Sempre
a proposito dei cinghiali che devastano e insozzano la Vigna del
Signore e di quei Chierici che ne hanno lasciato aperto il recinto e che disonorano con le loro assurde elucubrazioni mentali ( QUI ) la Santa Madre Chiesa con pubbliche bestemmie contro lo Spirito Santo.
AC
IL VESCOVO GALANTINO, IL MONACO LUTERO
E IL VESCOVO ZAMBITO
di Giuseppe Rusconi
Le esternazioni del segretario generale della Cei (quo usque tandem?) in occasione di un Convegno su Martin Lutero.
Le valutazioni sull’ attualità (non solo ecclesiale) da parte di un vescovo con la schiena diritta, monsignor Ignazio Zambito, dal 1989 a quest’anno pastore della diocesi siciliana di Patti.
Che “da tempo" non legge più ‘Avvenire’.
Mercoledì 18 e giovedì 19 ottobre la Pontificia Università Lateranense ha promosso un Convegno dal titolo “Passione per Dio. Spiritualità e teologia della Riforma a cinquecento anni dal suo albeggiare” (poetico quell’ albeggiare…).
Giovedì mattina in particolare è stato il segretario generale (quo usque tandem?) della Cei a introdurre e moderare i lavori, incentrati su “La spiritualità della Riforma nell’agire ecclesiale”.
GALANTINO: LA RIFORMA AVVIATA DA LUTERO E’ STATA UN EVENTO DELLO SPIRITO SANTO
Monsignor Galantino nel suo intervento – come al solito contrassegnato da un senso della misura ineguagliabile - ha inneggiato alla Riforma che “avviata da Martin Lutero 500 anni fa, è stata un evento dello Spirito Santo” e ha citato lo stesso ex-monaco
agostiniano: “Io
mi sono schierato contro tutti i papisti, mi sono costituito
opposizione implacabile del papa e delle indulgenze. Ma io non ho fatto
appello alla forza, alla persecuzione, alla ribellione. Io non ho fatto
altro che diffondere, predicare, inculcare la parola di Dio: altro non
ho fatto. Di modo che quando io dormivo e quando bevevo la birra a
Wittenberg (…) la parola di Dio ha operato di cotali cose che il papato è
caduto, come nessun principe e nessun imperatore avrebbero potuto farlo
cadere. Nulla io feci: la parola di Dio ha determinato il successo
della mia predicazione”.
LUTERO: UNA STRANA ‘PAROLA DI DIO’
Lo stesso, mite Martin Lutero, “predicando la Parola di Dio” e guidato dallo Spirito Santo, esortava nel 1525 (libello “Contro le bande brigantesche ed assassine dei contadini”) in tal modo i principi tedeschi: “I tempi sono così straordinari, che un principe spargendo sangue può guadagnare il cielo meglio che pregando.
Perciò cari signori, liberate, salvate, aiutate e abbiate misericordia della povera gente quando potete; ma ammazzate, scannate, strangolate quando dovete; e se ciò facendo sopraggiungerà la morte, buon per voi, non potreste incontrare mai morte più beata, perché morire che in obbedienza alla parola ed al comando di Dio (Rom. 13,5) ed in servizio della carità, per salvare il vostro prossimo dall’ inferno e dai lacci del demonio.
E se alcuno, puoi, proseguendo nell’ opera santa, giudicherà tutto ciò troppo duro, pensi che la sedizione è cosa insopportabile e che in ogni momento c’ é da attendere la fine del mondo”.
Perciò cari signori, liberate, salvate, aiutate e abbiate misericordia della povera gente quando potete; ma ammazzate, scannate, strangolate quando dovete; e se ciò facendo sopraggiungerà la morte, buon per voi, non potreste incontrare mai morte più beata, perché morire che in obbedienza alla parola ed al comando di Dio (Rom. 13,5) ed in servizio della carità, per salvare il vostro prossimo dall’ inferno e dai lacci del demonio.
E se alcuno, puoi, proseguendo nell’ opera santa, giudicherà tutto ciò troppo duro, pensi che la sedizione è cosa insopportabile e che in ogni momento c’ é da attendere la fine del mondo”.
Lo stesso, mite Martin Lutero nel 1543 scriveva (libello “Contro gli ebrei e le loro menzogne”), sempre rivolgendosi ai principi tedeschi: “Ai
nostri governanti - se hanno ebrei sotto di sé - io auguro, e [anzi] li
prego, di volere esercitare un'aspra misericordia verso questa gente
miserabile, come sopra si è detto; e se volessero in qualche modo
aiutarli (per quanto ciò sia difficile), dovrebbero fare come i bravi
medici: quando la cancrena è arrivata nelle ossa, essi agiscono senza
misericordia e tagliano, amputano, bruciano la carne, le vene, le ossa e
il midollo.
Così si faccia anche in questo caso.
Si
brucino le loro sinagoghe, si proibisca tutto ciò che ho elencato
prima, li si costringa a lavorare, ci si comporti con loro senza alcuna
misericordia.
Se
questo non dovesse servire, allora dovremmo cacciarli come cani
rabbiosi, per non essere partecipi delle loro orribili empietà e di
tutti i loro vizi, e per non meritare, insieme a loro, l'ira di Dio e la
dannazione.”
E
poi: quante guerre, quanti massacri, protrattisi lungo i secoli, sono
derivati dalla divisione nella Chiesa, cui ha dato concretezza storica
la Riforma protestante!
L’AVVENIRE : LUTERO SPINTO DALL’AMORE DI DIO
Ma, secondo Galantino e la sua progenie mediatica (vedi Avvenire di venerdì 20 ottobre, pagina 22), Lutero - “spinto dall’amore per Dio”
e con lo strumento di una predicazione tanto appassionata quanto
misericordiosa - divise tragicamente, luttuosamente la Chiesa su
ispirazione dello Spirito Santo. Per un tale uomo di pace - un
impareggiabile esempio di mitezza evangelica - come minimo si dovrebbe
avviare la causa di canonizzazione. Circonvallazione Aurelia 65 (laddove
siede il vescovo emerito di Cassano all’Jonio) un pensierino in tale
direzione lo potrebbe ben fare… e via, un po' di coerenza...tana liberi
tutti!
Certo Lutero secondo Galantino non aveva “la testa malata”
(ipse dixit il 14 ottobre 2017 a Bergamo, in occasione del G7
dell’agricoltura) come quella dei politici preoccupati per la questione
immigrazione e per il disegno di legge sullo ius soli/ius culturae… no,
Lutero era un’altra cosa, era molto diverso…ci sapeva fare, ispirato
com’era dallo Spirito Santo… I Salvini e le Meloni ne prendano buona
nota e si conformino alla saggezza del Gran Martino, fiore di carità.
UN VESCOVO CON LA SCHIENA DIRITTA, MONSIGNOR IGNAZIO ZAMBITO
Nella Conferenza episcopale italiana c’è però anche chi non la pensa come Galantino.
Sono in tanti che frenano a malapena (per timore di ritorsioni ‘misericordiose’) i loro malumori.
Però
ogni tanto qualcuno non ne può proprio più e allora rende pubblico con
coraggio il suo dissenso. Come ha fatto, nell’intervista apparsa su La
Verità del 19 ottobre monsignor Ignazio Zambito.
Chi è monsignor Zambito?
Nato
il 25 gennaio 1942, dal 1989 al primo febbraio di quest’anno è stato
vescovo di Patti, città siciliana situata sulla fascia tirrenica
messinese, la cui storia si lega alla decadenza dell’antica città
greco-romana di Tindari (vedi anche il celebre santuario).
Che ha detto monsignor Zambito
(le cui parole, secondo una tecnica collaudata sempre in auge, verranno
– fin quando sarà possibile – passate sotto silenzio dai turiferari in
servizio, in obbedienza crassa e supina ai ‘consigli’ dei sepolcri
imbiancati catto-fluidi)? Di seguito una selezione significativa.
. Ius soli/ius culturae:
(tale legge) “è inopportuna anche per il momento in cui viene proposta.
Ci sono cose molto più urgenti. La reputo una scelta sciagurata. Non
possiamo regalare la cittadinanza (…) Inoltre, con lo ius soli,
rischiamo di lanciare un messaggio errato, quello dell’ avanti c’è
posto”.
. Accoglienza degli immigrati:
“Abbiamo esagerato con l’accoglienza e penso alla insensatezza di
togliere i crocifissi dalle aule o alla cancellazione dei concerti di
Natale per non urtare l’altrui sensibilità religiosa. Ritengo che
occorra non chiedere, ma pretendere reciprocità. I musulmani vogliono,
con ragione, professare la loro fede. Bene, ma questo diritto sia
assicurato ai cristiani nelle loro terre”.
. Carità prudente e ordinata:
“Un padre di famiglia, se ha un piatto di minestra, ha il dovere di
sfamare prima di tutto i suoi figli, dopo gli altri. Ho la sensazione
che da noi i migranti siano trattati meglio dei poveri italiani. Eppure
questi ospiti, in talune circostanze, si mostrano arroganti e ingrati.
Buttano il cibo offerto loro dai volontari perché secondo loro è mal
cotto o non confacente al loro credo.
O vogliono il wifi.
Non
mi risulta che nelle loro terre avessero questi benefit. Chi scappa
veramente dalla fame mangia di tutto. Io sono contrario ai menù
particolari. Sono loro che devono adattarsi alle nostre consuetudini,
anche alimentari”.
. Emigranti italiani:
“I nostri emigrati si cibavano delle cose che trovavano e non facevano
storie. Ritengo, e questo va detto, che gli immigrati in molte occasioni
facciano comodo in Italia a chi vuole lucrarci. E ho il timore che tra
meno di trent’anni l’Italia sarà islamizzata, specialmente per via
demografica”.
.
Avvenire e Civiltà Cattolica: Non leggo Avvenire da tempo e sta per
scadermi l’abbonamento alla Civiltà Cattolica: non so se lo rinnoverò”.
. Papa Francesco: “Papa Francesco è divisivo. Basti pensare al problema interpretativo sull’esortazione apostolica Amoris laetitia e alla relativa confusione.
Questa crea certamente divisione nella Chiesa e tra i fedeli”. (…)
Oggi
la Chiesa è in confusione pastorale e dottrinale e penso che i vescovi
polacchi, dissociandosi da Amoris laetitia, abbiano semplicemente
ragionato da vescovi. (…)
A chi mi risponde che il papa la pensa diversamente, replico.
Andate da lui, scrivete a lui, io resto fermo nella mia idea, se volete vi do anche l’indirizzo”.
. I rischi dell’esporsi: “Non ho paura. Il parlare dei cristiani è ‘sì sì’ e ‘no no’, come è scritto nel Vangelo. Il resto si sa da dove viene.
Mi dicano pure che sono reazionario.
Nella Chiesa sono in tanti a pensarla in modo simile, ma per prudenza, forse, non parlano”
.
Avete letto bene? Non c’è dubbio: monsignor Zambito è un vescovo con la schiena diritta. Comprendiamo che lo si voglia ‘silenziare’
. Ce n’è abbastanza per far venire un’orticaria gigante a Galantino
(avrà una ‘testa malata’ anche monsignor Zambito?) e alle sue
propaggini mediatiche, ai catto-fluidi e ai turiferari d’ogni
provenienza, ai coinvolti nel business redditizio dell’immigrazione.
E, ça va sans dire, anche a Santa Marta e dintorni.
Fonte : Rossoporpora ( QUI )