniscano il loro contributo, specialmente durante le questue delle Messe domenicali.

Dal momento che la Messa è partecipata da mediamente 40-50 fedeli ogni domenica, se ognuno donasse 5€ a ogni Messa, la situazione economica dell'apostolato potrebbe tornare in attivo, e ci sarebbero i soldi per riprendere a celebrare le Messe cantate e provvedere alle altre spese necessarie (mancano al momento molti oggetti per il culto: paliotti, parati, tovaglie etc.).

Per chi volesse offrire il suo contributo tramite bonifico, l'IBAN è il seguente:
IT52 A033 5901 6001 0000 0009 124
Per coloro che lo effettuassero dall'estero, il codice BIC/SWIFT è BCITITMX

Vi ringraziamo della Vostra generosità.


Fraternità Sacerdotale San Pietro
Cappellania di S. Simeon Piccolo
S. Croce 698, 30135 Venezia

43 commenti:

  1. Chiedete l'8/1000 (visto che stanno col "Pastore" in Santa Romana Chiesa) e tagliate le spese inutili (pagare i cantori???)

    PS Il primo baluardo è stato Mons. Lefebvre e la FSSPX, evitiamo di dire baggianate, visto che lo tradirono per avere privilegi vaticani!"!

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    1. E' la verità. Nel 1985, mi trovavo a Padova al servizio militare e andavo alla Santa Messa a San Simeon Piccolo quasi ogni domenica. Ricordo molto bene che l'ultima Santa Messa celebrata dalla FSSPX fu quella del 15 settembre 1985, festa di Maria Addolorata.
      Poi la chiesa fu chiusa, in quanto nel frattempo c'era stata la storia del famoso Indulto.
      Conservo dei bellissimi ricordi di quel tempo. Quale entusiasmo nel potere assistere al Santo Sacrificio della Messa celebrato in una bella chiesa!

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  2. PICCOLA GLOSSA

    Padre Kramer paga al Patriarcato di Venezia € 800,00 al mese di AFFITTO poichè non può dormire nella canonica di San Simeon Piccolo (vi alloggia un altro sacerdote).

    Mi chiedo: siamo (la chiesta della primavera democratica conciliare) disposti ad accogliere tutti (soprattutto se musulmani) GRATIS; ma se si tratta di un sacerdote tradizionalista DEVE PAGARE € 800,00 al mese.

    Squallore tipico dei modernisti, straccioni e idolatri



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  3. 60€ per 40-50 fedeli.. patetico. quando perderanno la Santa Messa vedranno che sarebbe stato meglio dare molto di piu.

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  4. Ma da quando in qua il coro per la messa va pagato? Non ho mai sentito una cosa simile. A meno che non venga da lontano e gli si rimborsano le spese di viaggio, ma di solito chi canta in chiesa lo fa per volontariato, almeno nelle parrocchie normali si fa così. Se non c'è il coro, i preti insegnino ai fedeli i canti (la messa degli angeli è capace chiunque a cantarla), d'altronde dovrebbero essere i fedeli a cantare, la messa non è mica un concerto.

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    1. La saggia "apertura dei commenti" da parte della Redazione di MiL su questa pagina deve essere un concreto stimolo su come poter aiutare quei nostri fratelli veneziani prima che, Dio non voglia, debbano chiudere il loro apostolato per conclamati debiti.
      Stiamo parlando di Venezia, di una città che vive di turismo e, nel caso dei nostri amici veneziani, di missionarietà liturgica.
      Ho molto apprezzato la frase "di solito chi canta in chiesa lo fa per volontariato...a meno che non venga da lontano e gli si rimborsano le spese di viaggio" ma se per la maggior gloria di Dio e l'edificazione spirituale dei fedeli il gruppo liturgico più "vecchio" d'Italia volesse ricorrere anche (anche) ai dei musicisti professionisti che in Italia sono perennemente discoccupati penso che si faccia opera di grande apostolato.
      Anche la confezione, dando lavoro agli artigiani, dei paleotti ( qualcuno li ha citati) o dei paramenti ecc ecc è apostolato.
      Fra le tante cose che potrebbero unire le neonate realtà ecclesiali dei "gruppi stabili" ci potrebbero anche esere delle "fraternità" ( non mi va di chiamarle cooperative) che all'estero sono una bella realtà.
      Se non riusciamo a percepire, io per primo, l'importanza delle fraternità lavorative di artigiani e musicisti legati al nostro mondo tradizionale significa che ignoriamo anche una buona fetta della costruttiva pastorale anche della FSSPX.

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    2. La Messa non è mica un concerto.

      No la Messa non è un concerto, e non ho credo che il canto gregoriano e la polifonia possano intendersi se non in chiave sacra ma i fedeli non cantano nè una nè l'altra: quindi si paga (ma il quantum è pari ad un rimborso spese) per avere ciò che è più acconcio alla liturgia.


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    3. Si faccia il passo secondo la gamba.

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  5. Quante ciance per dire che vi servono danari per Tenori&Paliotti.

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    1. Caro Anonimo i sacri paliotti li compriamo dai preti modernisti (e non scherzo) che li vendono (anche quelli in filo d'argento) a pochi centinaia di euro.

      Loro vendono anche i sacri reliquiari: non ne vogliono proprio sapere dei santi e delle loro virtu'.

      Le pianete no: le distruggono, come hanno divelto le preziose balaustre e gli altari.

      La Tradizione non è una moda ma è il Volto della Chiesa.

      Tergestinus

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    2. I "sacri" paliotti sono stati elencati nel vostro appello: "mancano al momento molti oggetti per il culto: paliotti, parati, tovaglie etc."

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    3. Bella frase di Tergestinus : "La Tradizione non è una moda ma è il Volto della Chiesa".
      La copieremo
      grazie

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    4. Ma dove sono finiti i paliotti (peraltro di gusto assai discutibile) dipinti sotto la gestione precedente?
      Paliotti e tovaglie, volete prenderci per i fondelli?

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  6. Ringrazio la FS San Pietro che a Venezia mi ha permesso di conoscere la Messa Tradizionale riportandomi in Chiesa dopo tanti anni di assenza! I cantori professionisti permettono celebrazioni davvero uniche degne della Casa del Signore!
    A chi ama la Messa tradizionale chiedo davvero un aiuto per questa cappellania che è un riferimento fondamentale per la S. Messa tradizionale in Italia e nel mondo!

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    1. Un riferimento fondamentale con 40/50 fedeli a messa? Ma di che sta parlando?

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  7. Se si vuole un rito decoroso con paramenti giusti e non camici sdruciti e sporchi e un coro che canti, almeno nelle Messe solenni la tradizione ( utilizzando anche il popolo ma per canti semplici), oltre alla manutenzione e restauro della chiesa, servono soldi. A Roma la Fraternità con p. Kramer, con le offerte, ha curato il restauro ( che continua tuttora ) della chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini, scrigno di grandi opere d'arte ( sull'altare maggiore campeggia la celebrata grande tela della SS. Trinità di Guido Reni), ma prima semiabbandonata. E' vergognoso inveire contro quella richiesta di offerte, mentre ovunque si dilapidano per opere non di culto, mentre le chiese ( chiamiamole così !) moderne sono spoglie, brutte e indecorose ( guardate come è messo il SS. Sacramento !)

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    1. Il restauro e' stato pagato dal governo. Non dire stupidagini. A Roma come ovunque in Italia i fedeli non sanno adempiere il precetto dell'elemosina.

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    2. Lo Stato avrà dato quello che gli spetta quale previsto Fondo Culto. Ma, come è scritto a chiare lettere, nel sito della Parrocchia, importanti somme sono state fornite da un industriale, del quale è riportato il nome, oltre a quelle più piccole di fedeli, per pulitura e impianti della chiesa, semiabbandonata e impraticabile e restauro di altari e immagini e arredi vari, che non interessano certo lo Stato.

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  8. Proprio uno squallore risulta che il ricco Patriarcato di Venezia domandi 800 euro di affitto al mese a Padre Kramer. Qualche mese fa sono stato nella Chiesa di San Simeon Piccolo e c'era un biglietto di due o tre euro per visitare la cripta un po' buia decorata da alcuni affreschi. Che fine fanno quei soldi? Non si può investire e promuovere meglio la visita della cripta?
    Bisogna salvaguardare la fondazione veneziana della Fraternità di San Pietro, sperando che la FSSP possa aprire nuovi fondazioni in Italia utilizzando anche la disponibilità di Padre Konrad. L'Italia promette bene per l'apostolato tradizionale da incentivare a gloria di Dio e per il bene di tutta la Chiesa.

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    1. Daccordo con Anonimo delle 16:06. In molti speriamo che " la FSSP possa aprire nuovi fondazioni in Italia" ma loro, forse intuendo i capricci dei vescovi italiani, per ora par che non ne hanno voglia (come anche l'ICRSS) quando la CEI di Galantino&soci vorrà aprire gli occhi sulla situazione disastrosa italiana... potranno cambiar impostazione...

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    2. I 2€ del biglietto per visitare la cripta sono trattenuti dal sagrestano, che non percepisce alcun altro compenso per il lavoro quotidiano (8 ore al giorno) che svolge.

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    3. Trovo veramente imbarazzante i commenti che invitano a fare della musica sacra (seria) in chiesa come "volontariato". Aprite i libri, studiate la storia della musica, della chiesa cattolica e della liturgia. Poi, se volete la musica strimpellata da volontari, vi aspettano centinaia di chiese dove ogni domenica organisti improvvisati e grattugiatori compulsivi di chitarre la fanno da padrone.

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    4. Non c'è assolutamente bisogno di quel sagrestano: funzionava benissmo senza negli anni prima del'infausto cambio gestione.

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  9. si faccia il passo secondo la gamba...

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  10. Possibile che non ci sia un istituto religioso in tutta Venezia che possa ospitare il sacerdote o almeno ospitarlo ad una cifra simbolica? Per me non hanno manco cercato una soluzione del genere. Il solo pensare di pagare il coro con offerte domenicali così esigue è pura follia, che cantino la de Angelis i fedeli! Che siano Novus o Vetus i sacerdoti si rivelano sempre alquanto imbarazzanti nella gestione del danaro... Mah

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  11. Mentre i preti dilapidano i soldi delle offerte e donazioni in opere non di vera evangelizzazione ma cosiddette ' sociali', termine che serve solo a mascherare affari di vario tipo, magari anticristiani come i tanti legati ad una immigrazione e ' cooperazione' senza controllo, non si dovrebbe dare, secondo alcuni, non certo amanti, ma piuttosto nemici, della vera liturgia, come sempre è stato fatto nei secoli, una gratifica a giovani organisti e coristi di chiesa che fanno la fame perché si preferisce pagare complessi da discoteca come faceva il famigerato Bugnini, regista della riforma liturgica di Paolo VI.

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  12. Con tutti i Tradizionalisti che ci sono in questo sito non dovrebbe essere difficile trovare la somma nelle loro stesse tasche...vediamo fino a che punto amano veramente, e non solo come “ideologia farisaica”, il rito antico...forza Don Pasquale e compagnia...aprite il portafogli!!!

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    1. "ideologia farisaica"

      Chiedere all'esperto Bergoglio.

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  13. Non mi risulta che manchino parameti e oggetti liturgici a San Simeone Piccolo. I palliotti non sono mai stati usati (come del resto nella maggior parte delle chiese dove si celebra nella forma straordinaria), ma qualche anno fa un fedele studente presso l'Accademia di Belle Arti ne ha dipinti alcuni per me festività principali.

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  14. State qui a fare le pulci ai cantori professionisti per 500 euro al mese. Considerando che nessuno di loro vive a Venezia, con quello che ricevono non riescono neanche a pagarsi la benzina o l'abbonamento del bus per andare a cantare le messe.
    Se non volete sostenere San Simon piccolo e preferite le chiacchiere a vanvera... almeno prima compratevi una calcolatrice!

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    1. Lei evidentemente conosce molto bene la situazione... E io pongo il quesito: se NON cantassero (e dunque niente soldi) dovrebbero comunque pagare biglietti e benzina per venire alla Messa, se sono Cattolici tradizionalisti.
      L'Argomento non regge.

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  15. Appena sarò a Venezia darò 100€ alla questua. Grazie per l'appello.

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  16. Claudio Monteverdi2 marzo 2018 alle ore 18:05

    Non è serio e proponibile che a Venezia, sotto lo sguardo del mondo intero, in un centro di primissima grandezza per la storia della musica e dell'arte sacre si invochi che a cantare le messe sia solo il coro dei fedeli. In un simile centro non è proponibile non impiegare dei musicisti professionisti, come d'altro canto sempre si è fatto nella secolare storia della Chiesa. Il patrimonio musicale cattolico non è stato creato da dilettanti. Meno critiche e più generosità, signori, ad maiorem Dei gloriam!

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  17. Il popolo, da decenni non canta più il gregoriano, prima praticato specie dalle Confraternite ; sentite le penose lagnette nelle Messe della domenica mattina su Rai-TV. Se parliamo con proprietà di musica e non per dare contro il VO, dobbiamo riconoscere che il coro e l'organista sono necessari anche per guidare i fedeli, oltre che per cantare la polifonia, nelle celebrazioni solenni con un doveroso, anche se modesto, quando richiesto e giustificato, compenso.

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  18. A me pare chiaro che se 50 fedeli lasciano 60 euro di offerte alla domenica qualcosa non va, significa che, tolta la Santa Messa, questi "fedeli" non sono per nulla partecipi della vita della Cappellania e, probabilmente, anche viceversa (ma è solo una ipotesi).

    Così non può funzionare, poco ma sicuro! Se mancano le risorse per le spese di culto come si fa per le opere di Carità? tutte abolite?

    Nella mia normalissina parrocchia, nemmeno troppo frequentata, le voci di bilancio valgono almeno 10/15 volte quelle indicate nell'intervento e riusciamo sempre ad stare quanto meno in pareggio.

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  19. Guardate, e' molto meglio se chiudono quella chiesa. Ci sono stato quando c'era ZuLowenstein. 3 anziane alle messe giornaliere, e 10 fedeli la domenica. Ma dico un sacerdote che lavora per 10 persone. Meglio mandarlo dove c'e' lavoro, fuori da Venezia.

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  20. Come mai nel bollettino parrochiale del 4 marzo qui
    https://drive.google.com/file/d/1NqUZmMmBTuIERgUmH7_8AtE_xr92xk1S/view
    si parla di un deficit di mille euro al mese invece dei 760 sopra citati?

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  21. Dovrebbero rivolgersi a Ecclesia Dei

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