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sabato 1 luglio 2017

Enzo bianchi e la liturgia, storia di una stereotipata (e noiosa) visione modernista

Sante parole degli amici di Libertà e Persona.
L

Fratel Enzo BianchiCi risiamo! Ancora una volta ci dobbiamo sorbettare l’ennesimo pistolotto pseudo-teologico del sig. Bianchi sulla liturgia, conferma di sua visione superficiale e stereotipata, lontana, non solo dalla realtà, ma dal senso stesso che la liturgia ha per la Tradizione cattolica.  È dalle pagine di Avvenire, con uno articolo del 1 giugno, che Bianchi si è cimentato in una analisi nella quale si fa la distinzione, ormai diventata un cavallo di battaglia per i cattolici modernisti, di una chiesa (e conseguentemente una liturgia) brutta, sporca e cattiva pre-Vaticano II e una buona, cosciente e purificata post-Vaticano II. Peccato che quasi tutti i fatti teologici e pastorali degli ultimi cinquant’anni gli diano pesantemente torto. Non solo e non tanto perché le chiese locali, seguendo le scellerate visioni pastorali avanguardiste, si sono svuotate portando tante persone lontane dai sacramenti, primo fra tutti quello dell’ordine sacro, ma soprattutto per l’ostinata convinzione che questa rivoluzione debba essere portata ancora avanti, senza aver la minima idea di dove essa debba realmente condurre. Ma veniamo alle parole dell’onnipresente Bianchi. Questa volta (ma non è la prima) si parla di architettura sacra, o meglio, dell’evoluzione necessaria che le chiese subiscono per meglio adattarsi allo spirito del tempo. Secondo Bianchi negli “ultimi decenni si è riflettuto poco sul fatto che la Chiesa, popolo in cammino, è una realtà in continua trasformazione” e che la fede che anima i credenti muta nel tempo specialmente nella nostra società secolarizzata. Fin qui non avrei quasi nulla da obiettare, fermo restando
che la nostra fede, quella in Gesù Cristo è una, espressa nel Credo e vissuta come un corpo unico da duemila anni. Per Bianchi invece la fede sembra essere una questione talmente relativa da mutare in continuazione, anno dopo anno, e radicalmente differente da quella che precedeva, guarda caso, gli anni ’60. Da qui inizia un parallelismo fra la “grande rivoluzione degli anni ‘60” e il mutamento architettonico delle chiese contemporanee. È qui che il sig. Bianchi da il meglio di sé! Rispolvera il noioso arsenale modernista per cui prima della rivoluzione liturgica vi era una chiesa nella quale tutto era ingessato, con credenti paragonabili a mummie che invece di partecipare alla Messa erano “costretti”, in quanto non consapevoli, a recitare il Santo Rosario o a cantare inni a Maria. 
Essi [i fedeli laici] non erano attori della liturgia ma, impegnati in pratiche devozionali, tra cui eccelleva il rosario, “assistevano alla messa”. Non rispondevano agli inviti del presbitero, compito riservato ai chierichetti. Durante la settimana la navata era quasi vuota e in essa comparivano solo due o tre suore e i parenti del morto per il quale si “diceva messa”. La domenica, invece, la navata era colma ma passiva, silente, eccetto che per qualche canto popolare, soprattutto di devozione mariana”. 
Non c’è tentennamento né eccezione, per Bianchi i fedeli pre-Vaticano II erano tutti distanti, “passivi”, o addirittura talmente timorosi da non entrare in chiesa per sostare in un apposito spazio fuori dalla chiesa stessa. Intendiamoci, quello che racconta Bianchi è, seppur superficiale, in parte vero. Sembra però che Enzo Bianchi presuntuosamente (ma quale catto-modernista in fondo non lo è!) voglia mettere sotto giudizio addirittura la fede di milioni di persone vissute prima del Vaticano II, come se la liturgia per esse non rappresentasse altro che uno sterile obbligo privo di quell’azione sacramentale che incide nelle corde più profonde dell’animo umano. Un popolo muto, immobile (non “in cammino” come quello post-conciliare) che non sa dare ragione della sua fede. E oggi? Oggi i fedeli 
non assistono più alla messa ma vi partecipano, in qualità di assemblea più consapevole, coinvolta nella liturgia, celebrante. Sì, oggi la navata dà un segno del popolo di Dio, indica un’assemblea che è resa corpo del Signore e perciò nel suo cammino pellegrinante verso il Regno celebra, invoca, canta, rende grazie”. 
Capito? Oggi l’assemblea dà un segno del popolo divino, non come un tempo, e tutto grazie ai catto-modernisti che hanno compiuto la grande rivoluzione. Oggi all’ingresso delle chiese non si trovano più 
cristiani della soglia che non osavano assistere a una messa né tanto meno comunicarsi”, ma tante persone “in ricerca, che osservano e si chiedono se mai possano fare parte di quell’assemblea, se ciò che vi si celebra è per loro significativo ed eloquente”. “E così soglia e atrio – prosegue Bianchi nel suo romantico sermone – sono oggi abitati più di ieri: in ogni caso, esprimono bene la situazione di gente che si dice cristiana, ma non partecipa alla vita della comunità, non partecipa ogni domenica alla liturgia, ma vive nel cuore sentimenti cristiani, legge il Vangelo, frequenta talvolta luoghi come le comunità monastiche, prende parte a eventi religiosi…”. 
Quindi ricapitoliamo; prima del Vaticano II (dagli apostoli in avanti??) abbiamo solo fedeli freddi e distaccati, che non vivono la fede se non come una tradizione mista e devozionismo,  per i quali non c’è ricerca, ne crescita, ma solo immobilismo e rubricismo. Mentre nel post-Concilio tutta la musica cambia, fedeli laici sono presenti, partecipi, un popolo che canta e rende grazia, che legge il Vangelo anche se non è praticamente, che si fa domande, dove non esistono più atei e tutti sono un po’ più felici.
Non so quali chiese e parrocchie frequenti il sig. Bianchi, sicuramente non le stesse che ha frequentato Benedetto XVI che nella sua lunga carriera di Prefetto della Dottrina della Fede prima e di Pontefice poi, ha parlato di liturgia post-Vaticano II con ben altri termini. 

In “Rapporto sulla fede”, libro-interista scritto da Vittorio Messori, Ratzinger definisce certa la liturgia post-conciliare
opaca e noiosa per il suo gusto del banale e del mediocre, tale da mettere i brividi…”.
Nella sua autobiografia ricorda come la riforma liturgica post-conciliare ha preso subito le fattezze di una e vera e propria
 rivoluzione” nella quale “si fece a pezzi l’edificio antico e se ne costruì un altro, sia pure con il materiale di cui era fatto l’edificio antico […] Non c’è alcun dubbio che questo nuovo Messale comportasse in molte sue parti degli autentici miglioramenti e un reale arricchimento, ma il fatto che esso sia stato presentato come un edificio nuovo, contrapposto a quello che si era formato lungo la storia, che si vietasse quest’ultimo e si facesse in qualche modo apparire la liturgia non più come un processo vitale, ma come un prodotto di erudizione specialistica e di competenza giuridica, ha comportato per noi dei danni estremamente gravi”. 
D’altronde, divenuto Papa, ha più volte affermato come la vera crisi della fede del terzo millennio sta in rapporto di assoluta dipendenza con la crisi della liturgia: “Sono convinto – scrive Ratzinger – che la crisi della Chiesa che stiamo vivendo oggi, sia da riporre in gran parte sulla base della disintegrazione della liturgia”. Consiglierei, dunque, al sig. Bianchi di andarsi a rileggere un bellissimo libro di un Ratzinger che scrisse nel 2001, “Introduzione allo Spirito della Liturgia” dove già paventava il suo programma di “Riforma della Riforma liturgica”, combattendo proprio quel relativismo e quella ermeneutica della discontinuità tanto cara al “frate” di Bose.

28 commenti:


  1. JULY 1, 2017
    Solemn Tridentine Rite Mass tomorrow with manifest sacrilege
    https://gloria.tv/article/2PEfURogqxKj62MkvRa3KkJA1

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  2. è vero che il discorso di bianchi è noioso, ma anche le solite risposte basate sui pensieri di Ratzinger lo sono. Si deve cercare di smetterla di contrapporre vecchio e nuovo sia in un senso che nell'altro e lavorare senza pregiudizi ad una vera riforma liturgica, degna di questo nome. è un'urgenza non più rinviabile, i tempi sono ormai maturi.

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  3. "Comunità", nel senso di "rehab"....

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  4. Uno pseudoprofeta chiuso nelle sue idee, ormai veramente stanche e ossessivamente ripetitive, che non vuole ammettere che oltre mezzo secolo di queste lagne moderniste, codificate dal CVII, hanno solo danneggiato la Chiesa cattolica sempre più in regresso nel mondo, senza parlare della fede ,sempre più debole.

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  5. Sono pienamente d'accordo con Bianchi!!!!
    La tradizione della chiesa non comincia con il Concilio di Trento, lo volete capire?

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    1. Infatti il Concilio di Trento "ufficializza" secoli precedenti in un unica regola.
      La Chiesa Primitiva aveva molteplici errori e il Concilio di Trento fu il freno a queste deviazioni e derive, tra cui la Riforma Anglicana.

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    2. Infatti la tradizione della Chiesa ha inizio con gli apostoli. E quindi?

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    3. Non è che non vogliamo capire, è che abbiamo capito benissimo!

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    4. Ci vuol forse dire che inizia con la "seconda Pentecoste?", dal CV II?, oppure la Chiesa è Apostolica come noi crediamo.

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  6. Enzo Bianchi è un ecumenista convinto che ha la licantropesca capacità di sparare panzane con apparenza di verità. E' anche una figura piuttosto strana di "priore". Ma di che razza è? E' battezzato e cresimato? Oppure? Chi può fornire notizie sul personaggio?

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    1. Vuoi farti del male? Caro Fuoco, meglio non approfondire, credimi, con Bianchi siamo a livello trash...

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  7. Il signor Bianchi dice molte cose non esatte come quella che la navata nei giorni feriali era quasi vuota, perché mio padre, che ha 91 anni e quindi ha conosciuto molto bene la chiesa pre-conciliare, mi assicura che alla prima messa delle 6 del mattino c'era parecchia gente, molta di più di quanta ce ne sia oggi a quella delle 18. La soppressione di molte messe feriali e festive, vuoi per la mancanza di preti, vuoi per la mancanza di fedeli è sotto gli occhi di tutti.
    Inoltre lo stesso mio padre dice di non aver mai recitato il rosario durante la messa, ma di essere sempre stato attento a ciò che avveniva sull'altare, tanto che quando partecipai (anzi pardon, assistetti!) per la prima volta alla messa tridentina, ai tempi dell'indulto di papa Giovanni Paolo II, una ventina di anni fa, ci andai con lui, che mi spiegò esattamente ogni fase della celebrazione, dall'"Introibo ad altare Dei" all'Ultimo Vangelo. E mio padre se la ricordava perfettamente, nonostante fossero passati più di trent'anni. Ciò smentisce la tanto sbandierata passività dei fedeli di allora, che secondo il signor Bianchi sarebbero stati presenti alla messa fisicamente ma non con la mente e col cuore.
    Comunque, a parte i pareri personali, è un dato di fatto che i fedeli del pre-concilio fossero tutti ben consci dei più elementari rudimenti di dottrina, tanto che non si accostavano alla comunione se non erano confessati. Conoscevano esattamente la distinzione tra peccato veniale e mortale e soprattutto erano consapevoli di ciò che avveniva sull'altare al momento della consacrazione: la presenza reale di Cristo. Conoscevano il valore propiziatorio del sacrificio eucaristico, per cui durante la messa presentavano le proprie intenzioni al Signore unendole a quelle del celebrante. Tutto ciò anche se "non rispondevano agli inviti del presbitero" non solo perché non sapevano il latino, ma soprattutto perché il sacerdote sussurrava e quindi non avrebbero potuto rispondere anche se la lingua fosse stata l'italiano.
    I fedeli di oggi non sono altrettanto consapevoli: non si confessano mai ma fanno sempre la comunione segno che non conoscono o non riconoscono più il valore dei sacramenti; non conoscono la distinzione tra peccato veniale e mortale perché nessuno gliel'ha mai insegnata; non conoscono l'aspetto propiziatorio del sacrificio eucaristico perché nessuno glielo ha mai insegnato. Eppure "rispondono agli inviti del presbitero"...
    Questa sarebbe la maggior consapevolezza dei fedeli di cui parla il signor Bianchi? La verità è che il cristiano di riferimento del sig. Bianchi è il "cristiano Anonimo" del Rahner. Quello di cui parlo io, che non si comunica se non confessato, che conosce la distinzione tra peccato veniale e mortale, che crede nella presenza reale, può solo essere oggetto di compatimento, se non di disprezzo, perché non ancora "adulto"...

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  8. Ma ancora c'e' chi compra Avvenire
    e Famiglia Cristiana ?
    Il Sig.B. lo ascoltai una volta in un programma di Fazio in cui alla domanda :
    " A cosa serve un monaco ? "
    il sig.B. rispose ridendo :
    " A niente" .
    E tutti e due e il parterre finirono in una bella risata .
    Tutti fanno a gara per li sponsorizzarli ,
    l'uno e l'altro . Nella mia Parrocchia , una Domenica , alla Messa vespertina , m'e' toccato sorbirmi l'omelìa del Sacerdote tutta impostata sull'ultimo libro di " Padre (?!?) B." sulla misericordia e non contento ne caldeggiava anche l'acquisto .

    AAAAh annamo bene...proprio bbene....

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  9. Quando vedo in foto l'immagine di codesto signorotto colto e autorevole mi ricorda Mangiafuoco di Collodi.

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  10. Insopportabile. Ce lo propinano continuamente su RadioRaiUno ("Ascolta si fa sera"). Soliti sproloqui anni '70, solite categorie ipocrite ("ultimi", "oppressi"), solite argomentazioni sociologiche che non hanno nulla di spirituale, argomentazioni che potevano convincere qualcuno decenni fa, ma ora le gente si è svegliata e gli strumenti di propaganda delle élites sono riconoscibili e smontabili da chiunque.

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  11. Evidentemente nel suo agriturismo il ragionier Bianchi offre il servizio di animazione compleanni e serate danzanti a tema, con ricchi premi e cotillons.

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  12. Un commento l'avevo postato stamattina, evidentemente c'è qualcosa che non va.

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  13. Le nauseanti cretinate che sentiamo ogni giorno su un "popolo in cammino" in cerca di novità kitschliturgiche.

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  14. Fodde, caro lei, perché insiste con suoi interventi senza né capo né coda? Lei si pone come uno che non è né carne né pesce e cita a vanvera san Pio X, estrapolando un brano per piegarlo alla sua strampalata tesi. Ma dico, ha letto o almeno sfogliato la PASCENDI DOMINICIS GREGIS? Lei fa il modernista "obbediente" e cita un santo pontefice (santo davvero!)che con tale enciclica ha sparato a zero sul modernismo? Le do un consiglio: lasci perdere.

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  15. 200 cardinali sotto ispirazione dello Spirito Santo o del fumo di Satana visto che approvarono documenti condannati da Papi e da Santi?
    Si faccia due domande e cerchi di darsi qualche risposta seria!

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  16. .....Benedetto XVI non doveva lasciare la Barca di Pietro a questo qua.

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  17. Libertà religiosa, collegialità, ecumenismo selvaggio....proprio i capisaldi di San Pio X!

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  18. Non faccia l'anguilla! Sia coerente! Da che parte sta? Non sia doppiogiochista!

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  19. Le chiese si sono svuotate non per la brutta liturgia, ma perchè Dio non esiste, e sempre più persone ne sono consapevoli.
    Mettetevi la coscienza in pace: la morte è la FINE, dopo non c'è nulla. Godetevi i pochi anni che vi rimangono da vivere, e smettete di indignarvi per il NULLA, che vi viene il sangue cattivo e morite prima.

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    1. Che commento idiota. Perchè non vai nel blog di Grillo se hai da perdete tempo su internet?
      I comunisti sono morti da un pezzo e si sentono ancora certi slogan sessantottini?

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    2. Crede di meritare una risposta filosofica a così vuota battuta? Piuttosto meraviglia l'accettazione di una simile banalità bacchica da " libiam nei lieti calici" o di un tristo uomo come Jago che dice " la morte e il nulla"! In punto di morte forse si ricrederà come è accaduto a tantissimi.

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  20. Anche il signore. Carletti usa "paventare" in modo errato. Paventare significa temere, cfr pavido, e non prefigurare, prospettare, delineare come sembra dal suo intervento.

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