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venerdì 21 luglio 2017

Fra caduta e riscatto. Viva Boromir

Per i devoti, come il sottoscritto de Il Signore degli Anelli di Tolkien per capire vera e falsa misericordia.
L

di Fabio Aiello
Tra tutti i personaggi de “Il Signore degli Anelli” Boromir mi ha colpito moltissimo per la sua straordinaria umanità.
Egli non è il re, quel ruolo spetta di diritto ad Aragorn che rappresenta l’archetipo dell’uomo, come dice san Paolo “l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia”, egli semplicemente è il primogenito figlio del sovrintendente di Gondor chiamato solo a guidare un gregge che non gli appartiene, ma a farlo da “servo buono e fedele”, in attesa del ritorno del Re.
Insomma Boromir è un uomo come tutti noi, ci viene descritto come “un uomo alto e dal volto bello e nobile” e allo stesso tempo fragile e peccatore. Egli non resiste alla tentazione dell’unico, pensa sciaguratamente di poter usare l’Anello controllarlo e volgerlo a suo servizio: “Noi bramiamo solo la forza necessaria per difenderci, per difendere una giusta causa...l’anello mi conferirebbe il potere del comando” dice Boromir a Frodo cercando di impradonirisi dell’anello.

Ma il fine non giustifica mai i mezzi, l’Anello, il male, non può essere domato, solo distrutto. 
La santa Madre Chiesa ce lo ricorda nell’atto di dolore invitandoci a “fuggire le occasioni prossime di peccato”. Ma Boromir cade e pecca "il suo bel viso amichevole era deformato dalla rabbia" e così cercò di strappare via l’anello dalle mani di Frodo, ma senza riuscirci visto che il piccolo hobbit riuscì a scappare.
Ma solo ora la grandezza di Boromir viene fuori, egli infatti, ci dice Tolkien, “scoppiò in lacrime” dicendo "Che cosa ho fatto?” e Boromir  "tornò in se” come il figlio maggiore nella parabola del figliol prodigo. 
Come non pensare anche alle lacrime di san Pietro che dopo aver tradito Gesù “pianse amaramente”.
Queste lacrime sono lacrime rigenerative, lacrime che lavano via il peccato e aprono al pentimento e al riscatto.
Quando Boromir tornò dai suoi compagni, Frodo era sparito e gli altri, tra cui Pipino e Merry lo cercavano disperatamente, Aragorn intuendo l’errore di Boromir disse “Boromir non so quale sia stata la tua parte in tutto questo ma adesso aiutaci, rincorri quei due giovani hobbit e custodiscili”.
Viene in mente il dialogo tra Dio e Caino dopo l’uccisione di suo fratello Abele “perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?...Dov'è Abele, tuo fratello?" Chiese  Dio e Caino rispose"Non lo so; sono io forse il custode di mio fratello?»      
Si, siamo noi i custodi dei nostri fratelli e adesso Boromir lo sa.
Ora Boromir, è pronto al riscatto, all’estremo sacrificio, muore ucciso dagli orchi per aver difeso i due piccoli Hobbit,
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” Gv
Gli ultimi istanti di vita di Boromir sono strazianti, lo trova Aragorn “seduto trafitto da molte frecce…tutt’inintorno a lui i corpi di molti orchi”, Aragorn si inginocchiò e Boromir aprì a lui il suo cuore come in un'ultima confessione “ho cercato di togliere a Frodo l’anello. Chiedo perdono...ho fallito.” “No” disse Aragorn prendendogli la mano e posando un bacio sulla sua fronte “Hai vinto. Pochi hanno conosciuto un simile trionfo. Rassenerati.”

Ora Boromir puo salire al Padre, il peccatore si è riscattato!

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