«Dal Sinodo esca un catechismo per lanciare la proposta cristiana su matrimonio e famiglia»
di Riccardo Cascioli
«Sarebbe buona cosa, come frutto del Sinodo, la promulgazione pontificia di un Catechismo del matrimonio e della famiglia, per tutta la Chiesa».
È la proposta lanciata dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, al Convegno internazionale "Permanere nella verità di Cristo", svoltosi ieri a Roma e organizzato da La Nuova Bussola Quotidiana, insieme a Il Timone, L'Homme Nouveau, Dignitatis Humanae Institute e Infovaticana.
Relatori, insieme al cardinale Caffarra e introdotti dal rettore dell'Angelicum padre Mirosklav Adam, anche il cardinale Raymond Leo Burke, l'arcivescovo Cyril Vasil e il professor Stephan Kampowski, dell'Istituto Giovanni Paolo II dell'Università Lateranense.
Caffarra ha affermato che la risposta alla sfida posta dalla modernità al matrimonio - «una sfida radicale, senza precedenti nella storia» - deve arrivare a rispondere alla domanda su «come curare le ferite»: non può essere una risposta desunta dalla sociologia, né la misericordia.
Soltanto la riproposizione della proposta cristiana può essere una risposta adeguata.
E la vera natura della proposta cristiana «non è un ideale ma è la verità circa il matrimonio e la famiglia.
Non è una legge, ma è grazia che viene donata».
A sua volta il cardinale Burke, dopo aver smontato alcuni luoghi comuni intorno al Sinodo, si è soffermato sui problemi legati alla verifica della validità del matrimonio e ai relativi processi di nullità.
Mentre mons. Vasil ha messo in evidenza l'estrema superficialità di chi pensa di prendere ad esempio le Chiese ortodosse nella possibilità di concedere un secondo matrimonio, e il prof. Kampowski ha negato la possibilità di riconoscere un qualsiasi bene in unioni non matrimoniali, come invece l'Instrumentum Laboris del Sinodo suggerirebbe.
Nei prossimi giorni pubblicheremo gli interventi dei singoli relatori.
In occasione del convegno, che vedeva tra il folto pubblico (circa 200 persone) anche i cardinali Sarah e Brandmuller, monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, e mons. Livio Melina, preside dell'Istituto Giovanni Paolo II, è stato anche presentato un Appello ai Padri Sinodali, in cui si chiede la riproposizione integrale della tradizione cattolica sui problemi della vita, della famiglia e dell'educazione.
Ecco il testo di seguito con le firme di chi vi ha aderito.
Carissimi padri,
è evidente che «la famiglia, il matrimonio non è mai stato attaccato come in questo momento»,
e che la cultura dominante e il potere esercitato attraverso i mass
media «bastonano la famiglia da tutte le parti e la lasciano molto
ferita» (Papa Francesco, 25 ottobre 2014).
Ciò accade soprattutto perché la famiglia – con la sua identità, la sua responsabilità educativa, i suoi fini – impedisce il controllo sociale dei suoi membri, è l’istituzione che maggiormente resiste al potere dominante.
Ciò accade soprattutto perché la famiglia – con la sua identità, la sua responsabilità educativa, i suoi fini – impedisce il controllo sociale dei suoi membri, è l’istituzione che maggiormente resiste al potere dominante.
La posta in gioco per tutta l’umanità è enorme: «Le
tenebre che oggi avvolgono la stessa concezione dell'uomo, oscurano in
primo luogo e direttamente la realtà e le espressioni che le sono
connaturali. Persona e famiglia procedono parallele nella stima e nel
riconoscimento della propria dignità, così come negli attacchi e nei
tentativi di disgregazione.
La grandezza e la sapienza di Dio si manifestano nelle sue opere. Tuttavia, oggi sembra che i nemici di Dio, più che attaccare frontalmente l'Autore del creato, preferiscano colpirLo nelle sue opere. L'uomo è il culmine, il vertice delle sue opere visibili. (…)
Tra le verità oscurate nel cuore dell'uomo, a causa della crescente secolarizzazione e dell'edonismo imperante, sono particolarmente colpite tutte quelle che riguardano la famiglia.
Attorno alla famiglia e alla vita si svolge oggi la lotta fondamentale della dignità dell'uomo». (Giovanni Paolo II, 3 ottobre 1997).
L’attacco alla famiglia non è solo culturale: è sociale, economico, giuridico, dottrinale, e persino sacramentale. Perciò la sua difesa vuole un Magistero specifico, forte e ben chiaro.
Un Magistero che ribadisca i dettami del diritto naturale – che il Vangelo non abolisce ma perfeziona - e orienti i fedeli cattolici circa la necessità di difendere la famiglia anche per responsabilità nei confronti del bene comune della società e di tutti.
La grandezza e la sapienza di Dio si manifestano nelle sue opere. Tuttavia, oggi sembra che i nemici di Dio, più che attaccare frontalmente l'Autore del creato, preferiscano colpirLo nelle sue opere. L'uomo è il culmine, il vertice delle sue opere visibili. (…)
Tra le verità oscurate nel cuore dell'uomo, a causa della crescente secolarizzazione e dell'edonismo imperante, sono particolarmente colpite tutte quelle che riguardano la famiglia.
Attorno alla famiglia e alla vita si svolge oggi la lotta fondamentale della dignità dell'uomo». (Giovanni Paolo II, 3 ottobre 1997).
L’attacco alla famiglia non è solo culturale: è sociale, economico, giuridico, dottrinale, e persino sacramentale. Perciò la sua difesa vuole un Magistero specifico, forte e ben chiaro.
Un Magistero che ribadisca i dettami del diritto naturale – che il Vangelo non abolisce ma perfeziona - e orienti i fedeli cattolici circa la necessità di difendere la famiglia anche per responsabilità nei confronti del bene comune della società e di tutti.
La profonda riflessione che la Chiesa sta facendo in questo tempo sulla famiglia,
con i due Sinodi ad essa dedicati, coglie perciò il punto nodale
dell’attuale momento storico.
Sarebbe un grave errore accettare la posizione che le forze oggi dominanti nel mondo vorrebbero riservare alla Chiesa: ridotta a pratiche devozionali e caritative, ma non tollerata laddove abbia la pretesa di una proposta globale, che interessi l’esistenza dell’uomo in quanto tale.
Sarebbe un grave errore accettare la posizione che le forze oggi dominanti nel mondo vorrebbero riservare alla Chiesa: ridotta a pratiche devozionali e caritative, ma non tollerata laddove abbia la pretesa di una proposta globale, che interessi l’esistenza dell’uomo in quanto tale.
Oggi non c’è niente di più necessario alla società che la Chiesa
e i cristiani vivano la novità della famiglia cristiana e ne esprimano
le convinzioni profonde o la dottrina che è implicata nell’esperienza
della famiglia. «Quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è
bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è
indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro
dell’umanità. Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano
di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro
esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà, con una pastorale
intelligente, coraggiosa e piena d'amore» (Papa Francesco, Concistoro 20
febbraio 2014).
Carissimi padri,
proprio per questo vi chiediamo che dal Sinodo esca
una riproposizione integrale della tradizione cattolica sui problemi
della vita, della famiglia, dell’educazione, che consenta al popolo
cristiano di oggi di approfondire la propria identità per svolgere in
maniera adeguata la propria missione. Principio di unità e d'indissolubilità
del matrimonio, principio su cui si fonda l'istituzione della famiglia e
tutta la vita familiare» (4 ottobre 1997).
Questa consapevolezza implica anche un giudizio culturale sulla mentalità dominante, che permetta di essere sempre più caritatevoli.
Questa consapevolezza implica anche un giudizio culturale sulla mentalità dominante, che permetta di essere sempre più caritatevoli.
Vi chiediamo di superare l’astratta contrapposizione tra verità e carità,
tra dottrina e pastorale, che non ha alcun fondamento dal punto di
vista dell’esperienza della Chiesa, perché la verità si esprime nel
mondo come giudizio sulle posizioni e come carità verso le persone.
Vi chiediamo di investire tutte le problematiche particolari,
alcune anche dolorose, non come punti totalizzanti ma come punti che
esprimono la totalità della posizione.
In particolare non è pensabile che la Chiesa ipotizzi l’equivalenza di fatto, non solo di diritto, fra un rapporto e una coppia eterosessuale e una relazione di carattere omosessuale, perché questa sarebbe la sovversione del diritto naturale e del piano d’amore di Dio creatore.
In particolare non è pensabile che la Chiesa ipotizzi l’equivalenza di fatto, non solo di diritto, fra un rapporto e una coppia eterosessuale e una relazione di carattere omosessuale, perché questa sarebbe la sovversione del diritto naturale e del piano d’amore di Dio creatore.
Vi chiediamo nel corso del Sinodo di dare il giusto spazio all’esperienza di famiglie
che vivono e testimoniano la bellezza della famiglia come ricordava
Giovanni Paolo II, «alla base di tutto l'ordine sociale si trova quindi
questo princillezza di un amore indissolubile, capace di attrarre e
illuminare le tante famiglie che vivono nelle tenebre.
...
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Fonte : La Nuova Bussola Quotidiana