"Alcuni hanno minacciato di denunciarla, supponendo (non del tutto a torto) che qualche procuratore avrebbe aperto una pratica su questo intollerabile sopruso, consistente nel raccomandare a Gesù le anime di estranei, approfittando del fatto che “Non possono rifiutare” né difendersi (da che? Dalla salvezza eterna…).
La Costanza segnala “tra i più arrabbiati diversi sedicenti cattolici”.
Quelli suppongo che hanno “accolto in pieno la novità del Concilio”; ossia che l’uomo da Dio non deve aspettarsi che la gioia; perché infatti soffrire, se è inutile? E’ la domanda che risuona nell’inferno". Maurizio Blondet
Chi ha paura delle preghiere per i morti?
di Costanza Miriano
Sinceramente, dopo tutto il tempo passato a rimuovere bestemmie e offese surreali dal mio profilo facebook, ero tentata di lasciar cadere la faccenda, ma non lo farò, per due ordini di motivi.
Il primo è che continua a sembrarmi preziosissimo pregare per le vittime del terremoto.
Il secondo è che da questa assurda vicenda ho imparato alcune cose utili che vorrei condividere con chi lo desidera.
Per chi si era sanamente distratto dal mondo virtuale, riepilogo.
La sera dopo il terremoto ero sul divano con tutta la famiglia, incollati a guardare i luoghi nei quali abbiamo trascorso le vacanze degli ultimi anni con gli amici più cari.
Cercavamo volti e luoghi noti.
Durante la giornata avevamo chiamato persone che erano ancora lì per capire se si potesse andare a dare una mano, ma la risposta, letterale, era stata: “la Protezione Civile sta cacciando tutti” (nel senso di tutti quelli che non sanno esattamente cosa fare in questi casi).
A raccolte di cibo e soldi aveva pensato mio figlio.
L’unica cosa che rimaneva da fare era pregare.
Quando si muore nel sonno, o in pochi secondi, chissà, magari non si ha neanche tempo di raccomandare l’anima a Dio.
Se fossi al posto loro sarei felicissima che qualcuno mi presentasse al Padre chiedendo misericordia per me.
La mia amica, che conosceva quasi tutte le vittime, una per una, e con la quale ho condiviso l’idea la mattina dopo, siccome fa l’avvocato come lavoro di copertura, ma nella realtà è un’organizzatrice di amici, ha pensato istantaneamente che ognuno dovesse avere almeno una persona che pregasse per lui.
Una per ciascuno.
Lei si preoccupava per una in particolare di cui mi poteva dire per certo che difficilmente qualcuno avrebbe pregato per lei, e me l’ha affidata.
Poi mi ha chiesto di mettere qui i nomi facendo una griglia in modo che ognuno abbia il suo asterisco accanto quando qualcuno si prenderà l’impegno di pregare per lui.
Ci sarebbero da spiegare un’infinità di cose su questo tema – la comunione dei santi, il purgatorio, l’indulgenza, le colpe e le pene, si potrebbe parlare per ore – ma non sono una teologa, mi basterebbe essere una teofila.
La realtà è molto più semplice.
È stato un pensiero naturale, quasi ovvio direi.
Il culto dei morti è quello che ci distingue dalle bestie.
Siamo nell’anno del giubileo della misericordia, e ottenere l’indulgenza non è mai stato così facile (ci sono stati tempi in cui la gente perdeva tempo, soldi, la vita a volte, per intraprendere viaggi lunghi e pericolosi, nella speranza di passare una porta santa e salvarsi l’anima).
Facile solo a livello pratico: oggi il Papa lo ha reso possibile in ogni diocesi.
Impegnativo come sempre a livello spirituale, perché una vera confessione implica necessariamente una seria conversione, l’impegno rinnovato a seguire Cristo e a fare gesti concreti per i fratelli.
Mi sembrava che il mio pensiero fosse abbastanza scontato, e davvero non immaginavo di scatenare questo putiferio.
È successo invece che sui social me ne hanno dette di tutti i colori: la maggior parte degli insulti non li posso ripetere, perché sono una signora e ho un bonus di una parolaccia all’anno ma temo di averla già usata, per il 2016, e tra l’altro moltissimi non li ho neppure letti, perché twitter non lo so usare, e il profilo fb non lo gestisco da sola (quando hanno cominciato ero fuori, senza computer).
Comunque non ho mai letto tante cattiverie e volgarità tutte insieme, credo che una povera umanità disperata si sia data convegno sul mio profilo.
Quasi nessuno, ovviamente, è stato capace di articolare e motivare il suo disaccordo con questa idea, e il livello espressivo era davvero molto basso.
Vorrei riuscire a pregare per ciascuno di loro, ma dovrete aiutarmi, sono troppi; sono certa che si tratti di povere creature ingannate, persone totalmente prive dei fondamentali della fede, persone che però sanno, confusamente, che siamo fatti per l’eternità, e che per questo temono la preghiera, perché intuiscono che c’è qualcosa di vero.
Persone che desiderano essere amate come Dio ci ama, ma non riescono a crederlo (il demonio non ha tanta fantasia, usa sempre lo stesso trucchetto, dall’Eden in poi: vuole convincerci che Dio sta tentando di fregarci, togliendoci la libertà, invece è solo un padre che vuole il meglio per noi).
Persone che non vedendo questo viso innamorato del Padre preferiscono catalogare la nostra fede come superstizione, e la richiesta di indulgenza come un rito magico.
Persone che preferiscono nella loro condizione non ricordare che la morte ci attende tutti, e tutti dovremo andare davanti al Creatore, nella speranza che non ci dica “andatevene, io non vi conosco” (quelli che dicono che l’inferno è vuoto forse non hanno letto tutto il Vangelo).
Questa ce l’abbiamo tutti, e chi cerca questo amore nelle cose e nelle persone sta male, perché niente gli riempie il cuore.
Aggiungiamo la grande ignoranza dei fondamentali della fede ( sottolineatura nostra N.d.R.) (tra i più arrabbiati diversi sedicenti cattolici), e soprattutto l’esito di decenni di propaganda laicista che con scuole mediocri e mezzi di comunicazione mediocrissimi cerca di formare un popolo convinto di essere solo al mondo, di non avere niente sopra la testa, di non dover un giorno affrontare la morte.
Per l’uomo di oggi l’idea di non essere totalmente autodeterminato è intollerabile: schiuma di rabbia e vomita offese, ciò che denuncia chiaramente la sua infelicità.
Di fronte a questa umanità non si può che provare tenerezza, e non serve rispondere alle offese.
La più bella è “sciacallo da tastiera”: vorrei sapere che ci guadagno chiedendo preghiere.
Il mio blog è volutamente senza pubblicità (ci è stata offerta), e per gli oltre dieci milioni di clic non abbiamo preso mezzo euro, ma anzi abbiamo sopportato in due una mole enorme di lavoro, con l’aiuto ogni tanto di qualche amico.
Non mi vengono in mente altri guadagni possibili per l’idea dell’indulgenza, sinceramente, ma si sa che il male è negli occhi di chi lo vede.
La più ipocrita: la difesa della privacy.
Gli elenchi sono pubblici, e ho visto colleghi spiare volti e storie, addirittura con la telecamera (se finisco sotto le macerie mentre dormo per favore pubblicate ovunque il mio nome per il suffragio, anche sui manifesti di dieci metri per dieci, ma se possibile non mi riprendete piena di calcinacci e in sottoveste; e se perdo un figlio non mi inquadrate mentre piango, ma pregate per lui).
La più surreale: paragonare le nostre preghiere a una messa nera.
La più da premio Nobel: ti denuncio (pensa il magistrato che riceve un esposto; il capo d’imputazione: richiesta di preghiere).
La più diffusa: come ti permetti, e se loro non credevano?
A parte che nessuno ha avuto da ridire contro i funerali in chiesa, che io sappia, cosa da cui deduco che le vittime fossero battezzate, comunque le preghiere e le messe non possono nulla di fronte alla libertà dell’uomo, confine che ferma, per il suo rispetto nei confronti dei figli, persino l’azione di Dio.
Quindi se uno vuole andare all’inferno ci va (ma dubito che qualcuno possa davvero desiderarlo).
La più banale: vai a scavare invece di scrivere (immagino che loro invece stessero digitando insulti da sotto le macerie)
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Tutte le immagini sono state prese dal sito : Le Cento Chiese di Amatrice
L'Immagine 1: Madonna con Bambino benedicente che reca la Città di Amatrice (Santuario dell'Icona Passatora)
L'Immagine 1: Madonna con Bambino benedicente che reca la Città di Amatrice (Santuario dell'Icona Passatora)