Mala tempora currunt.
L
Corrispondenza Romana, 19-4-2017
(di Mauro Faverzani) Che a cento anni dalle apparizioni di
Fatima, in una chiesa cattolica, quella del Redentore a Modena, non si trovi di
meglio che festeggiare il quinto centenario della riforma luterana con un ciclo
di cinque concerti, promossi dal locale Consiglio delle chiese
cristiane, è veramente sconcertante.
Ma ancor più sconcertante è la modalità, con cui si è cercato di giustificare
tale scelta. In un’intervista al settimanale diocesano Nostro Tempo,
l’Arcivescovo, mons. Erio Castellucci (oggi dato come outsider per la
Presidenza della Cei, benché semplice parroco a Forlì sino a due anni fa), ha
parlato, tra l’altro, della «possibilità di utilizzare le chiese per
iniziative non legate al culto», dicendola «regolata da norme e da
prassi ormai collaudate». Esatto. Norme e prassi,
che tuttavia dicono
altro.
Il can. 1210 del Codice di Diritto Canonico sancisce: «Nel luogo sacro
sia consentito solo quanto serve all’esercizio ed alla promozione del culto,
della pietà, della religione e vietata qualunque cosa sia aliena dalla santità
del luogo. L’Ordinario, però, per modo d’atto può permettere altri usi, purché
non contrari alla santità del luogo».
Precisazione, questa, molto importante: rientrano in essa iniziative pensate
espressamente per celebrare il compleanno di uno scisma voluto da uno
scomunicato? Stando alla Lettera della Congregazione per il Culto Divino,
Concerti nelle chiese, del 5 novembre 1987, parrebbe proprio di no: la
chiesa, infatti, «rimane luogo sacro, anche quando non vi sia una
celebrazione liturgica» (art. 5); quindi, utilizzarla «per altri fini
diversi dal proprio», ne «mette in pericolo la caratteristica di segno
del mistero cristiano». Chiarissimo.
Persino la Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium
definisce «il fine della musica sacra» essere «la gloria di
Dio e la santificazione dei fedeli» (n. 112) e non altro, raccomandando che
«i testi destinati al canto sacro siano conformi alla Dottrina
cattolica» (n. 121). Il che non è proprio il caso di un evento pensato
esplicitamente per commemorare la Riforma protestante, proponendo autori
protestanti, commentati da pastori protestanti.
Vi è poi anche un dato tecnico, da tener presente. La Congregazione per il
Culto Divino, nella sua Lettera del 1987 sui Concerti nelle chiese, ha
specificato come le concessioni l’Ordinario le possa accordare «per modum
actus» solo «relativamente a concerti occasionali. Si esclude pertanto
una concessione cumulativa, per esempio, nel quadro di un festival o di un ciclo
di concerti» (art. 10). Qual è, invece, quello di Modena, che cozza,
dunque, per forma e per sostanza, proprio contro le disposizioni in materia.
(Mauro Faverzani)
Mala tempora currunt.
L
Corrispondenza Romana, 19-4-2017
(di Mauro Faverzani) Che a cento anni dalle apparizioni di
Fatima, in una chiesa cattolica, quella del Redentore a Modena, non si trovi di
meglio che festeggiare il quinto centenario della riforma luterana con un ciclo
di cinque concerti, promossi dal locale Consiglio delle chiese
cristiane, è veramente sconcertante.
Ma ancor più sconcertante è la modalità, con cui si è cercato di giustificare
tale scelta. In un’intervista al settimanale diocesano Nostro Tempo,
l’Arcivescovo, mons. Erio Castellucci (oggi dato come outsider per la
Presidenza della Cei, benché semplice parroco a Forlì sino a due anni fa), ha
parlato, tra l’altro, della «possibilità di utilizzare le chiese per
iniziative non legate al culto», dicendola «regolata da norme e da
prassi ormai collaudate». Esatto. Norme e prassi,
che tuttavia dicono altro.
che tuttavia dicono altro.
Il can. 1210 del Codice di Diritto Canonico sancisce: «Nel luogo sacro
sia consentito solo quanto serve all’esercizio ed alla promozione del culto,
della pietà, della religione e vietata qualunque cosa sia aliena dalla santità
del luogo. L’Ordinario, però, per modo d’atto può permettere altri usi, purché
non contrari alla santità del luogo».
Precisazione, questa, molto importante: rientrano in essa iniziative pensate
espressamente per celebrare il compleanno di uno scisma voluto da uno
scomunicato? Stando alla Lettera della Congregazione per il Culto Divino,
Concerti nelle chiese, del 5 novembre 1987, parrebbe proprio di no: la
chiesa, infatti, «rimane luogo sacro, anche quando non vi sia una
celebrazione liturgica» (art. 5); quindi, utilizzarla «per altri fini
diversi dal proprio», ne «mette in pericolo la caratteristica di segno
del mistero cristiano». Chiarissimo.
Persino la Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium
definisce «il fine della musica sacra» essere «la gloria di
Dio e la santificazione dei fedeli» (n. 112) e non altro, raccomandando che
«i testi destinati al canto sacro siano conformi alla Dottrina
cattolica» (n. 121). Il che non è proprio il caso di un evento pensato
esplicitamente per commemorare la Riforma protestante, proponendo autori
protestanti, commentati da pastori protestanti.
Vi è poi anche un dato tecnico, da tener presente. La Congregazione per il
Culto Divino, nella sua Lettera del 1987 sui Concerti nelle chiese, ha
specificato come le concessioni l’Ordinario le possa accordare «per modum
actus» solo «relativamente a concerti occasionali. Si esclude pertanto
una concessione cumulativa, per esempio, nel quadro di un festival o di un ciclo
di concerti» (art. 10). Qual è, invece, quello di Modena, che cozza,
dunque, per forma e per sostanza, proprio contro le disposizioni in materia.
(Mauro Faverzani)
Aiuto!! Kasper vuole un “cattolicesimo evangelico o un protestantesimo cattolico”!!! Dio ci salvi!!! http://www.lafedequotidiana.it/cardinale-kasper-necessari-un-cattolicesimo-evangelico-ed-un-protestantesimo-cattolico/
RispondiEliminaMa è perfettamente logico che si celebri Lutero "in musica": se si volesse celebrarlo leggendo quello che ha scritto, si troverebbero praticamente in ogni pagina diavoli, streghe, inferno, un Dio capriccioso che danna o salva (pochi) a casaccio e così via, in una parola il contrario di quello che predica - o non predica - la Chiesa della Misericordia. A loro Lutero mica interessa: vogliono solo dimostrarsi astrattamente "ecumenici".
RispondiEliminaMa di che vi scandalizzate?? Pensate che nella mia chiesa parrocchiale ci hanno fatto addirittura la riunione comunale della raccolta differenziata, con tanto di maxischermo montato davanti all'altare e bidoni della spazzatura colorati su tutto il presbiterio.
RispondiEliminaEretici brucerete all'inferno per tutto lo scandalo che state dando!
RispondiEliminaGrazie Bergoglio!
RispondiEliminaOggi, sabato, to seguendo in tv, non senza un certo senso di voltastomaco, l'incontro cordiale e sorridente tra Bergoglio e Mattarella, segno di una"ritrovata conciliazione" fra Chiesa e Stato. I commentatori, tra cui l'immancabile filosofa femminista, stanno sparando con entusiasta pacatezza le loro sdolcinate considerazioni che risparmio ai lettori poiché potranno trovarle domani su media. Si parla di "miracoli" compiuti da questo papa e da questo presidente! Ora, è chiaro come il vescovo Castellucci sia in completa sintonia con (attenti a) quei due, quando spara la sua panzana giornaliera: «possibilità di utilizzare le chiese per iniziative non legate al culto». In questo momento Mattarella inizia una delle sue solite tiritere dallo scontato contenuto protocollare. Tra i commentatori c'è Aldo Maria Valli che positivamente commenta l'agire di Bergoglio ma sul suo blog si abbandona a critiche pesantissime nei confronti del medesimo, e ciò senza che corra il rischio di essere "promosso" ad altro incarico. Bah!!! Mattarella, intanto, manco a dirlo, si riferisce alla misericordia, alla Laudato si, di un "fronte comune verso il fanatismo" e bla,bla,bla.
RispondiEliminaNon ci resta che piangere...
RispondiElimina