Dopo l'attacco a Riccardo Cascioli da parte del killer di S. Marta Andrea Tornielli sulla vicenda di Charlie Gard (per l'articolo della Bussola vedi QUI, mentre per quello di Vatican Insider vedi QUI), l'amico Francesco Agnoli analizza bene - per Libertà e persona - la vicenda e i precedenti. Vedi anche QUI per commento su Avvenire e Mons. Paglia.
L.
L.
Le polemiche all’interno del mondo cattolico, purtroppo, non cessano.
Alcuni giorni orsono il primo direttore della Bussola quotidiana, Andrea Tornielli, su un giornale on line, Vatican Insider, abbondantemente foraggiato a suon di milioni di euro dai Cavalieri di Colombo, ha dedicato un articolo al suo ex quotidiano, La Nuova Bussola, intitolato: “E ora c’è chi scrive che Chralie è stato ucciso dal ‘silenzio del papa”
(http://www.lastampa.it/2017/07/29/vaticaninsider/ita/commenti/e-ora-c-chi-scrive-che-charlie-stato-ucciso-dal-silenzio-del-papa-xacbRaE269iwUnYpksJhBP/pagina.html).
L’articolo aveva due scopi: mitragliare l’ex giornalista di Avvenire Riccardo Cascioli,
reo di aver notato, come tanti altri, che nel caso Charlie, purtroppo,
la voce degli uomini di chiesa è stata molto, molto, flebile e dimessa, a
fronte dell’impegno massiccio di migliaia e migliaia di laici,
cattolici e non; rivebdicare l’azione di Bergoglio a favore di Charlie.
Interessa capire se Andrea Tornielli,
mentalista e giocatore di prestigio di ottimo livello, per hobby, abbia
ragione o torto. Se la sua lunga e pesante accusa contro Cascioli, e la
difesa
dell’operato di Bergoglio, siano basate sui fatti, o se non
siano piuttosto un abile gioco di prestigio, con le parole, per far
vedere ai suoi lettori una realtà che non c’è, proprio come nei giochi
di prestigio.
Ebbene, Tornielli, che è risaputo essere un suo intimo amico e
collaboratore, sostiene che Bergoglio avrebbe fatto di tutto, quasi
l’impossibile per salvare Charlie.
Eppure è lui stesso, nel suo articolo, a non poter dire mai che Bergoglio abbia pronunciato con le sue labbra una sola volta, la parola “Charlie”. Tornielli ricama su tre tweet,
cioè su tre messaggini lanciati in rete, uno dopo la prima sentenza di
morte, il secondo qualche giorno dopo, e il terzo dopo la morte
definitiva di Charlie. Tre tweet, tutti a tempo scaduto: questo sarebbe
l’intervento a favore della vita di Charlie, e contro l’eutanasia di
stato?
Il fatto vero e inequivocabile è questo: Bergoglio
non ha parlato con la sua voce, le sue labbra, di Charlie. Mai, nè in
una predica santa Marte, nè in una delle tante interviste che rilascia,
nè durante un Angelus (neppure dopo la morte).
C’è da stupirsi?
In questi anni è stato approvato il matrimonio gay in Irlanda: Bergoglio non ha detto una parola;
è stato approvato il matrimonio gay in Germania: Bergoglio non ha detto una parola; sono state approvate le unioni civili in Italia: non una parola, anzi neppure un saluto a ben due Family day.
Sempre in Italia si discute da tempo sulle Dat, cioè sull’eutanasia: da Bergoglio non una parola.
In verità, continua Tornielli riguardo al caso Charlie, anche Benedetto XVI
all’epoca di Eluana Englaro, avrebbe agito in modo analogo a Bergoglio,
senza mai pronunciare il nome di Eluana, e limitandosi ad intervenire,
scrive sempre Tornielli, all’Angelus del I febbraio 2009.
Purtroppo, ancora una volta, il giochino di prestigio per cambiare la realtà c’è, ma si vede benissimo.
Anzitutto perchè tutti ricordano che Benedetto interveniva molto
direttamente nel caso di attentati ai principi non negoziabili: infatti
appoggiò pubblicamente la posizione presa da Ruini riguardo al
referendum del 2005, sostenne il Family day del 2007…
Ma anche riguardo al caso di Eluana, è lo stesso Tornielli a
smentirsi: Benedetto non affidò il suo messaggio a Twitter, a tempo
scaduto, ma intervenì con la sua voce, perosnalmente durante l’ Angelus del febbraio 2009. E’ vero, non pronucniò quel nome, ma era evidente a tutti di chi stava parlando.
Inoltre Benedetto intervenì, in verità, non una sola volta, ma più volte, sia prima del 9 febbraio (http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_16/eluana_piemonte_offre_papa_napolitano_e252d40c-b3c0-11dd-b392-00144f02aabc.shtml),
sia dopo ( http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/benedetto-xvi-30/eugenetica-papa/eugenetica-papa.html)
e soprattuto non fu certo estraneo alla battaglia che la Cei fece con forza e abbondanza di dichiarazioni in quei giorni, sia per mezzo di Avvenire,
che fu costantemente in prima linea, sia per bocca di Angelo Bagnasco
(http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_15/bagnasco_eluana_fine_vita_sentenza_fc0a00b8-522d-11dd-b48c-00144f02aabc.shtml).
Qualsiasi cosa si pensi, i fatti sono fatti, le menzogne e i giochi di prestigio, menzogne e giuochi di prestigio (vedi anche:
...intervenne, non 'intervenì'....
RispondiEliminaOrmai tanto son tutte battaglie perse.
RispondiEliminaSoliti giochini diTornielli
RispondiEliminaLa credibilità di un cattolico la si può tranquillamente misurare, in questo momento storico, sulla base di quanto egli aderisca alla figura di Bergoglio. Più uno è vicino al pensiero e all'azione dell'argentino, meno è credibile come cattolico e come cristiano. Anzi, non è affatto nè cristiano nè cattolico. Provate ad adottare questo metro di giudizio e vi accorgerete che indovinerete sempre.
RispondiElimina