di don Alfredo Morselli
Siamo ormai prossimi alla solennità del Natale ed è conveniente ripensare alle ragioni della nostra santa fede cattolica circa la straordinaria nascita di Gesù. Si tratta di un dogma nel contempo mariologico (la perpetua Verginità della Madonna, quindi anche durante il parto) e cristologico; Gesù nasce in un modo confacente alla sua divinità: la sua nascita nel tempo trova la sua causa e il suo modello (causa et ratio) nella incorrotta Generazione eterna dal Padre.
1. Il dogma
Che cosa crediamo a proposito
della Verginità di Maria "durante il parto"? Leggiamo il Catechismo della Chiesa Cattolica, § 499:
"L'approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria: anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo . Infatti la nascita di Cristo «non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l'ha consacrata». La Liturgia della Chiesa celebra Maria come la «Aeiparthenos», «sempre Vergine»".
Verginità REALE: quindi non solo
un vago simbolo, un mito, un'espressione della fede dei primi cristiani, ma UN FATTO REALE,
comprendente quindi anche la sfera fisica e biologica.
2. La Rivelazione comprende anche verità di ordine biologico
Alcuni potrebbero obiettare che la rivelazione
non fornisce nessun dato biologico, proponendo solo verità salutari.
A questa obiezione rispondiamo che ci sono verità salutari che
implicano, pur indirettamente, anche dati biologici. Es.: il "Verbo si è fatto
carne": questa affermazione direttamente non dice niente di
"biologico": tuttavia, per salvare questa verità, devo
necessariamente ammettere che le cellule della Carne del Verbo sono uguali alle
nostre (altrimenti salterebbe tutto il dogma dell'Incarnazione, perché
significherebbe che Cristo non ha assunto una natura veramente umana).
Analogamente a quanto sopra, il
dogma della Verginità perpetua di Maria implica necessariamente anche un
aspetto fisico e biologico: molto bene spiega
S.Agostino:
«Se con la nascita di Gesù Cristo si corrompesse l'integrità della madre, Egli non nascerebbe più da una Vergine e quindi tutta la Chiesa falsamente, che Dio lo impedisca, professerebbe che Egli sia nato dalla Vergine Maria» [1]
La nostra conoscenza di fede in materia appena appena si affaccia nel mistero; così dice San Bernardo:
«Se in Maria loderò la verginità, molte altre anime di vergini sembra che mi si presentino dopo di Lei. Se ne esalterò l'umiltà, si troveranno, sia pure pochi, di quelli che, fedeli all'insegnamento del Figlio divino, si sono fatti miti ed umili di cuore. Se poi vorrò magnificare le sue tante misericordie, vi sono pure uomini ed anche donne che si sono distinti per misericordia. Vi è però una cosa del tutto singolare, in cui Maria non ha avuto né prima né dopo di se l'eguale, ed è la prerogativa della maternità verginale, onde Essa ha unito le gioie della maternità all'onore della verginità... Privilegio del tutto singolare e, per di più, ineffabile, perché non solo non potrà essere conseguito ma neppure illustrato adeguatamente da nessuno» [2]
Diciamo solo un'infinitesima parte
di quello che si potrebbe dire... non solo De
Maria numquam satis" "Di Maria non se ne può mai dire abbastanza, o
non la si potrà mai lodare ed amare abbastanza", ma anche di ogni mistero
concernente la sua persona… numquam satis…
4. La verginità perpetua nella S. Scrittura
Vorrei qui rispondere ad
un'obiezione, comune ad eretici e neo-modernisti vari, secondo la quale non ci sarebbe traccia di questa
verità nella S.Scrittura. Al che si risponde:
A) Anche se fosse vero che nella
Scrittura non fosse dichiarata esplicitamente la Verginità di Maria durante il
parto (ammesso e non concesso), poco importa a un buon cattolico che crede che
lo stesso Spirito Santo, autore della Scrittura, ha assistito e guidato la
Chiesa nella sua riflessione su Maria: quindi o in modo o in un altro, è sempre
lo Spirito Santo che parla.
Ancora noi crediamo che la
Rivelazione non è un incontro con un libro, ma con una Persona: "gli
Apostoli trasmisero... ciò che avevano ricevuto... dal vivere insieme a
Cristo" (Dei Verbum 7; cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, 76)
B) Della Verginità nel parto se ne
parla nella Bibbia almeno in tre punti:
1) Is 7,14
"Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele".
Se facciamo una
parafrasi più letterale di questo testo dovremmo tradurre:
"Ecco la vergine, donna incinta e partoriente un figlio; (lo) chiamerà poi Emanuele."
L'espressione
"Ecco la vergine, donna incinta e partoriente" è un tutt'uno, un
fatto unico che il profeta vede in modo soprannaturale"
Gli studi sulla sintassi ebraica [3] confermano questa
interpretazione, che risale almeno a S.Ambrogio:
«Questa è la vergine, che concepì nel seno, la vergine che partorì il Figlio (Is 7,14). Infatti, non disse solo che la Vergine avrebbe concepito, ma anche che la Vergine avrebbe partorito» [4].
Il Santo si diffonde poi nel
descrivere il miracolo del parto verginale, incorrotto [5].
2) Lc 1,35b
Per capire bene questo versetto dobbiamo analizzare il testo greco: cercherò di translitterare il testo stesso per chi non conosce la lingua; aggiungo anche la traduzione della Vulgata, perfetta, e la CEI, sbagliatissima.
Gr. διὸ καὶ τὸ γεννώμενον ἅγιον κληθήσεται υἱὸς θεοῦ
Tr. dio kai to gennōmenon hagion klēthēsetai huios theou
Vg. ideoque et quod nascetur sanctum vocabitur Filius Dei
It. perciò ciò che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio
CEI 2008 Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio
errore: viene aggiunto indebitamente la parola "sarà", inesistente nel testo greco.
Commentiamo ora la traduzione corretta:
perciò Colui che nascerà santo sarà dunque chiamato Figlio di Dio.
perciò Colui che nascerà santo sarà dunque chiamato Figlio di Dio.
Cosa significa nascerà
santo? Per capire questa espressione bisogna tenere conto del libro del
Levitico, in particolare i capp 17-26, che sono chiamati codice di santità, dove sono date delle norme igieniche,
riguardanti la vita sessuale, l'alimentazione, il comportamento da tenersi nel
corso di particolari malattie etc.
Questa purezza esterna
viene, in tutto il libro del Levitico, sempre fortemente correlata con i
termini "santo" e "santità", perché essa doveva essere
segno della santità spirituale di Israele e della Santità di Dio. ("siate
santi perché io sono santo")[6].
Poiché dunque con il
termine "santo" e "santità" si intende anche una purezza da
ogni contaminazione esterna - sebbene segno di una santità interiore -, "nascita santa" significa dunque
una nascita incontaminata, priva da tutti quei traumi che caratterizzano un
parto normale, per cui la donna che aveva partorito avrebbe dovuto
sottoporsi a particolari purificazioni [7].
3) Gv 1,13
Il P. I. De la Potterie traduce il prologo in maniera sensibilmente differente, rispetto alla Bibbia della CEI in due punti:
CEI 1974
|
De la Potterie
|
[12]A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
[13]i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
[14]E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità. |
[12]Ma a tutti quelli l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
[13]Egli che non è nato da sangui,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma che fu generato da Dio.
[14]Sì, il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
la gloria del Figlio unigenito venuto da presso il Padre, pieno della grazia e della verità.
|
Le differenze sono sostanzialmente due;
1) da sangui invece che da sangue: in effetti, il testo greco è al plurale: sangui al plurale significa sangue sparso traumaticamente, o per
un'uccisone, oppure per il parto (che è sempre un trauma) [8]:
2) Egli, che fu generato, invece
di i quali sono stati generati [9]:
S.Giovanni
affermerebbe dunque direttamente che il Verbo di Dio è stato generato nel tempo
non da sangui, ovvero mediante un parto
non traumatico, quindi anche verginale.
Possibili obiezioni:
Perché
allora la Vergine si sarebbe sottoposta al rito della purificazione legale, se
non ne era tenuta?
R.
Offrendo un sacrificio espiatorio ha voluto compiere un'espiazione non dovuta,
analoga all'opera della redenzione del Cristo, ovvero una riparazione del tutto
volontaria e gratuita, insieme al suo Figlio: questa sua offerta fu accettata
da Dio e resa nota dalle parole del Santo Simeone: "Anche a Te una spada
trafiggerà l'anima".
Perché nell'Apocalisse, circa la "Donna vestita
di sole", si parla di "travaglio del parto"?
Ap 12,1-2: " Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto"
R. Si
tratta non delle sofferenze del parto fisico di Gesù da parte di Maria, ma
della perfetta associazione della Vergine alla passione di Cristo, mediante la
quale Ella ci genera come figli di Dio;
S. Paolo
dice: "Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non
sia formato Cristo in voi!" (Gal 4,19). Evidentemente qui, come nell'Apocalisse, non si tratta di un
parto fisico, ma della generazione degli eletti attraverso la sofferenza.
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NOTE
[1] S.Agostino,
Enchiridion, c. 34, PL 40, 249, cit. in D. Bertetto, La Madonna oggi, Roma: LAS, 1975, p.
111.
[2] S. Bernardo,
Serm. LV per l'Assunzione, n. 5, PL
183, 428.
[3] A. Niccacci, Sintassi del
verbo ebraico nella prosa classica, Gerusalemme: Franciscan Printing Press
1986, p.68: "Il costrutto hinneh
[="ecco". N. d. r.]-nome-perticipio descrive un'azione che si sta
svolgendo [qui che il profeta sta vedendo svolgersi N. d. r.] nel momento
stesso della comunicazione." Il lettore è come fatto uscire dalla sequenza
narrativa e messo davanti a cio' che il profeta sta vedendo per lui: qui cio'
che il profeta vede è un tut'uno, un'unica scena: una "Vergine donna
incinta e partoriente": questo è il contenuto del segno: quando avverrà?
"lo chiamerà" indica che ciò avverrà nel futuro.
[4] Ep 42, PL
16, 1125, cit. in D. Bertetto, La Madonna
oggi, Roma: LAS, 1975, p. 109.
[5] Cf Ibid.,
PL 16, 1174 ss.
[6] Lev 11,44: "Poiché io sono il Signore, il Dio vostro.
Santificatevi dunque e siate santi,
perché io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di questi
animali che strisciano per terra. [45]Poiché io sono il Signore, che vi ho
fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi,
perché io sono santo".
[7] Lev 12,1: "Il Signore aggiunse a Mosè:
"Riferisci agli Israeliti: [2] Quando una donna sarà rimasta incinta e darà
alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel
tempo delle sue regole. [3]L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. [4] Poi
essa resterà ancora trentatrè giorni a purificarsi dal suo sangue (ebr. sangui); non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà
nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.
[5] Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due settimane come al tempo delle
sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi del suo sangue (ebr. sangui). [6] Quando i
giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti,
porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno un agnello di un
anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio di espiazione.
[7] Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio per
lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue (ebr. sangui). Questa è la legge relativa alla donna, che
partorisce un maschio o una femmina. [8] Se non ha mezzi da offrire un agnello,
prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il
sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa
sarà monda".
[8] Cf. la nota precedente.
[9] Infatti le testimonianze piu'
antiche del IV Vangelo riportano il testo al singolare: la scelta testuale di De la Potterie ha buone probabilità di
essere giusta: quasi tutte le testimonianze del II secolo del versetto,
distribuite geograficamente in tutta la cristianità dell’epoca, suffragano il
singolare; le eccezioni sono concentrate ad Alessandria d’Egitto; qui sarebbe
nata la variante al plurale ad opera di gnostici Valentiniani, come sostiene Tertulliano, per fondare su di essa la
dottrina gnostica della rinascita dei perfetti
o degli spirituali.
La variante erroneasarebbe stata gradualmente accettata perché i Padri greci non avrebbero da unlato compreso il significato esatto di sangui,dall’altro dovevano combattere contro i doceti,i quali sostenevano che Cristo aveva soltanto un corpo apparente; faceva lorocomodo affermare che Cristo era nato nonda sangue nel senso di non daconcezione corporea. La forma al plurale avrebbe poi prevalso nelle grandi famiglie di manoscritti del terzo e del quarto secolo perché, interpretata nel senso siamo nati tutti da Dio a causa del battesimo, evitava ogni problema dottrinale; soluzione fin troppo facile.
Una Verità di Fede talmente ovvia che ovviamente viene molto spesso disattesa anche da uomini di Chiesa....
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