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mercoledì 11 maggio 2016

Emanuele Samek Lodovici: un grande filosofo da riscoprire


img-_innerArt-_Emanuele Samek Lodovici169x226Un grande filosofo, amico della Tradizione, prematuramente scomparso 25 anni fa.
Da leggere e da rileggere.
L

Blog di Costanza Miriano 21-4-2016
Emanuele Samek Lodovici, nato a Messina nel 1942 e morto a Milano nel 1981.  Aveva solo 38 anni, scrive Silvio Restelli, “ma già da qualche anno si era guadagnato la stima dei due filosofi cattolici italiani più importanti del ’900, Cornelio Fabro e Augusto Del Noce, il quale in una lettera
lo considerava la più acuta fra le giovani intelligenze della sua generazione, l’unica a cui prefigurava una statura di maestro”.
Sempre Restelli, riassume così la sua opera fondamentale, Metamorfosi della Gnosi:
“Metamorfosi della gnosi” è una profonda e profetica fenomenologia della cultura contemporanea, interpretata in molte sue espressioni come rifrazione di una mentalità, per lo più inconscia: quella della gnosi.

Questa mentalità assume dallo gnosticismo antico alcune grandi tesi:
• il mondo e l‘uomo sono connotati dalla negatività;
• la salvezza è possibile perché lo gnostico, il rivoluzionario, è capace di produrre la redenzione e l’uomo nuovo;
• il diritto e l‘ordine morale sono barriere da estirpare.

Sintesi di tutte queste tesi è il rifiuto del limite e della finitezza, rifiuto che non riesce a tollerare che l’uomo non possa essere Dio. Ovvio, pertanto, l’attacco feroce di questa mentalità verso alcuni bersagli: il cristianesimo, per il quale il mondo ha un grande valore, perché in esso si incarna Dio stesso e perché è voluto proprio da Dio; la storia e il passato, perché rammentano la serie dei fallimenti di costruzione dell’uomo nuovo; la tradizione e tutti i suoi supporti vitali che le consentono di essere recepita e trasmessa: come il linguaggio con cui essa parla, la famiglia dove si rinnova, la donna che cresce le nuove generazioni. Samek smonta la strategia della rivoluzione culturale gnostica nelle forme del riduzionismo antireligioso, del prometeismo marxista, della corruzione della memoria storica attraverso la corruzione del linguaggio, della filosofia radical-relativista dei media, della distruzione della famiglia tramite la rivoluzione sessuale e alcune forme di femminismo.
In positivo, negli scritti di Samek si esprime un pensiero forte, nutrito dai classici (in particolare Platone, Plotino e, specialmente, Agostino), collaudato nel confronto con i moderni (specialmente Leibniz, il marxismo e il neomarxismo, la teologia modernista), che rinnova e rivendica l’attualità e la fecondità della tradizione speculativa metafisica nella sua benefica dialettica con il cristianesimo.
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Recentemente l’editore Ares ha pubblicato una raccolta di saggi, ad opera di alcuni dei più brillanti filosofi italiani, su Lodovici: L’origine e la meta. Studi in memoria di Emanuele Samek Lodovici con un suo inedito.
Proprio dall’inedito traiamo alcuni brani, semplici e belli, come invito alla lettura dell’opera. L’inedito è una conferenza tenuta dal Lodovici nell’anno della morte, il 27 marzo 1981:
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Il figlio di Emanuele, Giacomo, è anch’egli un filosofo, specializzato in filosofia morale, apprezzato colaboratore del mensile Il Timone, autore di varie pubblicazioni scientifiche, tra cui La felicità del bene. Una rilettura di san Tommaso.
Chi conosce Giacomo, e ha letto qualcosa del padre, comprende bene perchè Emanuele appare, nei ritratti di chi lo ha apprezzato e stimato, come un cristiano vero, forte, capace di lottare contro un certo spirito del suo tempo, senza perdere la bontà, la carità, il rispetto, la speranza. Scriveva Emanuele: “La nostra infelicità non dipende [come pensano gli gnostici, ndr] dal fatto che il mondo non continua a darci cose meravigliose, ma dal fatto che in noi viene a mancare la capacità di apprezzarle”, di “accettare la nostra esistenza come un destino, accettare le opere da compiere, le persone che amiamo, quelle che ci stanno intorno…