Sinodo, il giorno dopo il terremoto.
Müller: «Relazione vergognosa, totalmente sbagliata»
da Il Timone del 15.10.2014
Müller: «Relazione vergognosa, totalmente sbagliata»
da Il Timone del 15.10.2014
«Indegna, vergognosa, completamente sbagliata». Condanna
senza appello della relazione sulla prima settimana di lavori sinodali
sulla famiglia (la Relatio post disceptationem) letta ieri davanti a
papa Francesco dal cardinale ungherese Peter Erdo. L'ha pronunciata,
intervenendo ad uno dei circoli minores (le commissioni), non un padre
sinodale “qualsiasi”, ma il custode dell'ortodossia della fede
cattolica, il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto della
Congregazione della Dottrina della Fede (l'ex Sant'Uffizio), assurto
negli ultimi giorni a voce di punta di quanti nel Sinodo contestano le
annunciate aperture su divorziati risposati, unioni di fatto,
convivenze, coppie omosessuali.
Lo stesso cardinale che nel corso della passata settimana si è più volte lamentato pubblicamente su un presunto atteggiamento censorio del Vaticano nei confronti di quei relatori che hanno parlato in difesa della dottrina tradizionale cattolica, con particolare riferimento all'indissolubilità del sacramento del matrimonio. Posizioni che Müller ed altri 4 porporati avevano già espresso in un libro pubblicato alla vigilia del Sinodo, ma che nei giorni scorsi sono state ribadite in piene assise sinodali, trovando però - a parere dello stesso Müller - una eco piuttosto limitata nella Relatio letta dal cardinale Erdo. Da qui l'alzata di scudi del Prefetto dell'ex Sant'Uffizio, che nel suo intervento ai circoli minores ha bocciato severamente in particolare i capitoli della relazione dedicati alle aperture in materia di coppie omosessuali, convivenze, sacramenti ai divorziati risposati, esprimendo tutta la sua "contrarietà per una relazione indegna e vergognosa".
Parole dette da Müller - ha tenuto a specificare sia oggi che nei giorni scorsi quando ha accusato i responsabili del Sinodo di censurare le voci contrarie alle aperture - nella sua veste di Prefetto della Congregazione della Dottrina delle fede e per questo potenzialmente destinate a mettere il freno a quanto riferito dal collega Erdo. Ma nella prima giornata di lavoro dei circoli minores non è stato solo Mueller a prendere le distanze dal documento di "medio" termine». (Orazio La Rocca, Repubblica)
«Se lunedì la conferenza stampa seguita alla lettura della Relatio post disceptationem del cardinale Peter Erdo era stata all’insegna dei parallelismi con il Concilio Vaticano II, ventiquattro ore dopo la Segreteria generale del Sinodo riteneva necessario emettere una dichiarazione ufficiale in cui si spiega a tutti, giornalisti e fedeli laici, che quella relazione è solo un documento di lavoro. Una bozza, insomma. Modificabile ed emendabile. Niente di definitivo.
Lo stesso cardinale che nel corso della passata settimana si è più volte lamentato pubblicamente su un presunto atteggiamento censorio del Vaticano nei confronti di quei relatori che hanno parlato in difesa della dottrina tradizionale cattolica, con particolare riferimento all'indissolubilità del sacramento del matrimonio. Posizioni che Müller ed altri 4 porporati avevano già espresso in un libro pubblicato alla vigilia del Sinodo, ma che nei giorni scorsi sono state ribadite in piene assise sinodali, trovando però - a parere dello stesso Müller - una eco piuttosto limitata nella Relatio letta dal cardinale Erdo. Da qui l'alzata di scudi del Prefetto dell'ex Sant'Uffizio, che nel suo intervento ai circoli minores ha bocciato severamente in particolare i capitoli della relazione dedicati alle aperture in materia di coppie omosessuali, convivenze, sacramenti ai divorziati risposati, esprimendo tutta la sua "contrarietà per una relazione indegna e vergognosa".
Parole dette da Müller - ha tenuto a specificare sia oggi che nei giorni scorsi quando ha accusato i responsabili del Sinodo di censurare le voci contrarie alle aperture - nella sua veste di Prefetto della Congregazione della Dottrina delle fede e per questo potenzialmente destinate a mettere il freno a quanto riferito dal collega Erdo. Ma nella prima giornata di lavoro dei circoli minores non è stato solo Mueller a prendere le distanze dal documento di "medio" termine». (Orazio La Rocca, Repubblica)
«Se lunedì la conferenza stampa seguita alla lettura della Relatio post disceptationem del cardinale Peter Erdo era stata all’insegna dei parallelismi con il Concilio Vaticano II, ventiquattro ore dopo la Segreteria generale del Sinodo riteneva necessario emettere una dichiarazione ufficiale in cui si spiega a tutti, giornalisti e fedeli laici, che quella relazione è solo un documento di lavoro. Una bozza, insomma. Modificabile ed emendabile. Niente di definitivo.
Anche
perché appena Erdo ha finito di leggere il testo da altri in gran parte
scritto (notevole il ruolo che ha rivestito nella stesura il segretario
speciale, mons. Bruno Forte) e le telecamere del Centro televisivo
vaticano si sono spente, nell’aula il clima si è surriscaldato, con
quarantuno interventi tesi per lo più a smontare la relazione. Pell,
Ouellet, Dolan, Vingt-Trois, Burke, Müller, Scola, Caffarra: a loro non
sono piaciuti i paragrafi sulle aperture ai matrimoni civili, alle
convivenze e alle coppie omosessuali. E con loro hanno sollevato dubbi
tanti vescovi africani, i quali hanno chiesto lumi su certi passaggi che
in assemblea mai erano stati discussi. Qualche padre s’è pure accorto
che nel documento “la parola peccato non è quasi presente”. Così come è
stato ricordato “il tono profetico delle parole di Gesù, per evitare il
rischio di conformarsi alla mentalità del mondo presente”.
Durante
il briefing quotidiano, il cardinale sudafricano Wilfrid Fox Napier ha
usato l’accetta, avanzando perfino il sospetto che i responsabili del
Sinodo siano impegnati a favorire “non le opinioni di tutto il sinodo,
ma di un gruppo particolare”. E poi, il testo di Erdo “non riflette il
dibattito in assemblea”, ha aggiunto. “La mia paura”, ha osservato il
porporato arcivescovo di Durban, è che “ciò che è uscito non corrisponda
alla realtà”». (Matteo Matzuzzi, La Nuova Bussola Quotidiana)