FOLIGNO – La nuova statale 77 Val di Chienti è stata inaugurata senza alcuna benedizione religiosa e il fatto ha lasciato un po’ di amarezza nel vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, che in un’intervista rilasciata a Radio Gente Umbra, l’emittente radiofonica della diocesi folignate, ha espresso dispiacere per la decisione dell’Anas di fare una cerimonia prettamente laica, sembra su suggerimento della Presidenza del Consiglio.
“Seppure con serena amarezza – ha spiegato il presule a Radio Gente Umbra – ho comunque voluto partecipare a quel momento, visto che negli anni ho celebrato più volte l’Eucaristia all’interno dei cantieri delle gallerie, insieme agli operai, in occasione della memoria di santa Barbara”.
Sembra che il vescovo avesse preparato una preghiera per l’occasione, ma 24 ore prima dell’inaugurazione del 28 luglio gli è stato comunicato che non sarebbe stato possibile pronunciarla.
Sempre alla radio della diocesi, il vescovo ha detto che avrebbe recitato questa preghiera, evidenziando che gli sarebbe piaciuto chiamare la strada “Freccia lauretana”: “Dio di infinita Misericordia, che sei sempre vicino ai tuoi figli pellegrini nel tempo e nello spazio, benedici quanti hanno progettato e realizzato questa arteria stradale che, correndo lungo il tracciato dell’antica Via Lauretana, merita il nome di Freccia Lauretana. Accogli in Paradiso coloro che sono morti nei cantieri di questa grande opera e concedi ai loro familiari di fermarsi nell’area di servizio della speranza Pasquale. Accompagna quanti transiteranno per questa via che collega l’Appennino all’Adriatico, unendo l’altezza e la bellezza dei monti alla profondità e alla limpidezza del mare. Il tuo Angelo santo li preceda e li accompagni. Amen”.
Monsignor Sigismondi, ha detto anche che “Seppure nel silenzio ho comunque benedetto quella strada, già benedetta dai pellegrini che ne hanno tracciato il percorso e dal sudore della fronte di chi l’ha realizzata” ed ha evidenziato che “le radici cristiane della nostra terra non possono essere ignorate, calpestate o sradicate: soltanto un’identità spirituale, e dunque culturale, più chiara e serena, senza complessi, è la via maestra, l’autostrada, per continuare ad attraversare i giorni della storia”.
“Seppure con serena amarezza – ha spiegato il presule a Radio Gente Umbra – ho comunque voluto partecipare a quel momento, visto che negli anni ho celebrato più volte l’Eucaristia all’interno dei cantieri delle gallerie, insieme agli operai, in occasione della memoria di santa Barbara”.
Sembra che il vescovo avesse preparato una preghiera per l’occasione, ma 24 ore prima dell’inaugurazione del 28 luglio gli è stato comunicato che non sarebbe stato possibile pronunciarla.
Sempre alla radio della diocesi, il vescovo ha detto che avrebbe recitato questa preghiera, evidenziando che gli sarebbe piaciuto chiamare la strada “Freccia lauretana”: “Dio di infinita Misericordia, che sei sempre vicino ai tuoi figli pellegrini nel tempo e nello spazio, benedici quanti hanno progettato e realizzato questa arteria stradale che, correndo lungo il tracciato dell’antica Via Lauretana, merita il nome di Freccia Lauretana. Accogli in Paradiso coloro che sono morti nei cantieri di questa grande opera e concedi ai loro familiari di fermarsi nell’area di servizio della speranza Pasquale. Accompagna quanti transiteranno per questa via che collega l’Appennino all’Adriatico, unendo l’altezza e la bellezza dei monti alla profondità e alla limpidezza del mare. Il tuo Angelo santo li preceda e li accompagni. Amen”.
Monsignor Sigismondi, ha detto anche che “Seppure nel silenzio ho comunque benedetto quella strada, già benedetta dai pellegrini che ne hanno tracciato il percorso e dal sudore della fronte di chi l’ha realizzata” ed ha evidenziato che “le radici cristiane della nostra terra non possono essere ignorate, calpestate o sradicate: soltanto un’identità spirituale, e dunque culturale, più chiara e serena, senza complessi, è la via maestra, l’autostrada, per continuare ad attraversare i giorni della storia”.