"Dunque il trono piegar dovrà sempre all'altare!" ( Don Carlo, versione in lingua italiana, libretto di Achille De Lauzières e
Angelo Zanardini, musica di Giuseppe Verdi. Atto III, scena seconda)
AC
Duomo: no allo spostamento dell'altare del Valadier, il vescovo liquida gli esperti
di Alfonso Marchese
Non se l'aspettava.
E ha reagito al no secco della commissione col licenziamento di tutti i suoi componenti.
In pratica i tre storici di rango nel campo dell'arte, chiamati per un loro parere sui restauri nella diocesi, avevano opposto il loro diniego allo spostamento dell'altare del Valadier in una delle cappelle laterali e la sostituzione con quello romanico installato a Sant'Eufemia.
Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni Culturali (governo Dini '96) ed ex direttore dei musei
vaticani, ha risposto piccato alla lettera del presule per la scompostezza della sua reazione.
La docente Giovanna Sapori, che faceva parte della trinità di esperti, ha preferito non replicare, lasciando che monsignor Boccardo si cuocesse nel suo brodo.
Il professore Bruno Toscano ha ribattuto ironicamente alla richiesta di disponibilità per il futuro, in caso di necessità di un giudizio che fino ad ieri era rimesso alla commissione.
Toscano ha ringraziato il prelato per il sotteso augurio di lunga vita, visto che lui ha 86 anni.
E se il triduo di docenti fosse venuto incontro alla volontà del vescovo, la commissione sarebbe ancora in vita?
Sembrerebbe di sì. Monsignor Boccardo non ha gradito la censura di un suo desiderio.
Si aspettava ben altro trattamento dai commissari.
Almeno il rispetto per la papalina e la croce d'oro al petto.
Un vescovo è pur sempre un vescovo. Il suo bastone pastorale è anche uno scettro.
Che rappresenta il potere: qui comando io.
I tre componenti la commissione come si permettevano di contrastarne il volere?
Pertanto, liquidati gli esperti, il vescovo Boccardo farà di testa sua.
Non ha bisogno di pareri.
Di consigli per dire no al suo progetto.
La decisione era stata messa a cuocere a fuoco lento.
Non andava giù al presule che l'altare romanico rimanesse a Sant'Eufemia e non tornasse al suo posto originario nella cattedrale.
Sia Paolucci che Toscano e la Sapori avevano fatto notare al vescovo che anche gli altari delle navate laterali e i candelabri sono del Valadier. Insomma, il progetto di Boccardo avrebbe rotto un equilibrio storico-artistico.
La Soprintendenza ai Beni Culturali ci metterà lo zampino?
Interverrà in caso di ottemperanza al disegno del vescovo?
Certo è che i docenti , interpellati e liquidati, sono studiosi integerrimi in fatto di conservazione dei beni culturali.
E la loro rete di conoscenze è piuttosto ampia e ad alti livelli.
Come finirà questa storia?
Ma almeno questo vescovo vuole mettere nella cattedrale un altare romanico e non un cubo moderno di granito o l'altra roba che si vede nelle chiese di oggi.
RispondiEliminaNon avevo mai visto Spoleto , potei andarvi due 0 tre anni fa limitatamente al giorno di Pasqua . Mi e' parsa di una bellezza mozzafiato , malinconica , intima , fossi il sindaco la cingerei di una alta cancellata e farei entrare i turisti solo a pagamento . Cio' premesso entrai in Duomo con largo anticipo, in modo da visitarlo prima della celebrazione del Santo Sacrificio della Messa e recitare il S.Rosario . Mi infastidì oltremodo vedere i turisti girare liberamente nell'area sacra , scattarsi foto avanti e dietro l'altare , nell'intera magnifica abside affrescata da Lippi a onore e gloria della Vergine Maria . Provai un gran dolore come di gesti dissacratori pertanto me ne stetti fino all'inizio della Messa in una cappellina laterale . Celebrazione verso il popolo , altare con fiori , Croce nell'angolo come in fotografia , cattedra del Vescovo al centro del coro sopraelevata rispetto all'altare , da lì si domina tutta la navata . Magnifico organo . Vagando poi per le stradine e visitando le poche Chiese aperte mi colpirono le numerose epigrafi , dappertutto : " Questo l'ha fatto Monsignore ", " Quest'altro l'ha fatto Monsignore ", "Quell'altro l'ha fatto Monsignore" .
RispondiEliminaAnche questa e' un'idea di Monsignore o comunque avallata da Monsignore ?
http://blog.messainlatino.it/2017/08/il-tutu-allinterno-cattedrale.html
Forse e' un " creativo " non lavorava con Mons.Piero Marini ?
Nostalgìa di Roma e di GP2 ?
https://www.youtube.com/watch?v=PU-vdDIwrCI
Dio lo benedica e lo salvi !
Verrà un tempo, lo spero, che si dirà chiaramente che questa profanazione dei veri Altari è stata un crimine contro il patrimonio artistico - culturale dell' umanità.
RispondiEliminaDal CVII la gerarchia si accanisce contro i presbiteri delle chiese storiche per adeguarli alle ideologie populistiche e protestantoidi del NO. Demolizione e/o manomissione di altari,tabernacoli e balaustre cambiate più volte secondo la fantasia di vescovi e sostituite con piani degni del più moderno mercato del pesce e non del Sacrificio eucaristico, con l'avallo di compiacenti Soprintendenze, visto che le chiese sono dello Stato e patrimonio universale. Nella fattispecie sembra trattarsi di archeologismo, una delle tante psicopatie del NO. Il parere di più che qualificati esperti vuole che non si turbi l'unità stilistica del presbiterio cui l'altare neoclassico si è armonizzato. L'altare romanico (?!)sarebbe un pugno in un occhio e apparirebbe come intruso. Ma non hanno altro da fare questi arroganti ( e ignoranti) mitrati, mentre la Chiesa si sfascia ?
RispondiEliminaIl mio "interesse verso la Chiesa" e la mia voglia di impegnarmi prende origine da una predica di un giovane Vescovo Ambrosiano, S.E. Giacomo Biffi che così commentava alcune scelte scellerate da parte di alcuni sacerdoti (cito la frase di Papa Paolo VI, rivisitata da Biffi, che mi è rimasta scolpita ne cuore e che cito sempre da me in parrocchia): "La stupidità e l'ignoranza di alcuni cristiani (uomini di chiesa compresi, aggiungo io) è pari alla malignità dei non credenti!"
RispondiEliminaIncredibile ormai lo sfacelo che alberga nella gerarchia cattolica
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