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martedì 22 dicembre 2015

RIflessioni per Natale

Regem venturum dominum, venite adoremus.

E’ questo il versetto che, in tutte le chiese, il popolo cantava, durante la Novena di Natale, in risposta alle strofe dell’inno, intonate dal sacerdote o dal coro: Jucumdare filia Sion e che proclama poi, coronam regni habens in capite suo et dominabitur a mari usque ad mare’. Cantavano in tal modo: Venga il tuo Regno!

L’antropologia sociologica, al posto di quella teologica, iniziata con il modernismo e diffusasi nella Chiesa dall’epoca del CVII, è oggi arrivata a sedersi sul soglio di Pietro, da dove è stato detto ai protestanti, sicuramente facendoli felici, che il Signore non ci chiederà “se siamo andati a Messa o se abbiamo fatto una buona catechesi” ma quanto abbiamo fatto per i poveri”, disconoscendo la tradizione millenaria della Chiesa che, sempre, ha operato per i poveri secondo il comandamento di Cristo, ormai dimenticato: ‘Querite primum regnum Dei et iustitiam eius , et haec omnia adiicientur vobis’ ( Mt 6,33). E’ un esempio eclatante della sostituzione del Regno di Dio con quello dell’uomo che cade così nel buio dei suoi limiti. La povertà e l’ingiustizia, ci insegna il Vangelo, dipendono dal peccato e dalla trascuratezza individuale e/o sociale, e non potranno mai essere annientate senza quel ‘Querite’ al quale è necessario prepararsi anche con la catechesi, con la Messa nella quale contempliamo quel Re il cui scettro è la Croce, e la preghiera. Una moltitudine di santi e sante, canonizzati o meno, hanno esercitato la carità corporale, non trascurando ma anteponendole quella spirituale, contemplando e predicando il Regno di Dio. Basterebbe ricordare S. Gaetano da Thiene, per la sua visione del Bambino Gesù in S. Maria Maggiore proprio nel tempo di Natale , che volle adottare e proclamare, come costante guida , quel precetto evangelico, preparandosi ad esercitare la carità con una intensa vita spirituale, premessa e compagna della sua molteplice attività caritative: fondazione degli ospedali degli incurabili, degli istituti per orfani, dei banchi dei pegni. Credo che nessuno di quei santi si sia sentito dispensato dall’ andare a Messa, solo per aver assistito un povero, anche se crediamo che il Signore, che conosce le nostre intenzioni, accetterà che non ci siamo andati, quando necessari, per assistere un bambino o un malato grave.

Papa Benedetto XVI, che ha tentato di raddrizzare la teologia spesso distorta e confusa del mondo cattolico attuale, nel suo libro Gesù di Nazaret, nel paragrafo ‘ Venga il tuo Regno’ del capitolo ‘La preghiera del Signore’, ha approfondito, secondo vera dottrina, la teologia dell’espressione ’ Regno di Dio’. Dottrina, trascurata e persino astiosamente disprezzata, da tanto mondo ecclesiastico cattolico ormai schiavo dell’ideologia del regno dell’uomo che considera Dio una parodia di re costituzionale ( mi perdoni Lui il paragone !) che approverebbe passivamente qualsiasi idea partorita dal teologo o dall’esegeta di turno. Queste le parole dell’ indimenticabile papa Benedetto, vero maestro di fede, che ci guidano sicuri nel cammino di attesa del Natale:

“Riflettendo sulla domanda relativa al Regno di Dio riconosciamo innanzi tutto il primato di Dio: dove Lui non c’è, niente può essere buono. Dove non si vede Dio decade l’uomo e decade il mondo. E’ in questo senso che il Signore ci dice: “ Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Con questa parola viene stabilito un ordine di priorità per l’agire umano, per il nostro atteggiamento nella vita di tutti i giorni. Non ci viene affatto promesso il paese della Cuccagna per il caso che si sia pii o in qualche modo desiderosi del Regno di Dio. Non viene prospettato nessun automatismo di un mondo funzionante come quello proposto nell’utopia della società senza classi, nella quale tutto dovrebbe andar bene da sé solo perché non esiste la proprietà privata. Gesù non ci offre ricette così facili. Stabilisce piuttosto una priorità decisiva per tutto: Regno di Dio vuol dire signoria di Dio e ciò significa che la sua volontà è assunta come criterio. Questa volontà crea giustizia, nella quale è insito che noi riconosciamo a Dio e in ciò troviamo il criterio su cui misurare il diritto tra gli uomini…. Salomone chiese al Signore: “ Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male. Con la domanda ‘venga il tuo Regno’ ( non il nostro !) il Signore vuole condurci a questo modo di pregare e di stabilire le priorità del nostro agire”.

EF

10 commenti:

  1. Si però quando pubblicate vedete di documentarvi rigorosamente, altrimenti ci sarà chi vi riderà dietro e.....avrà ragione. Un esempio per tutti: Et dominabitur a mari usque ad mare....e non ad terram... Auguri a tutti di un Santo Natale.

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    1. Sia pur tranquillo che non riderà nessuno poiché si tratta solo di un lapsus calami e non di incapacità di lettura . Grazie!

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    2. Grazie Anonimo delle 19.40. tanto ci sono i soliti che godono a segnalarci i nostri errori.

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  2. Stia pur tranquillo che non riderà nessuno poiché si capirà agevolmente che si tratta di un lapsus calami, non certo per incapacità di lettura. Grazie!

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  3. Nella mia parrocchia nemmeno sanno cosa sia la novena. E non sto scherzando. Anziché la novena si fa mezz'ora di adorazione eucaristica animata con canti da zecchino d'oro (e rigorosamente con la chitarra)
    Dunque devo andare in un'altra parrocchia. Ma anche qui, sorpresa: eliminate le letture bibliche per commenti show del parroco sulla bolla del vdr per il giubileo, canti rigorosamente in italiano (e con una traduzione obbrobriosa). E paramenti viola (ovviamente piviale ben ritirato nei cassetti). Ma almeno la stola viola è corretta? Non dovrebbe essere bianca?

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    1. Infatti nella mia parrocchia si usa piviale bianco e si canta novena davanti al SS. Sacramento esposto.profezie in italiano,inno in latino,antifona al magnificat gregoriana.

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  4. Il coloro per la novena come per tutte le ufficiature d'avvento è il viola, perché esprime il tempo dell'attesa, anche se volge al termine.
    (cfr. Trimeloni: Compendio di liturgia pratica, p.635
    don gianluigi

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  5. Ho postato su facebook la domanda del colore della stola o del piviale per la Novena di Natale.... avendo decine e decine di risposte.
    Anch'io ricordavo nell'infanzia il piviale bianco ma forse perchè c'era la Benedizione Eucaristica.
    L'Ufficio Liturgico della CEI , interpellato per scritto da uno dei miei amici di facebook, ha risposto che il colore per la Novena è viola.
    però, aggiungo io, se la Novena si celebra coram Sanctissimo ovviamente il colore sarà bianco.
    Auguri a tutti !

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  6. Davanti al Mistero dell'Incarnazione non avete altro da contemplare che il colore di un paramento ? ( E.F.)

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  7. Che grande Papa che è Benedetto XVI!!!

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