..hanno buttato giù la casa e qui ci si azzuffa se cambiano la tappezzeria ..
..ossia: libertà religiosa, collegialità, Novus Ordo… cos’è la comunione ai divorziati-risposati a fronte dei cambiamenti degli ultimi 50 anni?
Vorrei provocatoriamente esorcizzare la tensione claustrofobica e il livore che l’ennesima diabolica macchinazione “pastorale” produce nel mondo cattolico da quando ci s’è inventati un problema che non c’è (*) : l’incubo caldo delle unioni selvagge.
Sì, perché vedo oggi una folla di anime tanto belle quanto inconcludenti rumoreggiare su un eventuale cambiamento che, qualora si avverasse, non sarebbe altro che l’ennesima pietra miliare sul cammino dell’autodemolizione della Chiesa. Una pietra tutto sommato “minore”, se si considera da quali megaliti è stata scavata…
Vediamo quali sono i megaliti che hanno già partorito la nuova pietra angolare della “miserico(da)rdia 2.0” :
50 anni fa un sinodo che si volle “pastorale”, partendo dall’illusorio principio di dire in modo nuovo le cose di sempre, “aggiornò” la dottrina formale cambiando sostanzialmente la fede materiale della Chiesa.
Non su quello o quell’altro punto.. ma in radice, si operò una metasustanziazione del “sì” che la Vergine fatta Chiesa dà al Suo mistico Sposo.
1° megalite: l’abolizione dell’inimicizia tra la Donna e il Serpente, ossìa tra la Chiesa e il Mondo. Basterebbe solo questo ad archiviare secoli di vita sacra, di vita “messa a parte” dal mondo per il Signore.
Il mondo è bello, guai ai profeti di sventura. I cattolici, proni di fronte al fascino del mondo, non hanno più nulla da offrire, nulla di più alto da testimoniare.
Un tipo di famiglia; sono a geometria variabile, più donne, più uomini..ma se si amano? Finchè dura: poi si cambia e si mischiano i partner.. ..ma se c'è l'amore, lì c'è Dio! |
Anzi: ci commuoviamo di fronte alla tenerezza dell’amore libero in tutte le sue forme e pansessuali declinazioni e ci pentiamo di quanto truce fariseismo nella rigidità asfittica di chi giudica coi libri invece di lasciarsi andare alla libertà del cuore..
Non è forse questo il gergo della nuova pentecoste!?
2° megalite: la libertà religiosa e la pratica più o meno diffusa di sincretismo interconfessionale, interreligioso o di vero e proprio panteismo mascherato d’umano rispetto verso i “fratelli in umanità”. Altro colpo vitale ad un improbabile “sì”.
Si arrivò allo scandalo di Assisi ’86 e ai “battesimi” interreligiosi, come quello officiato nell’Abazia di San miniato il 24 Dicembre del 1996 in cui “cattolici”, protestanti, ebrei, ortodossi, sufi musulmani, buddisti tibetani, induisti &Co hanno “pregato” attorno a innocenti culle; “..a Dio piace un sacco esser chiamato con tanti nomi diversi”, chiosò l’Abate Cusano, forte dell’appoggio del Card. Arcivescovo di Firenze, Piovanelli e della risonanza mass-mediatica eccezionale che l’evento suscitò.. E poi le chiese cattoliche ai musulmani (senza andare in Belgio e Olanda sotto il pontificato di Francesco, basta tornare nella Palermo degli anni ’90, dove il Card. Pappalardo diede ai musulmani una chiesa del ‘700..).. o le catechesi panreligiose del Patriarca di Lisbona, il Card. Policarpo, il quale, messo di fronte alla contraddizione fatale e inconciliabile tra quel che diceva lui (..”ogni religione praticata con sincerità conduce a Dio”) e quel che disse la Beata Vergine ai pastorelli di Fatima ( non vi è che un solo Dio che meriti la nostra adorazione, le altre divinità non sono niente”).. rispose stizzito: “ Questa visione è superata. Chi sono le divinità di cui parla Suor Lucia? Cristiani, musulmani, giudei, abbiamo tutti lo stesso Dio”.. E questo era il 2003, Ottobre 2003.
Questo secondo megalite ha trasformato il Cattolicesimo, ossia l’Universalismo salvifico dell’Unica Fede.. in una sorta di mondialismo umanitarista e pacifista dove un dio dai tanti nomi parla un po’ al cuore di ognuno secondo i tempi, le situazioni, le culture,credo filosofico e tendenze sessuali..
Rivelazione? No grazie.
Incarnazione del Verbo? “E’ superata”. Oggi i verbi si coniugano a piacere. Persino le incertezze sul congiuntivo sono da ritenersi licenze poetiche a fronte del “chi sono io per usare la biro rossa”, ci si facci una ragione.
Di fronte aquesti due megaliti, posti a pietra tombale inamovibile davanti al sepolcro dove riposa il 1° Comandamento… la comunione ai divorziati-risposati impallidisce.
Si aggiunga la collegialità, 3° megalite: “Yes , we can!”
Zagrebelsky, in un memorabile scritto (anticattolico, of course) del 2006 prendeva atto che: “..la democrazia si fonda sulla libertà di pensiero, di coscienza e sul principio di maggioranza. La religione invece si fonda sulla verità rivelata che non dipende né dalla coscienza né dalla volontà della maggioranza..”
Povero Zagrebelsy! Non si era accorto che era così fino a Pio XII. Oggi, la volontà della maggioranza può decidere che va bene mettere le dita umide nella 220V. Ecco infatti ora, gli Stati Generali del Popolo di Dio si riuniscono (alto clero, basso clero, fedeli laici..), con all’ordine del giorno i risultati dei questionari, novelli cahiers de doléances di cristiani rinnegati che rinfacciano al Sacro Magistero la loro spavalda infedeltà, vestita a festa coll’abito angelico della libertà del cuore, pronti ad incassare una pacca sulla spalla sul tutto fa brodo.
"Dio ama tutti!" |
Perché tutto fa brodo! Magari non fa salvi, ma fa brodo…e perché crucciarsi della salvezza, se dio è solo amore, non può che amare, il suo giudizio è misericordia.. ecc ecc.. non è questo il gergo della nuova pentecoste?
Quest’altro megalite disintegra il fondamento stesso dell’obbedienza terrena ad una Verità che viene dall’alto e che ci chiama alla morte al mondo, alle sue vanità, ai nostri strani amori che vanno e vengono.
In fondo perché rivelarSi, darci i Suoi comandamenti e farsi persino crocifiggere? Bastava un tramonto, una chitarra e una canzone di Battisti. L’amour, c’est l’amour.
Ecco perché la comunione ai D-R è una quisquiglia di fronte alla collegialità..
4° megalite: il Novus Ordo.
Fermi un attimo: hanno “fabbricato” a tavolino una liturgia –secondo le vive parole di Ratzinger in calce al libro di Mons. Klaus Gamber, La Réforme liturgique en question- degenerata in una “devastazione” –sempre secondo le ipsissima verba Ratzinger – del Sacro Rito derivato da uno sviluppo organico dell’espressione pubblica della Fede Cattolica, un “nuovo rito” come lo chiamò Paolo VI stesso, il cui fulcro dottrinale si spiega nella versione originale dell’ Art. 7 dell’Institutio Generalis del Nuovo Messale: "La Cena del Signore, o Messa, è la sacra sinassi o assemblea del popolo di Dio, presieduta dal sacerdote, per celebrare il memoriale del Signore. Vale perciò eminentemente per questa assemblea locale della Santa Chiesa, la promessa del Cristo: "Là dove due o tre sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro" Mt 18,20 "
Questa definizione della Messa non aveva e non ha nulla della Fede della Chiesa nell’augusto sacramento dell’Altare, nel sacramento dell’Ordine e nella mediazione sacerdotale, nel sacrificio di impetrazione e di espiazione.. Fece prendere atto ai Card. Ottaviani e Bacci che si allontanava in modo impressionante, nella forma e nella sostanza, dalla perenne e immutata teologia cattolica della Messa così come definita dalla XXII sessione del Concilio di Trento..
Questo cambiamento ebbe come NATURALE CONSEGUENZA (non abuso o deriva…) l’alterazione stessa di ciò che è la Messa nelle menti e nei cuori di clero e fedeli. NB: non ne impugno nè l'indiscussa validità, nè nego che molti santi preti abbiano potuto celebrarla con pietà e retta intenzione.
Resta però una liturgia figlia della Rivoluzione: l'idea che le parti, i gesti e le parole della Liturgia si possano modificare, comporre e bricoleggiare con altre cose (sempre molto “emotional”, tante candele, colori caldi e melodie spremicuore da “meditazione”..)viste qui o là, in un “monastero” interconfessionale o in rituali ebraici: “noi” che riempiamo di senso la liturgia che “ci esprime” e non una liturgia che “si impone” da lontano,e che ci chiama ad entrare nel Santo dei Santi con obbedienza, umiltà, per scoprire il Senso di cui Lei è portatrice, indipendentemente da noi.. le “messe show”, liturgie “contenitore” di ogni cretinerìa, scenette di Natale o di Pasqua durante la “Presentazione dei Doni” (..l’Offertorio nella nuova Messa è abolito: lo sapevate? Sapevatelo! Su Rieducational Channel!) con tanto di allegorico travestimento dei bambini e dei ggggiovani, Sacerdoti travestiti da Clown o da conigli rosa, messe al "campo giovani" su zaini o tavole di cambusa, alba e stola per i più rispettosi, o direttamente jeans e maglietta, S. Comunione distribuita in bicchieri di plastica sulla mano dei fedeli!..
Non sono abusi, altrimenti qualcuno avrebbe agito: con i Francescani dell’Immacolata sono stati implacabili! Il Novus Ordo invece sancisce la svolta antropologica, il culto del popolo di Dio, dove il popolo di Dio si esprime, deve trovare gioia in chiesa così come il mondo la dà fuori, deve trovare pace in chiesa così come il mondo la dà fuori, con buona pace del monito di Cristo (non come il mondo la dà..) e della perfetta letizia di San Francesco.
Se pensiamo che la liturgia, parte della Tradizione è luogo teologico e partecipe delle fonti della Rivelazione, questo nuovo modo di celebrare non rivela solo che “la festa siamo noi che camminiamo verso te” (Gnocchi docet), ma che la Rivelazione siamo noi: è l’Assemblea che celebra, del resto. Il presbitero “presiede” la celebrazione della Parola e dell’Eucarestia concelebrata dal “Corpo Sociale” di Cristo,ormai sovrano nell'amministrarsi da sè i Sacramenti.
Ora: hanno cambiato la S. Messa, abolito l’Offertorio, snaturato la figura del Sacerdote.. e ora ci stracciamo le vesti sulla comunione ai D-R?
Suvvia… conserviamo, oltre che la Fede, la decenza.
Suvvia… conserviamo, oltre che la Fede, la decenza.
Appendice conclusiva ai normalisti
Inutile nascondersi dietro al dito delle derive, o degli abusi.. è semplicemente cecità dolosa e idiota negare che questa pretesa “deriva”sia di fatto la realtà materiale in cui bagnano la stragrande maggioranza del clero e dei fedeli, tanto da giustificare quel che Giovanni Paolo II chiamò “apostasia silenziosa”.
Il Card. Arcivescovo di Vienna Schönborn |
Che questo sia già nei testi prim’ancora che nello spirito e nelle interpretazioni del Vaticano II, è più che comprovato da abbondante letteratura; il fatto che Papi e Cardinali pratichino pubblicamente quanto scritto sopra dovrebbe indicare che si tratta di veri e propri “usi”, e non di “abusi”, senza tanto dover leggere chissà quale Madiran (+RIP).
Ancora, la foglia di fico della differenza tra “dottrina” che resta intatta e pastorale che può cambiare, è valida solo per gente che non crede più che la “dottrina” sia semplicemente lo squadernamento grafico di quella Verità viva e eterna che si comunica, che ci chiama a Sé e ci salva; mi spiego: sono d’accordo anch’io che il bello di Bach sia la musica, non gli spartiti.. e chi sa i brani a memoria può suonare senza porre occhio alle note sul pentagramma. Ma noi non siamo puri spiriti: la nostra umana infermità e “finitudine” (sillogismo ameriano) ha bisogno di quel nero su bianco per continuare a gioire di quei brani meravigliosi: se gli spartiti sparissero del tutto, tempo 30 anni e nessuno potrebbe suonare più il Concerto Italiano
Non solo: non è perché imparare a suonare l’organo, leggere in chiave di violino e di basso con le due mani e i pedali sia “oggigiorno” estremamente difficoltoso.. che si possa venire a dire che basta mettersi con bontà di cuore e libertà ad un qualsiasi strumento per fare “comunque” della buona musica. No! Serve lasciarsi trasformare dall’Arte, lo strumento deve persino arrivare a deformare, a formare a sé i nostri arti, la nostra mente.. tutto per passione, per amore! E non c’è maestro di musica che dirà mai il contrario, che rinuncerà alla bellezza di Chopin o di Debussy perché “oggi, nel 2014” la gente non sa più suonarli, è troppo difficile.
Inoltre, la verità contenuta in questi “scritti”, a differenza della musica di Bach, Chopin e Debussy, è salvifica, vivifica e salva l’anima in eterno: quale ingegnere elettronico sarebbe così sconsiderato da continuare ad affermare che la “dottrina tradizionale” sulle dita bagnate nella presa del 220V non cambia, ma che la pratica può cambiare..? Perché è proprio quello che propone Kasper per l’anima.
(*) un problema che Nostro Signore aveva già risolto con la parabola del figliol prodigo: il giovane che aveva allegramente sperperato l’eredità del padre tra mignotte e gozzoviglie, si trova a pascolare porci “in una terra lontana”. Al che pensò bene di rialzarsi, tornare da suo padre e dirgli “ho peccato contro il cielo e contro di te”. Così fatto, il padre lo perdonò.
Oggi Kasper, meglio della maga Circe, con un bacio trasforma i porci in profumati agnellini e dà al figliolo carta e codice bancomat del padre affinché, visto che c’è, se ne approfitti e continui là dov’è, in quella terra lontana, senza né pentirsi, né rialzarsi, né tornare a casa.
Perché misericordia impone di riconoscere che quella terra lontana “è Casa!”, con tanto di benedizione paterna: dov’è il tuo cuore, là è il tuo Dio, dicevano “i Padri” (..uno l’avrà detto.. forse.. boh.. è la Kasperpatristik).
E ognuno, si sa, di cuore.. ha il suo.
Zac
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