Ogni cinque minuti nel mondo un cristiano viene ucciso per la sua fede.
"Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli", ha ricordato più volte papa Francesco.
Per questo motivo i vescovi italiani hanno diramato un comunicato (diventato preghiera nella celebrazione delle sante Messe per la solennità di Maria Assunta in cielo) a ricordo delle vittime del terrorismo in Medio Oriente e per accompagnare il viaggio del Papa in Corea del Sud.
"Noi non possiamo tacere", dicono finalmente i nostri vescovi.
Ma allora, parlate!
Chi ve lo impedisce?
Il vostro decennale silenzio ha contribuito a rendere l'Europa "distratta ed indifferente" e a far sì che l'Occidente guardasse sempre da un'altra parte per non vedere le tante persecuzioni patite dalla Chiesa in tutti i Paesi a regime comunista o socialista (ma anche quelli "democratici", con forme più subdole, non sono stati da meno).
La "Chiesa del silenzio" doveva indicare le comunità cristiane oltre il muro crollato nel 1989.
Quelle comunità hanno gridato come hanno potuto, hanno portato migliaia di "samisdat" nei nostri paesi considerati liberi (mettendo tante volte a repentaglio la vita di chi sfidava i vari regimi) ma sordi e, col tempo, totalmente indifferenti alla tragedia di intere popolazioni.
Non avete nemmeno ascoltato le testimonianze dei missionari espulsi dal Laos e dalla Cambogia, tanto per fare un esempio.
Il vostro comportamento, la vostra "distrazione", ha consolidato in molti la convinzione che eravate voi - vescovi dell'Occidente - a formare la "Chiesa del silenzio"!
Svegliate i giovani europei e avvisateli che si fa sempre più reale anche per loro la possibilità di un eventuale martirio per difendere la fede, ma anche per difendere la vita, la famiglia e la libertà di educazione.
E se dovesse capitare - Dio non voglia - dite loro chiaramente che saranno soli a difendere questi valori.
Ai governi laici, incartati nella loro fasulla democrazia, questi argomenti non interessano!
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