La Segreteria di Stato Vaticana ha finalmente detto "BASTA" alla ferocissima repressione, tipica dei regimi marxisti,
condotta in spregio alla dignità umana dei cittadini venezuelani, dal
regime del presidente Maduro che d'ora in poi non potrà più millantare presunti appoggi
papali.
Sono stati finalmente "isolati" anche coloro che in qualche modo avevano spacciato un ambiguo "appoggio" del Papa e del Vaticano a Maduro. Nei confronti del feroce regime marxista venezuelano la "politica" vaticana ha dunque cambiato totalmente strada.
Il 28 aprile scorso, nel pieno delle violenze contro la Chiesa e i cattolici venezuelani, avevamo diffuso l'avviso della preghiera a Roma nella chiesa di San Bonaventura . ( QUI )
Il luttuoso precipitarsi degli eventi, aumentano infatti i morti, le violenze e le vittime , ha indotto la Segreteria di Stato Vaticana a farsi interprete del " grido di
dolore di preti, vescovi e cittadini venezuelani".
AC
Venezuela,
la Santa Sede cambia e 'attacca' Maduro
Sarà che ormai non è più possibile non scandalizzarsi di fronte alla tragedia umana e politica del Venezuela.
Fatto sta che
la nota della Santa Sede è indirizzata “in particolare al Governo”.
Linguaggio e contenuti sono molto diversi, rispetto a quelli che
caratterizzavano le dichiarazioni del Papa, di ritorno dall’Egitto,
quando tirava le orecchie all’opposizione “divisa”.
Ieri, invece, cosa
chiedeva la nota della Segreteria di Stato al presidente Maduro?
Quattro
cose, sostanzialmente:
1) che venga assicurato il pieno rispetto dei
diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché della vigente
Costituzione;
2) si evitino o si sospendano le iniziative in corso come
la nuova Costituente (che, anziché favorire la riconciliazione e la
pace, fomentano un clima di tensione e di scontro e ipotecano il
futuro);
3) si creino le condizioni per una soluzione negoziata in linea
con le indicazioni espresse nella lettera della Segreteria di Stato del
1° dicembre 2016, tenendo presenti le gravi sofferenze del popolo per
le difficoltà a procurarsi il cibo e le medicine, e per la mancanza di
sicurezza. 4) venga scongiurata ogni forma di violenza, invitando, in
particolare, le Forze di sicurezza ad astenersi dall’uso eccessivo e
sproporzionato della forza.
La terza richiesta, quella che riguarda le indicazioni espresse dalla Santa Sede, si riferisce alla precedente nota, firmata
da Parolin (e sempre a nome del Papa) del dicembre 2016, quando il
negoziato era ancora nel vivo.
Prima di tutto si chiedevano misure
urgenti per portare sollievo alla popolazione, almeno rifornimenti
umanitari di cibo e medicinali.
Queste misure urgenti avrebbero dovuto
essere messe in pratica entro il 6 dicembre 2016, data prevista del
negoziato, poi rinviata al 13 gennaio.
La seconda richiesta, più di
natura politica, si chiedeva di rispettare la costituzione (“differenze
politiche abbiano solo risposta nella severa cornice costituzionale,
cammino democratico, pacifico ed elettorale”) e giungere a un accordo
per nuove elezioni.
“Le parti – sottolineava allora il cardinale Parolin
- concordino il calendario elettorale che consenta ai venezuelani di
decidere sul loro futuro senza rinvii”.
Nel frattempo, “Si prendano le
misure necessarie per restituire il prima possibile all'Assemblea
Nazionale (parlamento, ndr) il ruolo previsto nella Costituzione”,
mentre fin dalla sua elezione nel 2015 il presidente Maduro ha fatto di
tutto per esautorare un legislativo in cui i democratici, suoi
oppositori, sono maggioranza.
Infine, ma non da ultimo, il Vaticano
chiedeva la liberazione dei prigionieri.
Che sono, sostanzialmente,
prigionieri politici.
Se queste erano, almeno fin da dicembre scorso, le
condizioni poste dal Vaticano per la mediazione nel dialogo fra
presidente e opposizioni, è impossibile non notare come tutti e quattro i
punti siano stati sistematicamente violati.
Aiuti umanitari: la
situazione è catastrofica e, da aprile, è ulteriormente peggiorata
proprio a causa dell’intervento repressivo del governo venezuelano, con
il blocco delle città e l’invio di forze pesantemente armate nelle
strade e nelle piazze.
Rispetto della Costituzione e dialogo per nuove
elezioni: Maduro stesso ha violato la Costituzione venezuelana,
indicendo elezioni non a suffragio universale per un’Assemblea
Costituente, senza passare per un referendum.
Come invece è prescritto
dalla legge suprema venezuelana. Assemblea Nazionale: Maduro l’ha di
fatto completamente esautorata e ora la vuole rimpiazzare anche
fisicamente con l’insediamento del “suo” legislativo, un potere
addirittura costituente che cambierà le regole del gioco.
Prigionieri
politici: basta vedere le immagini dei leader dell’opposizione Lopez e
Ledezma trascinati fuori da casa loro, ancora in pigiama, dagli uomini
dei servizi segreti.
Stante il fatto che nessuna di queste condizioni è
stata rispettata, la nota della Santa Sede è la naturale risposta, anche
se è e resta sorprendente rispetto al passato.
Il cardinale Parolin,
che era Nunzio Apostolico in Venezuela prima di essere nominato
Segretario di Stato, ha la sensibilità giusta per ascoltare il grido di
dolore di preti, vescovi e cittadini venezuelani. In ogni caso la nota
della Segreteria è a nome del Santo Padre.
Di sicuro, il presidente
Maduro non potrà più arruolare Papa Francesco come suo “testimonial”,
come aveva fatto molto di recente.
Fonte: La nuova bussola quotidiana ( QUI )
Immagine: La Madonna di Coromoto veneratissima in Venezuela ( QUI )
Fonte: La nuova bussola quotidiana ( QUI )
Immagine: La Madonna di Coromoto veneratissima in Venezuela ( QUI )
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