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giovedì 12 novembre 2015

Io sto coi farisei

di don Alfredo Morselli

Da quando il nostro Signore e Redentore Gesù Cristo ha raccontato la parabola "del fariseo e del pubblicano"… poveri farisei! Generazioni e generazioni di scrittori ascetici, a volte santi, Papi, predicatori di ogni epoca, si sono scagliati contro di essi.

Nel linguaggio comune poi la parola "fariseo" è ormai l'offesa peggiore che si possa dare; con la crisi della famiglia, le offese un tempo legate all'infedeltà del coniuge hanno perso molta della loro incisività; neppure si può ironizzare sulla tendenza sessuale di chi si vuole colpire, pena l'accusa di omofobia. Oggi, se si vuole offendere qualcuno, non rimane che appioppargli un bel "fariseo"!

Nella mia vita ho due ricordi indelebili a proposito del fariseismo: un professore del seminario che parlava sempre di carità e misericordia, scagliandosi contro il "fariseismo nella Chiesa" ogni lezione, e nel contempo faceva di tutto perché un gruppetto di seminaristi "tradizionalisti" - tra cui c'ero anch'io - non venissero ordinati.

Il secondo ricordo riguarda un prete, che arrivato in ritardo ad una concelebrazione, percorrendo in borghese la processione di ingresso in senso contrario per raggiungere la sacrestia, correndo trafelato in mezzo ai preti già vestiti, si lamentava della puntualità dell'inizio della S. Messa dicendo: "Che precisione esagerata! Siete dei farisei!"

Indubbiamente oggi un gran nemico dei farisei è Papa Francesco, che ne dice di tutti i colori ad ogni pie' sospinto, a tal punto che ha fatto arrabbiare il Rabbino Di Segni. Questi ha dichiarato recentemente che «benché questo Papa sia "molto interessante" e benché con lui "si riesca a dialogare", il fatto che continui "a usare il termine 'farisei' con una connotazione negativa, può rinforzare il pregiudizio in un pubblico non preparato"». Si era illuso il Rabbino di Roma che il Papa gli desse ascolto; nella stessa intervista aveva aggiunto: "Ho visto che poi ci è stato più attento" (1).

Povero Di Segni! I farisei al Papa gli stanno proprio sul gozzo, e così, pochi giorni dopo la dichiarazione fiduciosa del Rabbino, il Papa ha riaccusato i Farisei di non essere "inclusivi", aggiungendo un nuovo comma ai severi "Guai a voi…" pronunciati da Gesù.

Insomma, siamo in un clima di fariseofobia, e, siccome la mia vita è sempre stata vissuta all'opposizione, i farisei mi stanno diventando simpatici.

Mi chiedo: "Ma non è che, con tutto questo antifariseismo, rovesciamo, senza accorgercene, la parabola del fariseo e del pubblicano, e non ci scappa un inconscio «Ti ringrazio Signore, perché non sono come questo fariseo… Io non sono attaccato alle forme e al danaro, ai riti esterni e alle certezze teologiche, etc. etc.…"

Ma questo ragionamento frega anche me, che in fondo sto dicendo: "Ti ringrazio, Signore, che non sono come questi nuovi anti-farisei…"

Non mi rimane che rifugiarmi in quel versetto della Lettera ai Romani, che, in questa fase della mia vita, costituisce il motivo di credibilità maggiore della nostra santa Religione. Ad esso mi aggrappo, tra le tenebre di questa epoca: Dio ha racchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia (Rm 11,32)

NOTE

(1) http://m.ilgiornale.it/news/2015/10/17/comunita-ebraica-contro-il-papa-il-suo-messaggio-e-pericoloso/1183824/