Post in evidenza

Luis Badilla. "Per Papa Francesco visitare la Francia era già un problema nel 2014"

Grazie a Luis Badilla per questa nuova analisi sulla ritrosia di Francesco a fare viaggi apostolici in Francia. QUI ancora Badilla sulla ma...

mercoledì 17 dicembre 2014

17 dicembre - Compleanno di Papa Francesco

 
 Papa Francesco
17 dicembre 1936 - attualmente regnante
(foto S. Sede)

Perchè nononstante ogni tanto ci sembra che sbagliate, nonostante le nostre osservazioni critiche su alcune Vostre scelte, nonostante non ci troviamo in sintonia su molti punti, Voi siete il nostro Bianco Padre, il Dolce Cristo in Terra.
Quindi: Auguri, Santità

La redazione MiL

 Biografia tratta dal sito della Santa Sede

Il primo Papa giunto dalle Americhe è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. È una figura di spicco dell’intero continente e un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus.
«La mia gente è povera e io sono uno di loro», ha detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi». E quando cita la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il catechismo, i dieci comandamenti e le beatitudini. Nonostante il carattere schivo è divenuto un punto di riferimento per le sue prese di posizione durante la crisi economica che ha sconvolto il Paese nel 2001. 

Nella capitale argentina nasce il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli.
Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è professore di letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel 1966 insegna le stesse materie nel collegio del Salvatore a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studia teologia laureandosi sempre al collegio San Giuseppe.

Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti. Di nuovo in Argentina, è maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio.

Il 31 luglio 1973 viene eletto provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Sei anni dopo riprende il lavoro nel campo universitario e, tra il 1980 e il 1986, è di nuovo rettore del collegio di San Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel. Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi i superiori lo inviano nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore. 

È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie Miserando atque eligendo e nello stemma inserisce il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù. È subito nominato vicario episcopale della zona Flores e il 21 dicembre 1993 diviene vicario generale. Nessuna sorpresa dunque quando, il 3 giugno 1997, è promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica.

Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale, del titolo di san Roberto Bellarmino. Nell’ottobre 2001 è nominato relatore generale aggiunto alla decima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata al ministero episcopale. Intanto in America latina la sua figura diventa sempre più popolare. Nel 2002 declina la nomina a presidente della Conferenza episcopale argentina, ma tre anni dopo viene eletto e poi riconfermato per un altro triennio nel 2008. Intanto, nell’aprile 2005, partecipa al conclave in cui è eletto Benedetto XVI.

Come arcivescovo di Buenos Aires — tre milioni di abitanti — pensa a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lancia a livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. E, in chiave continentale, nutre forti speranze sull’onda del messaggio della Conferenza di Aparecida nel 2007, fino a definirlo «l’Evangelii nuntiandi dell’America Latina».

Viene eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013.

36 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  2. Scusa ma era proprio necessaria sta nota?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma era proprio necessario cancellarla?
      Caro Robertus sembri uno sfaccendato.

      Elimina
    2. AHAHAH Questa è bella!
      Se non controlliamo i commenti, accusate la Redazione di omessa moderazione e di assenteismo; se cancelliamo subito i messaggi inopportuni, siamo sfaccendati!!
      Siete davvero spassi!!

      Elimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse non hai ancora capito....... il prossimo sara' "devastante" !!!Ma come fate a non capire quello che stiamo vivendo, chiedete al Signore discernimento e che vi dia la grazia di capire la gravita' del momento in cui viviamo

      Elimina
  5. A me Bergoglio sta sempre antipatico anche nel giorno del suo compleanno!
    78 anni...... ma non si vergogna di essere arrivato a questa ètà con tanta insipenza culturale morale teologica liturgica spirituale ed è stato pure eletto papa in quest'uomo non trovo nulla il nulla totale delusione completa

    RispondiElimina
  6. Mi associo a coloro che non partecipano a questa effusione di auguri per questo Papa. Penso che sarebbe stato meglio dimenticarsene, come hanno fatto molti altri siti cattolici. Gli uomini che comandano la Chiesa oggi stanno portando allo sfaldamento del Cattolicesimo, a meno che non intervenga l'Immacolata o direttamente il diretto Interessato a riprendere il Suo Vicario ... e a sistemare per sempre i prelati massoni là dove meritano di andare. D'altronde non sono io che lo dico, leggete le profezie (quelle serie, dei santi e beati riconosciuti, e delle apparizioni mariane validate dai Vescovi).

    RispondiElimina
  7. Non trovo veramente niente da festeggiare...

    RispondiElimina
  8. Se bisogna pregare per i propri nemici... fare gli auguri a Papa Francesco non è così del tutto sconveniente nè nocivo alla salute (specialmente quella dell'anima).
    Nel merito poi nessun ripensamento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
  9. Non vedo perché non si debban fare gli auguri al Papa nel giorno del suo compleanno. Anche chi dissente dalle sue parole e dai suoi comportamenti gli auguri una vita santa ed accompagni con la preghiera gli auguri.
    Lo spettacolo di gente che balla in piazza S. Pietro per festeggiare il Papa è, certo, deprimente sotto tutti gli aspetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravo Professore! E la torta con le candeline celesti, e il mate con la bumbilla, e i tangueiros...olé olé!

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
  10. Ricordiamoci le profezie della Beata Emmerich e di Teresa Neumann: mi sembra non vi sia nulla da festeggiare oggi!

    RispondiElimina
  11. veloce servizio al tg1 (segno di una stanchezza nell'adulazione?) su compleanno papa hanno fatto vedere gente che ballava il tango in S.Pietro che tristezza!!

    RispondiElimina
  12. Il cardinale Hummes( che si crede il padre eterno)facendo gli auguri al papa afferma che gli è vicino nella riforma della Chiesa! ah Hummes per riformare devi avere la testa!La vostra al momento è disabitata .....Ma dove pensate di andare?voi al momento avete solo il potere di disorientare

    RispondiElimina
  13. Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
  14. Non mi piace lo "stile" di questo Papa ma, soprattutto mi pare che non agisca come dovrebbe fare qualunque Pontefice. Il peggio è l'eccessiva approssimazione dottrinale. Però è il Papa, e merita certamente non solo i miei auguri, ma anche le mie povere preghiere. Che Dio lo illumini, anche perché a Lui dovrà rendere conto del Suo operato. Giorgio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più che approssimazione,
      io direi “ignoranza pura”!
      Purtroppo, questo è il papa che piace alla gente che piace…
      Olè, olè, olè!...
      E la nuova chiesa cattolica…
      E’ servita!!!
      Auguri Santo (?!) Padre!!!

      Elimina
    2. Non credo che esistano gesuiti ignoranti.

      Elimina
    3. Dal concilio in poi sì, oggi sono in gran parte degli assistenti sociali terzomondisti ideologicizzati

      Elimina
  15. Dal blog di Sandro Magister Settimo Cielo:
    “Padre Jorge e i suoi confratelli. Perché vollero liberarsi di lui”
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
    Meditate gente…
    Meditate!!!

    RispondiElimina
  16. Ha ragione Dante Pastorelli: perche' mai non si dovrebbero fare gli auguri al Papa? anche da parte mia, auguri di cuore.

    Ma una curiosita': Roberto, cosa ha mai scritto quel toscanaccio di Dante Pastorelli per farsi cancellare il commento?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non aveva scritto nulla di sconveniente. Come sempre. Era solo una risposta, per le rime, ad un insulto nei suoi confronti. Avendo quindi cancellato l'insulto, ho preferito eliminare anche la replica di Pastorelli che faceva intendere l'insulto.

      Elimina
    2. Ed hai fatto benissimo. Purtroppo appena scrivo qualcosa, e scrivo poco e poche parole, salvo rarissimi casi, arriva pasqualino ad insultare. Non lasciar gl'insulti senza risposta significa richiamare l'attenzione della redazione. Tutto qui.

      Elimina
  17. Anche a me non piace molto Papa Francesco, ma è pur sempre il Papa e anche io faccio tanti Auguri a Sua Santità.

    RispondiElimina
  18. Comunità di san Giacomo di Cavriana (Mn)18 dicembre 2014 alle ore 13:33

    Papa Francesco, se mai leggesse questo blog la preghiamo, ci aiuti, chiediamo solo la celebrazione di una santa messa domenicale.
    La comunità tutta la ringrazia e ringrazia chiunque voglia dimostrarci solidarietà!
    http://blog.messainlatino.it/2014/09/il-vescovo-di-mantova-di-fatto.html

    RispondiElimina
  19. Il Voi a Bergoglio suona ridicolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lui preferirebbe: Bergo, give me a 5!

      Elimina
    2. E perché? Nel meridione si usa il "voi" per le persone adulte ed anche in Toscana, ove impera il Lei, nelle campagne si dà del "voi" ai più vecchi.

      Elimina