Domenica 12 aprile l’Arcidiocesi Metropolitana Primaziale di Cagliari ha vissuto una giornata storica, per tanti motivi.
Sul colle cagliaritano di Bonaria si respirava aria di fede, speranza e cristiana gioia.
Tanti volti sono stati rigati da lacrime di commozione, trattenute ormai da troppo tempo.
Sul colle cagliaritano di Bonaria si respirava aria di fede, speranza e cristiana gioia.
Tanti volti sono stati rigati da lacrime di commozione, trattenute ormai da troppo tempo.
Nel primo pomeriggio della Domenica in Albis tutto era pronto nella maestosa Basilica di Nostra Signora di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna, per accogliere don Michele Piras, ordinato sacerdote la mattina precedente nella Chiesa Cattedrale da S.E.R. Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo Metropolita di Cagliari e Primate di Sardegna e Corsica, presenti il Card. Luigi De Magistris, mons. Pier Giuliano Tiddia, Arcivescovo emerito di Oristano e mons. Antioco Piseddu, Vescovo emerito di Lanusei, insieme a tanti sacerdoti, in numero pari quasi a cento.
Il neo-sacerdote ha scelto di ascendere per la prima volta al Santo Altare celebrando l’antico e venerabile rito comunemente detto “di san Pio V” in modo solenne, a norma del motu proprio Summorum Pontificum, dono del Papa Benedetto XVI.
Una prima Messa veramente “straordinaria”, in molti sensi!
La celebrazione è stata curata interamente dal Clero Sardo: don Gianluca Pretta, parroco di Gesico (CA), avrebbe dovuto fungere da Presbitero Assistente, ma all’ultimo momento, per motivi personali non ha potuto presenziare ed è stato degnamente sostituito da don William Barker, vicario parrocchiale della SS.ma Trinità dei Pellegrini in Roma, e collaboratore della Pontificia Commissione Ecclesia Dei; don Giorgio Domenico Lenzi, anch’egli sardo di Sant’Antioco (CA) ma incardinato nell’Istituto Buon Pastore, Diacono; don Angelo Cardia, parroco di Soleminis (CA), Suddiacono; don Cristiano Piseddu, sacerdote cagliaritano attualmente studente a Roma, cerimoniere.
La Santa Messa è stata interrotta dalla bellissima omelia di don Fabrizio Pibiri, parroco di Donori (CA), che con vibranti parole ha intessuto l’elogio del Sacerdozio cattolico e illustrato al neo-sacerdote i gravi doveri derivanti dal suo nuovo stato.
A far da corona al novello levita un coro ricco di clero: primo fra tutti l’Eminentissimo Signor Cardinale Luigi De Magistris, onore e vanto del presbiterio cagliaritano, rivestito della sacra porpora; il Vicario Generale dell’Arcivescovo, Canonico Mons. Dott. Prof. Giovanni Ligas, Protonotario Apostolico Soprannumerario; numerosi parroci dell’Archidiocesi; sacerdoti (soprattutto giovani!!!) provenienti anche da diverse diocesi isolane; diversi alunni del Pontificio Seminario Regionale Maggiore Sardo e del Seminario Minore Arcivescovile.
Non sono mancati, ovviamente, gli antichi “padroni di casa”, i reverendi Padri Mercedari, che da sette secoli custodiscono il Tempio più importante dell’Isola.
Il Superiore e Parroco, padre Giovannino Tolu, ha accolto don Piras all’ingresso della Basilica e dopo avergli imposto la stola alla maniera sacerdotale l’ha accompagnato fino all’altare basilicale, dove ha poi officiato per la prima volta il Divin Sacrificio.
I canti in polifonia sono stati eseguiti dalla Cappella Arcivescovile del Duomo, la “Polifonica Kalaritana”, diretta dal Canonico Mons. M° Gianfranco Deiosso, mentre ha curato il canto gregoriano don Nicola Ruggeri, Parroco di Senorbì (CA).
Hanno prestato servizio liturgico, in maniera impeccabile, i chierichetti della parrocchia di Santa Giusta in Gesico, i quali hanno edificato tutti i presenti per la loro compostezza, naturalezza e devozione.
Grande è stato il concorso di popolo, con in prima fila i familiari commossi di don Piras.
La Chiesa più grande dell’isola era stracolma!
La Chiesa più grande dell’isola era stracolma!
Al termine della Santa Messa il celebrate, carico di emozione, ha pronunziato i suoi ringraziamenti per tutti coloro che hanno contribuito a far di lui un uomo, un cristiano, un sacerdote secondo il Cuore di Cristo.
Ha avuto poi luogo il tradizionale bacio delle mani consacrate, ancora profumate di Sacro Crisma.
Don Piras è molto conosciuto e stimato negli ambienti ecclesiali isolani.
Don Piras è molto conosciuto e stimato negli ambienti ecclesiali isolani.
Nato e cresciuto a Cagliari, nella borgata di Sant’Elia, è entrato in seminario ancora fanciullo all’età di 11 anni.
Ha espletato la propria formazione nel Seminario Minore Arcivescovile e nel Pontificio Seminario Regionale Sardo, per poi proseguire nell’Urbe la Licenza.
Ha espletato la propria formazione nel Seminario Minore Arcivescovile e nel Pontificio Seminario Regionale Sardo, per poi proseguire nell’Urbe la Licenza.
Eserciterà il suo ministero nella patria Archidiocesi quale vicario in una parrocchia dell’hinterland cagliaritano.
Domenica è stata scritta una delle pagine più belle della recente storia della Chiesa Cagliaritana.
Al nuovo “Alter Christus”, dono di Gesù alla sua Chiesa, giungano i più fervidi voti augurali di un sacerdozio fecondo, impregnato di giustizia e verità, ricco di elette grazie e santi meriti.
Che Maria SS.ma, Regina Incoronata di Bonaria, Madre della Sardegna e Specchio della Giustizia, possa concedere alla sua Isola ancora numerose e sante vocazioni … di spirito tradizionale!
Ad multos annos carissimo don Piras!
Foto del Vidi Aquam : Lidia Lai
Le altre foto: esclusive per MiL
Stupenda cerimonia e, conoscendo il neo-sacerdote, sarà stata una giornata attesa al di là dei paramenti che ha indossato o dalla solennità delle musiche e degli addobbi.
RispondiEliminaPur riconoscendo al giovane clero sardo un certo ritorno ad una maggiore solennità (cosa giusta e apprezzabile perché si sta dando lode a Dio!), mi chiedo se questo stile corrisponda ad una presa in considerazione della realtà attuale, dove più che insegnare a pregare ad orientem o in latino serve andare proprio ai rudimenti della fede e della dottrina! Vedo in alcuni sacerdoti sardi che hanno questa sensibilità una certa lontananza dalla gente, esternata ad esempio col portare l'abito con l’espressa volontà di porre barriere. Dall'abito poi si passa alle pratiche pastorali. Ho sentito alcuni giovani preti sardi aggredire laici e magari qualche confratello che gli chiedeva il perché di alcune scelte liturgiche. Io stesso sono stato testimone personalmente, quando ho visto un povero prete di 70 anni (che tra l’altro è stato ordinato prima del Concilio e ha celebrato la messa in latino), aggredito ingiustamente da alcuni preti giovani che gli dicevano di tutto e di più, quando lui aveva solo espresso un parere tutt’altro che offensivo. E questo non serve per il bene della Chiesa!
Prego per il clero sardo, soprattutto quello giovane, non giudico nessuno … quello che ho scritto l’ho detto come amante della Tradizione e delle tradizioni, ma anche come cercatore di modi buoni e sani per trasmettere queste cose alle nuove generazioni.
Caro amico il suo linguaggio è sibillino...Alquanto! In ordine: la talare ( obbligatoria) è segno di separazione dal mondo è dal suo principe , la Messa in italiano è frutto di un espesperimento lutero frankensteinico, quella Messa incomprensibile ha evangelizzato il toto orbe...Viva il Clero sardo coraggioso e cattolico!
EliminaAuguri! Ad multos annos!
RispondiElimina"Prego per il clero sardo, soprattutto quello giovane, non giudico nessuno … quello che ho scritto l’ho detto come amante della Tradizione e delle tradizioni" questa frase da buon fariseo serve per velare di buonismo le menzogne dell'anonimo del 17 aprile, il quale con tutta probabilità è un prete. Sono abituati a questi giochetti a Cagliari. Brutta cosa la gelosia tra preti. Non c'è bisogno di commentare, bisognerebbe informarsi tra i parrocchiani dei reverendi denigrati per vedere se veramente erigono barriere. A Cagliari gli anni '70 - anni devastanti - stanno finendo. I preti giovani sono stanchi dei soliti dischi in vinile. Ancora auguri don Michele! Dispiace che questo evento grande, di Chiesa, venga strumentalizzato da quei confratelli nelle cui parrocchie solitamente vige desolazione e deserto. Duc in altum!
RispondiEliminatalare = barriera ?!?! Ancora con questi discorsi?? Svegliaaaaaa! Siamo nel 2015! Riprendetevi o dobbiamo fare l'elenco delle barriere che erigono altri noti parroci che ritengono la talare abolita dal Concilio?!
RispondiEliminaLe solite "stoccate" dei soliti chierici scontenti che inventano di sana pianta episodi mai accaduti, come quello sopra "sognato", frutto solo della fervida immaginazione clericale...
RispondiEliminaBellissimo servizio alla Messa di Sempre!
RispondiEliminaBellissima messa,stupenda persona,onorata d averlo come cognato
RispondiEliminaDalle foto esposte già si sente la gioia della Messa di rito antico romano celebrata come prima Messa da un novello sacerdote.
RispondiEliminaAmmirazione anche per Don Cristiano Piseddu (cerimoniere) che ha guidato la S.Messa in modo ineccepibile. Spero di poter servire la Messa a Don Cristiano prima possibile in Basilica a Roma a S.Nicola.
don Cristiano quest'anno non celebra più a San Nicola, celebra privatamente.
EliminaSono l'anonimo del 17 aprile: quello che dico è perché conosco abbastanza bene il giovane clero sardo, di cui ammiro alcune cose, ma riprovo alcuni atteggiamenti, soprattutto perché lo fanno l'intenzione di andare contro, non perché ci credano profondamente! Sapete che ci sono sacerdoti che litigano con altri il giovedì santo per una berretta, o perché il vescovo non mette il camice con i manicotti rossi; preti che non concelebrano mai perché sono contro a priori, e ne vengono con la cotta in pizzo per fare scena, per mostrarsi..oh si, purtroppo in Sardegna ci sono anche questi preti! Altri fanno pregare Gesù con il "voi", spendono soldi per comprare antiquariato (alcuni hanno sacrestie personali, e ripeto "personali", che sfidano quelle di una cattedrale!).
RispondiEliminaCirca l'episodio della "aggressione verbale" lo dico perché ero in quel tavolo, insieme a tanti preti in talare, che hanno preso a voci un povero pretino solo perché questi aveva espresso il suo disappunto su alcune loro opinioni...ma quando mai!
Lo stile di alcuni preti tradizionalisti in Sardegna non è meno nocivo di quelli degli anni '70. Sveglia! La gente si sta allontanando dalla fede e noi a discutere se è bene mettere o no tre tovaglie all'altare!
si va bé reverendo, continui a denigrare, complimenti!
EliminaMa come ti permetti di fare un processo alle intenzioni? "non perché ci credano profondamente"?! Ormai siamo alla follia! Chi ha litigato in sacrestia per una berretta o si è lamentato per l'Arcivescovo?! Ma questa è cattiveria e diffamazione allo stato puro. Alcuni preti avranno sacrestie, altri girano con macchinoni, ristoranti, tecnologia all'ultima moda... a già però questi ultimi non vestono da preti, dunque son degni di lode e rispetto! Ridicolo che un prete si metta a denigrare altri preti in maniera anonima, cercando tra l'altro di gettar fango su una giornata memorabile, bellissima.
EliminaCarissimo "Anonimo del 17", così come ti sei definito... in tutte le cose che hai detto, e sono davvero tante...tante come le calunnie e la cavolate che si sentono in questi ultimi tempi nell'hinterland cagliaritano (e non solo), non credo vi sia un vero fondo di verità. Il tuo atteggiamento, da coniglio (infame) e da modernista represso, che gode nel vedere pizzi e merletti e desidera averli e ha paura del giudizio degli altri, è ripugnante. Giudichi le intenzioni, ma pensi di essere il Padre eterno? Pensi di conoscere in profondità il cuore dell'uomo? Parli di "sacrestie personali"... evidentemente le hai girate, le conosci, oppure parli per sentito dire, oppure (e aggraverebbe la tua posizione) sei anche tu uno di quelli che "compra dagli antiquari". Un consiglio: parlavi della non carità usata da alcuni sacerdoti nei confronti di quel confratello, ma tu...hai usato carità nel scrivere certe cose? ricorda...con la misura con cui giudichi, sarai giudicato! Prima di sputare sentenze nei blog seda la gelosia e l'invidia e con una buona dose di libertà supererai certi vuoti da colmare! Coraggio... sii libero e non mascherarti!
EliminaQuesto è quello che pensi tu! Alcuni anni della mia vita li ho trascorsi lì, parlo perché ho visto e ascoltato...e mi sono fatto un'idea ben chiara della situazione. Gli episodi sono veri, hanno fatto il giro della Sardegna (e non solo!). Anche nelle altre diocesi sarde ci sono sacerdoti che mettono la veste, o usano spesso il latino, ma a Cagliari è un problema per come viene vissuto, perché si vuole andare controcorrente (contro che cosa però?). Macchine, tecnologia al'avanguardia: è opulenza sì, alla stregua delle sacrestie personali, che rischiano di dare gloria al singolo e non a Dio...
Elimina"Alcuni preti avranno sacrestie, altri girano con macchinoni, ristoranti, tecnologia all'ultima moda... a già però questi ultimi non vestono da preti, dunque son degni di lode e rispetto!"
Eliminaguarda che anche io metto sempre la tonaca eh!
Se i preti si allontanano dal loro ministero, compreso il gusto per una celebrazione fatta bene e con una certa cura (cosa che può valere benissimo anche per il rito di Paolo VI) non mi meraviglia che anche la gente "si allontani dalla fede".
RispondiEliminaE' la sostanza quella che conta non la forma
RispondiEliminaForma e sostanza son correlate
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