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lunedì 25 luglio 2016

Mosul due anni dopo : la fine dei nostri fratelli cristiani in Medio Oriente è prefigurazione del martirio della Chiesa in Occidente

Una notizia di due anni fa resa purtroppo attuale dalle drammatiche vicende dei nostri giorni.
Preghiamo costantemente per i nostri fratelli in Cristo del Medio Oriente.
AC  

A Mosul non ci sono più cristiani 
di Valentina Colombo 

«Per la prima volta nella storia dell’Iraq, a Mosul non vi sono più cristiani. Le famiglie cristiane si sono dirette a Erbil e Dahuk in Kurdistan». 
Queste le disperate parole pronunciate nella serata di sabato 19 luglio da monsignor Louis Sakko, patriarca dei caldei iracheni.
Non sono solo scomparsi i cristiani, ma rischiano di scomparire anche le loro chiese. 

L’ISIS ha già dato fuoco alla Chiesa dell’arcivescovado. 
Sabato mattina è scaduto l’ultimatum per i circa 200 cristiani ancora residenti a Mosul. 
Il 18 luglio nelle principali moschee della città, durante la preghiera comunitaria del venerdì, sono stati distribuiti volantini in cui si comunicavano le condizioni poste ai cristiani qualora avessero deciso di non abbandonare la città. 
Le condizioni sono quelle espresse in un comunicato ufficiale dell’ISIS alle autorità cristiane in cui si intima quanto segue: Sia lode ad Allah Colui che ha onorato l’islam con la vittoria, che ha umiliato l’associazionismo con la Sua conquista, che ha fatto mutare i giorni con la Sua giustizia, la preghiera, la pace sulle persone su cui Allah ha diffuso l’islam con la Sua spada, e poi: Allah – Egli è l’Altissimo – ha detto: “E quando alcuni di loro dissero: ‘Perché ammonite un popolo che Allah distruggerà o punirà con duro castigo?’ Risposero: ‘Per avere una scusa di fronte al vostro Signore e finché Lo temano!’” (Sura al-A’raf, 163) 
Dopo avere comunicato ai capi dei cristiani e ai loro seguaci di presentarsi all’appuntamento in cui sarebbe stato reso noto che si trovavano sotto la protezione dello Stato islamico, distretto amministrativo di Ninive, poiché non hanno accettato e hanno evitato di presenziare all’appuntamento stabilito provocando uno strappo definitivo, è stato deciso di presentare loro le seguenti scelte: l’islam, il patto di protezione (‘ahd al-dhimma), qualora rifiutassero quanto succitato non rimarrà loro che la spada. 
Il Principe dei Credenti il califfo Ibrahim – che Allah lo esalti – ha concesso loro di abbandonare i confini dello Stato islamico entro le 10 del mattino di sabato, 21 del mese di ramadan, dopo questa scadenza resterà tra noi e loro solo la spada. 
“La potenza appartiene ad Allah, al Suo Messaggero e ai credenti, ma gli ipocriti non lo sanno.” 

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 La Nuova Bussola Quotidiana


Mosul, in fiamme l'episcopio. 
Il patriarca: "Non ci sono più cristiani"  

di Matteo Matzuzzi 
Dopo la marchiatura delle case abitate dai cristiani, ecco che a Mosul viene dato alle fiamme l'episcopio della chiesa siro cattolica. 
Il patriarca, Ignace Joseph III Younan, è a Roma. 
Stamane è stato ricevuto da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. 
Intervistato da Radio Vaticana, il patriarca ha detto che da ieri a Mosul non ci sono più cristiani. 
"C'erano una decina di famiglie che sono dovute fuggire ieri, ma gli hanno rubato tutto. 
Li hanno lasciati alla frontiera della città, li hanno insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto". 
La situazione, ha aggiunto, "é disastrosa". 
"Noi siamo in Iraq, in Siria e il Libano: noi cristiani non siamo stati importati, siamo qui da millenni, e quindi abbiamo il diritto di essere trattati come esseri umani e cittadini di questi Paesi", osserva ancora il presule siro cattolico. 
Ci perseguitano nel nome della loro religione e non fanno solamente minacce, ma le eseguono. 
Bruciano e uccidono". 

Fonte : Il Foglio