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Il Timone 5-5-2016
Eliminare tutte le croci e le immagini sacre dai cimiteri municipali, proibire ai consiglieri comunali di manifestare la propria fede pubblicamente, addirittura cambiare i nomi delle vie che presentano riferimenti al cristianesimo. Più che una mozione per il rispetto della laicità, è l’indizione di una crociata anti-cristiana quella appena approvata dal comune di Lalín, in Galizia (Spagna).
ABOLITE VACANZE DI NATALE. La mozione è passata grazie ai voti del partito socialista, del blocco nazionalista della Galizia e della Plataforma Aberta Cidadá, un gruppo nazionalista che riunisce diverse anime, tra cui Podemos. In base al testo, saranno proibiti anche tutti gli atti ufficiali contenenti simbologie religiose, qualsiasi atto religioso all’interno del consiglio comunale e la partecipazione di rappresentanti ecclesiastici ad atti pubblici in qualità di autorità e viceversa. Verranno anche cambiati i nomi di tutte le festività (come vacanze di Natale o Pasqua) e quelli delle scuole che contengano riferimenti religiosi. I funzionari, infine, nell’esercizio delle loro funzioni non potranno «compiere alcun gesto di venerazione religiosa».
«DISCRIMINAZIONE RELIGIOSA». La presidentessa dell’associazione degli avvocati cristiani, Polonia Castellanos, ha accusato il Consiglio comunale di Lalín di discriminare i cristiani e più in generale tutti i credenti. «La discriminazione per motivi religiosi è proibita dalla Costituzione come quella per motivi di razza, ideologia, sesso e orientamento sessuale», riporta Aci Prensa. L’Associazione ha anche raccolto più di diecimila firme e le ha presentate ieri al Consiglio comunale della città, che conta circa 20 mila abitanti. La mozione colpisce anche una tradizione consolidata in molte parti della Spagna, dove anche i funzionari del Comune partecipano alle processioni più famose, specie durante la Settimana Santa.
ALTRI PRECEDENTI. Il sindaco Rafel Cuiña ha dichiarato soddisfatto che si tratta di una mozione che «stabilisce la legittimità delle istituzioni pubbliche laiche». In questo modo, continua, «si garantisce la libertà di coscienza individuale e l’indipendenza del governo rispetto a qualunque confessione religiosa». In realtà, in questo modo non si fa che abolire la libertà religiosa, discriminando i credenti. Ma Lalín non è il primo Comune ad approvare una simile mozione: il Comune aragonese di Huesca, 50 mila abitanti, ha fatto lo stesso a marzo, declinando così ogni invito a eventi pubblici di carattere religioso. L’anno scorso, invece, a Cenicientos il sindaco socialista ha smantellato la via crucis del paese motivando così la sua scelta: «Manca di rispetto a musulmani e atei».