Post in evidenza

“Le Bibbie CEI 74 e CEI 2008 si dimenticano una piccola parola: Dio. E come sempre la Vulgata di San Girolamo resta la Bibbia più completa

Altre mende alle nuove traduzioni della S. Bibbia. Il caso di 1 Tess 2,16b. Luigi C. 03/12/2024 ,   Investigatore Biblico “E quelli che ball...

domenica 26 luglio 2015

Comunione in mano o in bocca?

 Un Prete può rifiutarsi di dare la comunione sulla mano? da Aleteia del 12.05.2015, tratto da Toscana Oggi

In pellegrinaggio a Lourdes, mi è capitata una cosa assai spiacevole. Al momento della Comunione, davanti alla Grotta, mi sono avvicinata al sacerdote progendo la mano per ricevere l'Ostia, ma sono stata apostrofata dal ministro di Dio che, con tono irato, mi ha detto: «apri la bocca e metti giù quella mano». Sono rimasta talmente male che, per un momento, ho pensato di fare un passo indietro e di non comunicarmi più. Ancora oggi, ripensandoci, non capisco il perché di questa reazione davanti a un atto che ormai la maggior parte dei fedeli compie al momento di ricevere l'Eucaristia. Ho di Lourdes, dove mi sono recata più volte, un bellissimo ricordo. Ebbene, il gesto di quel sacerdote ha offuscato la gioia dei giorni sereni trascorsi in quella terra benedetta.
Lettera firmata


Risponde don Roberto Gulino, docente di liturgia
 
Andando oltre lo spiacevole episodio che ha rattristato i ricordi legati a Lourdes di chi ci ha scritto (su cui non entro in merito, ma ribadisco che la maleducazione non ha molto a che fare con il Signore, mai!), prendo spunto per sottolineare alcuni aspetti importanti circa la modalità di ricevere la santa comunione.

La storia ci insegna che nei primi secoli era normale, sia in Oriente, sia in Occidente, ricevere il corpo di Cristo durante la celebrazione eucaristica direttamente sulle mani. Di questa prassi abbiamo numerose testimonianze: basti pensare ai Padri della Chiesa (Tertulliano, Cipriano, Cirillo di Gerusalemme, Basilio, Teodoro di Mopsuestia…), ai canoni giuridici sanciti durante sinodi e concili (Sinodo di Costantinopoli del 629 chiamato «in Trullo» per la Chiesa Orientale; i Sinodi delle Gallie tra VI e VII secolo; il Concilio di Auxerre avvenuto tra il 561 e il 605), fino alle testimonianze dell'VIII secolo di s. Beda il Venerabile e s. Giovanni Damasceno.

In tutti i documenti si chiede sempre che il comunicarsi sulla mano avvenga con grande rispetto e devozione: pulizia delle mani per gli uomini, velo sulla mano per le donne, mani disposte a forma di croce… ed inoltre si indica l'attenzione da avere contro il pericolo di profanazione (da sempre tenuto di conto).

Successivamente, la crescente venerazione per il sacramento eucaristico legata alla questione sulla presenza sacramentale (che nel primo medioevo veniva messa in discussione da alcuni teologi, riducendo l'ostia consacrata ad un segno vuoto ed esteriore, negando così la presenza reale di Cristo) ha portato al nuovo rito della comunione da riceversi direttamente sulla bocca ed in ginocchio, proprio per sottolineare la grandezza (e la realtà!) della presenza sacramentale del Signore nell'eucaristia.

Nello stesso periodo, attorno al IX secolo, assistiamo inoltre al passaggio dal pane lievitato al pane azzimo, con particole di forma tondeggiante molto più sottili e piccole rispetto al pezzo di pane fermentato: anche per questo si preferì distribuire e ricevere il corpo di Cristo direttamente sulle labbra dei fedeli.

Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha lasciato alle singole Conferenze episcopali la possibilità di richiedere alla Sede Apostolica la facoltà di introdurre l'uso di ricevere la comunione sulla mano da affiancare a quello consueto di riceverla sulla lingua (Istruzione «Memoriale Domini» promulgata dalla S. Congregazione per il Culto Divino il 29 maggio 1969). In Italia tale prassi è stata approvata dalla Conferenza episcopale nel maggio 1989 ed è entrata in vigore il 3 dicembre dello stesso anno, prima domenica di Avvento.

Il testo dell'Istruzione sulla Comunione eucaristica, datato 19 luglio 1989, circa la modalità di questo ulteriore modo di ricevere l'ostia consacrata spiega: «Particolarmente appropriato appare oggi l'uso di accedere processionalmente all'altare ricevendo in piedi, con un gesto di riverenza, le specie eucaristiche, professando con l'"Amen" la fede nella presenza sacramentale di Cristo. Accanto all'uso della comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l'eucaristia deponendola sulla mano dei fedeli protese entrambe verso il ministro, (la sinistra sopra la destra), ad accogliere con riverenza e rispetto il corpo di Cristo. I fedeli sono liberi di scegliere tra i due modi ammessi. Chi la riceve sulle mani la porterà alla bocca davanti al ministro o appena spostandosi di lato per consentire al fedele che segue di avanzare. Se la comunione viene data per intenzione, sarà consentita soltanto nel primo modo» (n° 14-15).

È bene ribadire che ricevere la comunione sulla mano è una possibilità, non un obbligo. Viene lasciata al singolo fedele la facoltà di scegliere la modalità più confacente alla sua sensibilità spirituale. E sicuramente entrambi gli usi hanno significati propri e profondi. Occorre ricevere il corpo di Cristo sempre con fede, rispetto e adorazione indipendentemente dalla modalità, stando attenti ad ogni singolo frammento dell'eucaristia ed al decoro dei nostri gesti («…fai delle tua mano sinistra un trono per la tua mano destra, poiché questa deve ricevere il Re…» s. Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogiche, 5,21).

Come sempre, la sostanza delle azioni liturgiche ci chiede di unire e fondere insieme l'interiorità dello spirito con le modalità esteriori della loro celebrazione.

46 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Non so perchè ma dopo aver letto questo racconto, stranamente au contraire circa quelli che siamo purtroppo abituati da decenni a registrare, ho avuto la sensazione che fosse stato inventato "ad hoc".
    Non che i sacerdoti che vorrebbero distribuire l'Eucaristia nel modo tradizionale sono tutti " buoni "mentre tutti gli altri "cattivi" - ma questo raccontino non mi convince...
    «apri la bocca e metti giù quella mano» mi pare una rozza battuta inventata per creare sulla carta una subitanea solidarietà nei confronti di una fedele così sgarbatamente redarguita davanti agli altri... Noi sappiamo che i rimproveri pubblici dei preti avvengono sempre più spesso, anche in questi giorni, nei confronti dei fedeli, che sono sempre di più, che desiderano ricevere l'Eucaristia nel modo tradizionale.
    Inviterò a comunicare a Aleteia il racconto della medesima imposizione pretesca accaduta alcuni giorni fa a due coniugi che davanti a tutti si sono sentiti intimare : «chiudi la bocca e metti giù quelle mani» .
    Purtroppo la maleducazione sta dappertutto e i gesti arroganti vanno sempre condannati senza se e senza ma.
    Solidarietà dunque alla signora sgarbatamente e rozzamente ripresa in pubblico a Lourdes come il racconto ci narra.
    Solidarietà ai miei amici coniugi ed a tutti coloro che desiderano ricevere santamente l'Eucaristia nel modo tradizionale troppo spesso rozzamente ripresi in pubblico.

    RispondiElimina
  3. Certe istruzioni post-conciliari hanno avuto l'effetto di dividere la Chiesa in fazioni, questo vuol dire che sono sbagliate e andrebbero eliminate per lasciare il suo proprio spazio alla Tradizione. Se l'innovazione non è conforme alla Tradizione allora non è vera innovazione ma solo moda e sterile voglia di cambiamento

    RispondiElimina
  4. Anche a me pare una... balla inventata, di cui si intuisce bene lo scopo.
    Ma figuratevi... nella Francia postmodernista un prete che parla così... altamente improbabile; a meno che non fosse stata una messa tradizionale, ma allora la Comunione sarebbe stata distribuita non solo in mano ma pure in ginocchio.

    E poi basta col raccontarci come ricevevano la Comunione i primi cristiani... Erano persone che pregavano insieme tre volte al giorno e digiunavano due volte alla settimana (Didachè), che rischiavano la vita per la loro fede, con dei canoni penitenziali durissimi (e tre peccati non venivano assolti in vita ma solo prima della morte: apostasia, omicidio, adulterio). I penitenti neanche entravano in chiesa ma si fermavano nel nartece. Anche se ci si comunicava sulla mano c'era una fede ed una spiritualità forte e autentica. Prendere una prassi antica e reinserirla in questo mondo dove la fede è debolissima, il senso del peccato pressoché inesistente, dove la maggior parte delle coppie se regolari pratica la contraccezione ragionando in termini pagani anziché cristiani non fidandosi di Dio, è una sciocchezza.
    Alessio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appunto, la comunione in bocca, tra le altre cose, fu istituita proprio per ribadire, con quel semplice gesto, la Verità di Fede della Transustanziazione già messa in dubbio con l'Arianesimo. Istituire questa prassi oggi in questa situazione di Fede a dir poco superficiale e diluita (mi ci metto anche io per carità nel gruppo) è alquanto pericoloso e sa molto di protestantesimo.

      Elimina
  5. Di solito succede il contrario -- "Chiudi quella bocca e tira fuori le mani!"

    RispondiElimina
  6. Tutte le volte che si sente nominare Mopsuestia-Mopsuestia-Mopsuestia, è certamente qualche caprone che vuole difendere il "diritto" (cioè l'indulto, visto che non è parte della liturgia romana) della "comunione sulla mano".

    Suggerisco la (ri)lettura di un agevole libretto Comunione sulla mano? No, grazie! pubblicato da un gruppo di laici a Roma nel 1989, nell'imminenza dell'esecrabile "votazione" che - con una maggioranza di un solo voto e proprio mentre i vescovi più ostili erano assenti o malati - fu calata dall'alto, sui fedeli, la novità della "comunione sulla mano".

    Cliccare qui per il testo.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. Forse l'indignata fedele, ammesso che il suo racconto corrisponda a verità, non sa che con l'esecrabile abuso della Comunione ricevuta in mano si è assistito (come più volte successo alla sottoscritta qui a Padova) a tentativi di furto di ostie consacrate, ostie cadute per terra, e cose ancor più gravi che non descrivo.
    Personalmente quando vado alla Santa Messa in Forma Straordinaria noto che qualche fedele, probabilmente capitato li a Messa per caso ed impreparato a tale liturgia, cerca di sporgere le mani senza neppure inginocchiarsi alla balaustra: a quel punto, il sacerdote diocesano che sta celebrando fa mettere il "piattino sotto gola" (non conosco il nome esatto) dal chierichetto e dà la Comunione in bocca... Vedo che in seguito i fedeli ne sono contenti e apprezzano questo rispetto per il Santo Corpo di Cristo e tornano a messa anche le volte successive. Purtroppo invece è molto più diffuso il caso di fedeli che desiderano, alle messe in F.O., inginocchiarsi e prendere la Comunione sulla lingua, invitati ad alzarsi e a sporgere le mani!!!

    RispondiElimina
  9. Bisognerebbe relegere i dui libri della Sua Eccelenza Monsignore Athanasius Schneider, "Dominus est", e "Corpus Christi, la Santa Comunione e il rinnovamento della Chiesa", ambidue pubblicati dalla Libreria Editrice Vaticana. L'uno ha un prefazio del Cardinale Ranjith, allora segretario della Congregazione del Culto divino, l'altro ha un prefazio del Cardinale Bruke che molto conoscono. Il racconto del docente Don Roberto Gulino non correspponde alla presentazione storica del Vescovo ausiliare di Astana. E purtroppo è largamente parziale et incompleto. Bisognerrebbe citare les padri che hanno difeso la communione nella bocca e il gran rispetto vero la santa Eucaristia. nella Chiesa primitiva.
    Dom Francesco

    RispondiElimina
  10. Giovanni Paolo II fu molto riluttante a concedere la facoltà di comunicarsi stando in piedi e ricevendo la Sacra Particola sulla mano, ma cedette alle insistenze dei vescovi nord-europei (specie tedeschi) ed alla prassi ormai pressoché da essi adottata senza previa autorizzazione romana.
    Se l'episodio s'è verificato nel modo in cui è stato esposto, non si può che biasimare quel sacerdote maleducato, maleducato come i suoi confratelli che la negano - a me capitò anni fa a Jesolo con partaccia in pubblico ma senza cedimento da parte mia - a coloro che s'inginocchiano.
    Alla S. Messa a S. Francesco Poverino, non s'è mai verificato un fatto come quello lamentato su ToscanaOggi, né mi risultano episodi simili negli altri luoghi di culto fiorentini ove si celebra il VO.
    I fedeli che vengono per la prima volta tranquillamente si adeguano al comportamento in vigore nella chiesa. In particolari circostanze - S. Messa in suffragio ad es., matrimonio ecc. - prima della S. Messa sono io stesso che ai fedeli "nuovi" spiego che nel nostro rito la Comunione si fa in ginocchio e sulla lingua. Nessuno ha mai avuto da obiettare alcunché.
    La risposta di don Gulino alla fedele indignata è schematica, avrebbe, cioè, come da qualcuno sopra ricordato, dovuto esser più puntuale ed approfondita. Nel complesso, però, rispecchia l'attuale prassi come voluta dall'Autorità. Forse don Gulino avrebbe dovuto insistere almeno su due punti: a) la Comunione in piedi e sulla mano è una facoltà, b) il fedele deve fare la debita riverenza, che consiste o nella genuflessione o nell'inchino profondo. Genuflessione ed inchino profondo che nessun prete rammenta ai fedeli, e per prime le suore vanno a testa alta e porgono un po' sfrontatamente le loro mani...
    Più volte a preti, amici e non, ho chiesto di seguire quanto disposto dalla normativa vigente, in particolare dalla Redemptionis Sacramentum, ma invano: questo importantissimo documento che espone e condanna gli abusi liturgici è stato considerato carta straccia e gettato nel cestino.

    RispondiElimina
  11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  12. Nel NO bisognerebbe rispettare entrambe le maniere di ricevere la Comunione, rispettando la sensibilità di tutti.

    RispondiElimina
  13. L'ennesima favoletta. Lettera firmata, commentata dal grillo parlante.

    Quello che avviene sempre è esattamente il contrario, prete modernista che nega
    la comunione a chi si inginocchia.

    Una cosa però va riamarcata, se gente come il grillo parlante ha bisogno di questi mezzucci patetici, significa che sono veramente alla frutta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Don Gulino è persona seria, non s'inventerebbe mai una lettera per dare una risposta conforme alla prassi attuale della Chiesa: si può esser o meno d'accordo con lui (ed io non lo sono), ma non lo si può offender gratuitamente.

      Elimina
  14. A me a Tokyo nella chiesa dei Francescani, S. Messa in inglese, il celebrante (penso britannico od irlandese) ha intimato vistomi con le mani giunte e con la bocca aperta: "on your hand!". Mi sono adeguato perché non avevo voglia di impelagarmi in una discussione in una lingua che conosco così-così.
    Qualche volta mi son dovuto adeguare anche di fronte all' imbarazzo del ministro straordinario, che dove il 99% porge la mano, non si aspetta che uno non lo faccia, e rimane bloccato come un salame.

    RispondiElimina
  15. ho sempre voluto ricevere l'Eucaristia in bocca e subito prima, facevo sempre una piccola genflessione..ebbene, per questione di orari, qualche anno fa presi a recarmi in una chiesa retta dai frati minori..per farla breve, dopo qualche giorno notai l'insofferenza nei miei confronti da parte del celebrante...che culminò un giorno, davanti a tutti, quando mi disse "NON SI FA L'INCHINO QUANDO SI RICEVE L'EUCARISTIA"....ricordo ancora il rimbombo delle sue parole e le facce di tutti!!!...non mi recai più in quella chiesa.Mai mi permetterò di ricevere nostro Signore sulle mie mani..!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maleducazione , arrogante e presuntuosa, del frate che DAVANTI A TUTTI ha rimproverato il Fedele ( anonimo di ieri 20:51) ha avuto , diversi anni fa, il giusto compimento in una sala di Tribunale dove il figlio di un'anziana Signora, apostrofata in pubblico dal parroco che imponeva la comunione sulla mano, ha trascinato il chierico per "violenza privata". Esemplare il verdetto del Magistrato giudicante e la multa inflitta al maleducato e arrogante chierico.

      Elimina
    2. Anch'io mi comunico sempre sulla lingua e facendo una piccola (o non tanto piccola) genuflessione. Sinora nessun sacerdote si è permesso di riprendermi: se solo si azzardasse, saprei io come rispondergli, essendo ormai i sacerdoti davvero irreprensibili in quanto a modo di celebrare e paramenti indossati vere mosche bianche!
      Tommaso Pellegrino - Torino
      www.tommasopellegrino.blogspot.com

      Elimina
  16. Mi sembra di ricordare che il mio parroco già prima del 1989 distribuisse la comunione in mano; la cosa mi ha sempre turbato tantissimo, anche se allora mi comunicavo piuttosto raramente...e non appena ho avuto la certezza che era un mio diritto ricevere la particola consacrata in bocca, mi sono rifiutata di “allungare” le mani... il parroco, irritato, mi aveva ingiunto di preparare le mani,io gli ho risposto di no, allora mi ha comunicato come volevo io, ma mi ha sibilato “Cosi non si fa!”.Io sapevo di essere nel giusto e, da allora non ho mai più “allungato le mani” ma non mi ha mai più detto niente: forse si era informato anche lui.
    Nessuno poi mi aveva mai informato dell' “inchino” né avevo avuto l'occasione di notare altri fedeli farlo... d'altronde, se davanti a Dio ci si inginocchia, anche il “rispettoso inchino” non è sufficiente.
    E il piattino? Mi pare di aver capito che sia obbligatorio (ma ho visto foto di cardinali che non ne facevano uso) nella mia parrocchia però l'eccezione è vederlo usato.
    Può essere che il nostro parroco abbia “precorso i tempi” perchè legato al Movimento dei Focolarini?

    RispondiElimina
  17. Gli zotici mangiano con le mani.
    I bambini ed i Re invece vengono imboccati.
    Il sacerdote moderno non vuole essere né servo e né padre, ma solo un signorotto che dona la limosina ai poveri mentecatti cattolici.
    E' ovvio che queste idee insulse provengano dagli episcopati nordici.
    Quei popoli usano il cucchiaio per specchiarsi e la forchetta per pettinarsi!
    Cosa volete che capiscano di liturgia?

    RispondiElimina
  18. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  19. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  20. Gli ultimi due commenti disturbano una discussione serena: andrebbero cancellati.

    Quanto al piattino, è obbligatorio. La Redemptionis Sacramentum è chiara in merito. Come chiaro è l'abuso di chi non l'utilizza e chiara l'ignavia dei vescovi che tutto sanno, anche perché informati dai fedeli, e lascian correre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
    2. Siamo realisti Dante: la Redemptionis sacramentum non la conosce nessuno, almeno i preti normali no. Io sono stato rampognato dal mio vicario perché mi ostinavo ad usare il piattino quando TUTTI si comunicavano in mano (Suore Adoratrici in testa): ho urtato col piattino il piede della pisside che il prete teneva in mano e lui, interrompendo la distribuzione e davanti alla fila dei comunicandi mi ha sgarbatamente detto: ma lo vede che se seguita con quel piattino mi farà cadere le ostie per terra!... Sono rimasto di sasso.
      E poi che serve il piattino... Nessuno lo purifica, è sbattuto negletto lì in un angolo... Nessuno si purifica le dita... Il messale di Paolo VI semplicemente non lo prevede. E il calice viene solo "risciacquato" (con rispetto per il vaso sacro, che io nemmanco vorrei toccare ma devo farlo quando lo porto all'altare all'offertorio...)
      Attenzione: il vicario e il parroco sono in definitiva buoni preti che non ammettono chitarre in chiesa, che vestono sempre il clergyman e che cacciano via dall'oratorio chi si permette di bestemmiare... Poi ovviamente non hanno tempo per confessare e chi si confessa troppo ē un bigotto, e poi non sopportano il rosario, che era una preghiera per i conversi illetterati domenicani ecc. Ma tra i modernisti non sono i peggiori.
      Alessio

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    4. Anonimo volgare, se pensi di vincere il demonio con qualche battuta volgare contro i tuoi fratelli vuol dire che ne sei già preda, e, pertanto, un grave pericolo per gli altri.

      Elimina
    5. Di quali suore Adoratrici parli, scusa, Alessio? Presumo non le Adoratrici di Gricigliano (del Cuore Regale di NS Gesù Cristo) che si inginocchiano sempre alla balaustra e ricevono la comunione sulla lingua.

      Elimina
    6. Sarà fatto Professore. Ora i "volontari" stanno lavorando. E' già tutto segnalato.

      Elimina

    7. Riposto quanto cancellato perché v'era un refuso.

      Quando sono in campagna, dove frequento il VO, io fo uso del piattino, ponendolo sotto il mento o sotto le mani del comunicando. Nessun prete, da decenni, mai ha avuto da obiettare.
      Ai preti che non conoscono (o fingono di non conoscere?) la Redemptionis Sacramentum ne regalo una copia: così non posson rifugiarsi nel "non sapevo". E se perseverano nell'abuso glielo rimprovero chiaro e tondo. Il piattino una volta l'ho portato da casa perché m'era stato chiesto di accompagnare uno dei tanti sacerdoti distributori della Sacra Particola nella Messa solenne del Corpus Domini nel duomo di Firenze: molte centinaia di fedeli.
      Ai preti bisogna parlare chiaramente, ma senza isterismi.
      Per ovviare alla caduta delle Particole e dei frammenti il prete, come fa un mio carissimo amico monsignore di Curia, può dar la Comunione per intinctio, e così si aggirano due ostacoli: niente mani e piattino sotto la gola.
      Come suol dirsi, due piccioni con una fava. La necessità acuisce l'ingegno.

      P.S. Credo che da settembre, se non da agosto, inizieranno le celebrazioni della S. Messa V.O. a Lucca nella Chiesa del convento francescano di Mone S. Quirico.

      Elimina
    8. L'errore principale è rimasto.
      Leggasi: Quando sono in campagna, dove frequento il NO,

      Elimina
  21. Questa lettera (ammesso che sia vera) e relativa risposta non colgono affatto nel segno a causa di una fondamentale negligenza:

    PRESSO LA GROTTA DI LOURDES L'ORDINARIO, USANDO DELLE PROPRIE FACOLTà, HA SOSPESO LA DISTRIBUZIONE DELLA SANTA COMUNIONE IN MANO; CONSEGUE CHE, A NORMA DI LEGGE, ESSA Può ESSERE RICEVUTA SOLO IN BOCCA.

    Questa disposizione particolare dell'Ordinario di Lourdes (ma non esclusiva: cfr. S. Petronio e S. Luca a Bologna) dovrebbe richiamare alla mente un'evidenza oggi purtroppo totalmente smarrita: La comunione sulla mano NON è un diritto del fedele, ma una CONCESSIONE, un INDUTO e come tale può essere sospeso (ad actum o stabilmente) senza ledere alcun diritto.

    Il diritto di trattare le sacre specie è esclusivo di coloro che sono costituiti nell'Ordine Sacro. Tale facoltà è stata benignamente estesa ai fedeli, ma non costituisce assolutamente un diritto.

    Pertanto, TUTTE LE VOLTE CHE SUSSISTE IL RISCHIO DI PROFANAZIONE IL MINISTRO è TENUTO A SOSPENDERE TALE MODALITà DI RECEZIONE DELLA PARTICOLA. Responsabile della tutela delle Sacre Specie, in ultimo, è il ministro, non il fedele.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il tuo intervento è davvero chiarificatore: non credevo - e non lo avrei neanche sospettato, in Francia poi... - che nella grotta di Lourdes il vescovo di Tarbes avesse vietato la distribuzione in mano... Il caso si sgonfia da se. È tutto ritorna nel campo dell'agone fra stomocomunicanti e chirocomunicanti...
      Alessio

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
    3. Ringrazio Dio perché mi ha fatto cristiano e ha permesso la mia conversione dopo lungo errare. Spero di viver il resto della vita secondo la Sua Santa Volontà e di meritare così l'ultima e suprema Salvezza.

      Ma tu, di grazia, perché mi dai del frocio?
      Non che io mi meriti parole di lode, tutt'altro. Non le voglio né le cerco.
      Ma non mi spiego perché uno giri all'una di notte su siti come Messainlatino - siti che si presume frequentati da cristiani ALMENO CRISTIANI - a dare del frocio a uno, del cicisbeo all'altro, a "sparare al diavolo" usando un linguaggio perverso e malvagio...
      Io sono Alessio Mazzetti di Cremona. E tu caro fratello che brandisci bestialità e indecenze quali fossero armi luminose contro satana...
      che aggredisci gratuitamente i tuoi stessi fratelli nella fede...
      e che parli di froci e rasponi in un sito di cattolici tradizionalisti dimostrando di essere leggerissimamente disturbato sul tema...
      tu, chi sei?

      Elimina
    4. L'ho deto sopra: è uno strumento del demonio.

      Elimina
    5. Anonimo delle 00,56 non sei degno di essere ospitato in questo blog. Gli insulti gratuiti e volgarissimi non devono avere diritto di ospitalità!

      Elimina
  22. Forse un abitante dell'isola di Creta che agisce in incognito, protetto dal nero mantello dell'anonimato?

    RispondiElimina
  23. Il vescovo di Lourdes è tutt'altro che modernista, è l'eccellente mons. Brouwet che ancora un mese fa ha ordinato preti in forma straordinaria.

    RispondiElimina
  24. La comunione in mano è tutt'ora sotto forma di indulto, cioè una concessione tollerante che non corrisponde per nulla all'ideale della Chiesa Cattolica.

    RispondiElimina
  25. quando sarò, se Dio vorrà..., ammalato al punto di poter solo sciogliere in bocca un piccolissimo frammento della Santissima Ostia che le mani consacrate!!! di un sacerdote cattolico, mi depositeranno in bocca, sarò in Comunione con Gesù, Corpo, Sangue, Anima, Divinità, mio Dio Altissimo. Anelerò anche la Benedizione di quelle mani consacrate... che saranno le mani di Gesù e magari le mani per una carezza della Madonna. Ringrazierò di essere stato fino all'ultimo come un bambino "imboccato", che non vuole fare da solo.... . Questo è il mio pensiero. bruno

    RispondiElimina
  26. la Comunione sulla mano è un sacrilegio TERRIFICANTE, se fossi stato quel sacerdote l'Ostia non gliel'avrei nemmeno data! i miei istinti gridano voglia di martellate in faccia a chi pensa che questo sia normale.. scusate la durezza ma è necessaria per un'ottusità così grave e insulsa!

    RispondiElimina
  27. A me è capitato di entrare in una chiesa ed essere stata obbligata a ricevere la comunione nelle mani.. Sono rimasta sbalordita perché sapevo della possibilità di riceverla nella mano sinistra per poi portarla alla bocca con la destra, ma mai mi era stato obbligato... La prima volta mi sono adeguata essendo ormai gia' in fila, la seconda volta ho spiegato al sacerdote che stava sbagliando perché io la volevo ricevere direttamente in bocca e non poteva obbligare a suo piacimento.. Gli ho ricordato che quella, la chiesa, è casa di Dio e non sua...e che ero lì per Dio non per lui...forse sono stata scortese ma non ho accettato un' imposizione che dovrebbe essere una scelta. Ho chiesto perdono a Gesù ma sono andata via, prima che iniziasse la messa, perché dopo questa discussione non mi sentivo neppure nelle condizioni di stare a messa..in più il sacerdote mi diceva che ero piccola in fatto di conoscenza di fede, ed io lì mi sono sentita davvero piccola ma più vicina a Gesù, meno contiamo più siamo accanto a lui... Forse non sono stata umile, come ha detto il sacerdote ma la comunione non la voglio sulle mani... Rossana

    RispondiElimina