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lunedì 25 maggio 2015

Ben tornato a San Pietro Maestro Perosi : che rispecchia "i sentimenti e gli affetti dei devoti fedeli"

Alla Messa Papale della Santissima Pentecoste nella Basilica Vaticana la Cappella Musicale Pontificia Sistina, diretta dal Maestro Mons. Massimo Palombella, ha eseguito il Gloria della Missa prima Pontificalis del M°. Mons. Lorenzo Perosi ( composizione assente dalla Basilica di San Pietro dal  1972 - centenario della nascita del Maestro tortonese -).
All'Organo il Maestro Juan Paradell Solé.
La notizia ( subito rimbalzata nei social network )  è stata fonte di gioia per i superstiti cultori  della Musica Sacra :  Cantori e  Direttori di Cori Liturgici sopravvissuti; "razza aliena" di puro volontariato musicale mitragliata dai diktat di improvvisati liturgisti  che esaltano solo il fatuo idolo della "snellezza liturgica" ( appesantita poi da interminabili omelie e soporifere monizioni senza limite ).
Eppure per decenni, anche dopo la riforma liturgica post conciliare, eseguire una Messa di Perosi in occasione di una festa, sia per le Cappelle Musicali istituzionali  che per per le Scholae Cantorum parrocchiali, era una cosa "normale" come   indossare l'abito "buono" dei giorni festivi.
Per questo alcuni Coetus Fidelium italiani in speciali ricorrenze liturgiche  continuano a perpetuare la bella tradizione perosiana  .
Ovviamente le "Messe" di Perosi , senza tagli , omissioni o accellerazioni nei tempi, hanno  naturale collocazione liturgica nel rito antiquior per il quale sono nate ( al pari di tutte le altre analoghe composizioni dei Compositori di ogni epoca)  .


Il musicista, compositore e musicologo Maestro P.Pellegrino Santucci, di venerata memoria, analizzando alcune "Messe" di Perosi scrisse : " ... La 1 ° e la 2° «Missa Pontificalis», la «Missa Eucharistica», la «Missa Gervasi et Protasi», quella a tre voci di uomo (detta anche «cerviana») la Missa “Te Deum» sono i punti salienti di un «pensiero» rinnovatore che, pur riallacciato alla linea romantica, trasudano però di fede schietta e profonda, di lirismo sereno, di fresca estrazione.
Ma in tutte le sue Messe migliori, di repertorio comune, la rivelazione di un nuovo linguaggio, attraverso la semplicità e la chiarezza della scrittura, è ciò che colpisce maggiormente. 
Se Perosi ci divenne familiare, se le sue musiche ci colpivano, un motivo c'era: ed era l'immediatezza del discorso (persuasivo fino all'assurdo e senza retorica), era la «fluenza» di un'oratoria senza pose e infingimenti che penetrava nello spirito attraverso il cuore, era «la parola» come dicono oggi i liturgisti, la parola senza ermetismi e contraffazioni che portava il messaggio di questo profeta di una musica intesa proprio come «carisma», cioè dono, non mutuato o combinato a tavolino, ma rivelatosi automaticamente per la sincerità del portatore. … ( P.Pellegrino Santucci, Consonanze e Dissonanze, Bologna 1993 pag.451
Papa Pio XII rivolgendosi al Maestro Perosi ebbe a dire : «Son ben celebri quelle magnifiche composizioni musicali nelle quali tu diligente e sagace interprete del Mistero della Fede, con le note e le armonie, ora austere ed ora dolci, hai saputo rispecchiare i sentimenti e gli affetti dei devoti fedeli così che gli ascoltatori delle tue melodie, non soltanto sono facilmente elevati alla contemplazione delle cose divine, ma sono pure soavemente disposti a ricevere gli impulsi della grazia celeste». ( op.cit.449) 

Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)

 QUI il video della S.Messa Papale di Pentecoste