Continuiamo con le tematiche legate alla Musica Sacra di cui i nostri gruppi liturgici sono appassionati e fedeli cultori.
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Fonte La fede quotidiana
Foto MiL 2011 Mons. Le Gall, arcivescovo di Tolosa, Presidente della commissione episcopale per la liturgia e la pastorale sacramentale e membro della Congregazione del Culto Divino, durante la celebrazione di una 'Festa dei Popoli'
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L’esperto di musica sacra Miserachs:
“Spesso, più che in chiesa sembra di stare in osteria”
“Spesso, più che in chiesa sembra di stare in osteria”
Monsignor Valentino Miserachs Grau è un grande musicista e soprattutto esperto di musica sacra e liturgica, maestro della Cappella Liberiana nella Basilica Santa Maria Maggiore di
Roma ed ha presieduto il Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Con lui, la Fede Quotidiana parla della qualità della musica liturgica nelle nostre chiese .
Monsignor Miserachs, secondo lei ascoltiamo in chiesa un buon “prodotto” ?
"Non mi piace fare delle generalizzazioni, perchè non è il caso.
Tuttavia, dico che spesso spacciano per musica liturgica quella che tale non è.
Credo che alcune volte si arrivi a suonare canzonette, inadatte sia nella musica che nei testi.
Eppure il patrimonio della musica liturgica è smisurato”.
Da che cosa dipende questo?
"I fattori sono sicuramente molti.
Uno di questi, non il solo, è il volontariato che va bene per l’ assistenza sociale, non per la musica. Mi spiego.
Nelle parrocchie, per comprensibili motivi di bilancio, si lascia campo libero ai volontari nella esecuzione e escelta delle musiche e questo inevitabilmente comporta dei rischi di scadimento o spontaneismo.
Credo che occorra una mano esperta, un professionista almeno nel dare lezioni ed avviare bene”.
Solo questo il problema?
“No. Un altro aspetto è quello di un clima liturgico, perchè musica e liturgia camminano di pari passo, molto rilassato verso il basso, figlio di un certo pauperismo che va di moda.
Oggi ci vuole molta fede per mandare giù certe cose e alcune celebrazioni.
La messa è cattolica in quanto universale e al contrario assistiamo a varie messe con cori e canti di varie etnie e luoghi.
Siamo davanti alla conseguenza e anche ai problemi di quella che si chiama inculturazione, figlia dello spirito del Concilio Vaticano II.
Intendiamoci, la colpa non è del Concilio, ma di interpretazioni errate che ne sono derivate. Il Vaticano II sulla liturgia è molto chiaro e netto”.
Lei parla di canzonette, per quale motivo?
"Perchè sia i testi musicali che le parole sono assimilabili a canzonette.
Lo scopo è quello del piacere, del gradimento che appunto rende il tutto simile a canzonette.
In quella ottica l’ importante non è la qualità, quanto la ricerca dell’ attrazione e del consenso, ma non siamo al circo. Il risultato, è lo smarrimento progressivo del senso del sacro e così accade che non solo non si attirano i giovani, ma si perdono i fedeli legati alla tradizione e quelli che a messa andavano da tempo.
Non si assicura un buon servizio quando si cerca di annacquare in qualunque campo la verità e la musica per attirare consensi”.
Gli applausi?
"Una cosa molto sbagliata.
Ora vanno di moda al funerale, al matrimonio e così via in tante occasioni.
Si dice che servano per allietare come fossimo in sede mondana.
Siamo alla messa va ricordato, non alla osteria.
Come dico di no agli applausi, lo stesso valga per batteria, chitarra e altri strumenti durante le celebrazioni liturgiche.
Andrebbe al contrario incentivato l’ uso dell’ organo”.
Esiste una sciatteria liturgica oggi?
”Le ripeto che generalizzare non serve e non è corretto.
Certo, alcune liturgie sciatte dipendono dal fatto che talvolta si ha una visione del sacro ridotta, che limita la dimensione verticale a vantaggio di quella orizzzontale o sociale”.
L'emarginazione della musica liturgica secondo tradizione, iniziata con il CVII, fa parte del più vasto programma modernista che vuole la distruzione della dottrina che dal canto ben fatto traeva nutrimento per una più efficace proclamazione della parola di Dio. Il grande M°Bartolucci scrisse: " A questa liturgia sta bene questa musica". La gerarchia, ignorante e/o adeguata ha imposto al popolo, che ama sentire musiche che elevano l'animo a Dio, le superficialità musicali e testuali che rendono squallide e/o rumorose le celebrazioni.
RispondiEliminaNon è tanto questione di bilancio, mi permetta l'esimio M° Miserachs, la caduta della vera musica liturgica. Ad es. nelle Messe domenicali in TV si ascoltano spesso decorosi cori che potrebbero cantare brani di grandi autori,semplici a due o tre voci, e/ o il gregoriano ormai ignoto, invece delle solite lagne dagli accenti tristi, di autori dei quali non facciamo nome.
RispondiEliminaUn saluto e un bel 'risentito'a Mons.Valentino,grande musicista,grande sacerdote e grande uomo.Molti si aspettavano di vederlo nelle varie funzioni Papali mentre dirigeva la Cappella Sistina.Purtroppo ciò non è stato.Comunque la sua voce è sempre pronta a difendere la vera musica per la liturgia.Concordo con il suo pensiero e aggiungo che ,come maestro di cappella di una cattedrale Abruzzese ho oramai deposto le 'armi',nel senso che combattere contro sacerdoti che per celebrazioni importanti invocano l'alternanza nella presenza nell'animare le funzioni,come vada vada.Bene se si può offrire un'accompagnamento decoroso,ma rifacendoci alle canzonette,almeno i cantautori sono bravi! da noi si sferrazzano le chitarre come ferri di punti a croce,e'a più voci 'cioè che ognuno fa come vuole.Speriamo che il Signora veda e provveda.
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