A pochi giorni dalla morte del Card. Cottier OP, riportiamo alcune sue riflessioni sulle iniziative di parecchi sacerdoti in seguito al Concilio Vaticano II, che parevano più ispirate allo Spirito del '68 che non a quello del Concilio. chiese povere, liturgia sofferente, laici clericalizzati...
EP
«… Ad esempio la riforma liturgica in tanti casi non è stata fatta bene e
molta gente ne è rimasta turbata. Alcune iniziative di sacerdoti erano
nello spirito del ’68 più che in quello
del Concilio. Troppe volte è mancato il rispetto del popolo di Dio che
doveva essere preparato e accompagnato.
Spesso le idee del Concilio
hanno avuto una pessima realizzazione. Questo vale per la musica,
l’architettura. Si è pensato che fosse un lusso avere delle belle
chiese, e cavalcando un pauperismo alla moda si sono al loro posto fatti
dei centri polivalenti che somigliavano a dei garage più che a dei
luoghi di preghiera. Invece del gregoriano, dei polifonici, dei canti
della tradizione popolare sono arrivate le schitarrate che copiavano i
cantautori impegnati. Al fondo c’era e c’è ancora un’idea sbagliata
della propagandata partecipazione dei laici. Soffriamo tanto della
debole presenza di laici cattolici in ambienti decisivi per la vita
delle nostre società, come la medicina, il diritto, la politica,
l’economia… Il posto proprio dei laici non è la paraliturgia. L’aiuto
dei laici è legittimo, e si spiega in parte con la crisi del sacerdozio.
Clericalizzare la gente non e il miglior modo per liberare la Chiesa
dal clericalismo.»
card. Georges Marie Martin Cottier