Il Giornale 20-7-2015
Lo ha detto don Gianfranco Formenton, parroco di S. Angelo di Mercole a Spoleto. Il cartello che ieri aveva appeso all'ingresso della sua chiesa ha fatto il giro del web: "In questa chiesa è vietato l'ingresso ai razzisti - si leggeva - Tornate a casa vostra". Pensava agli italiani che si sono ribellati all'arrivo dei profughi in Veneto e nella capitale.
Oggi don Formenton, veneto di origine ma in Umbria da quanto è diventato presbitero, è tornato a parlare di quel cartello e ha precisato le sue idee. Quando lo ha scritto pensava alla Lega Nord, a Casapound e a Luca Zaia. Per il parroco non solo sono razzisti, ma sono come Hitler e Mussoli. "Zaia dice di essere contro la violenza stando dalla parte dei cittadini - ha detto il prete al Fatto Quotidiano - ma in questo modo giustifica il terrorismo messo in atto arrivando al punto da appiccare il fuoco. Queste azioni squadriste si sono già verificate negli anni Venti".
"C’è una violenza inaudita sul tema profughi - ha aggiunto - è l’emergere delle pulsioni peggiori dell’umana specie, coltivate da questi quattro politici che hanno una memoria storica non più lunga di tre mesi e che fomentano questo odio". È evidente, il prete ce l'ha a morte con la Lega Nord: “Noi dobbiamo scegliere se prendercela con i più poveri oppure con i furbi che hanno causato ciò. Purtroppo quest’ultimi sono lì ad indicarci i nemici di turno. Hanno fatto così Hitler, Mussolini e lo stanno facendo anche la Lega e CasaPound che hanno compreso quanto in questo modo si raccolgano consensi. Mi creda, ormai anche nella mia parrocchia c’è pieno di razzisti di qualsiasi parte politica".
Poi conclude: "Se mi avessero chiamato a benedire la sede della Lega a Spoleto avrei detto le stesse cose a Matteo Salvini". Ma non ha precisato se avrebbe fatto scendere la benedizione sui leghisti che definisce "razzisti".