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domenica 3 agosto 2014

Una disputa su internet: qual è il criterio per " l' accordo canonico"?

C'è  stata segnalata  l'esistenza in rete di una "pubblica disputatio" tra Marco Bongi e la Redazione di Disputationes Theologicae.
Le " esercitazioni o le pubbliche disputationes " fanno bene  soprattutto in questo particolare momento storico caratterizzato da un conformismo globalizzato e da una estesa dittatura del pensiero dominante  di cui i mass media sono i vessilliferi.
Anche questi problemi sono ( forse ) collegati al "Le Problème de l'heure présente?


Titolo dell'Articolo di Disputationes: " Ci scrivono..."

"Sinceramente, vi prego di consentirmelo, il vostro articolo del 31 maggio mi sembra imbarazzante, contraddittorio ed animato da pregiudizi personalistici che nulla hanno a che fare con la Fede Cattolica.  
Quando, per esempio, l'accordo lo faceste voi del IBP ( Istituto del Buon Pastore N.d.R.) non si trattava oviamente di "accordo di potere"? 
Lo abbiamo visto chiaramente qualche anno dopo di che accordo era... 
Ma siamo impazziti?  
Se poi il riconoscimento della FSSPX fosse unilaterale non comporterebbe alcun accordo. Sarebbe sicuramente una cosa positiva perchè non esporrebbe la Fraternità a "golpe" tipo il vostro e quello dei FI.   
Insinuare, senza uno straccio di prove, che certo prova non è qualche sparsa citazione di Simulin, malafede, doppiogiochismi, ambiguità varie, ha solo il sapore di una amara presa di posizione perchè non si vuole ammettere di aver fatto una scelta sbagliata nel 2006. 
Questa è l'impressione che purtroppo date a quasi tutti i cattolici tradizionali italiani.   
Ripeto: il riconoscimento unilaterale non implica nessun accordo, nè ufficiale, nè ufficioso. Se, tanto per fare un altro esempio, una comunità acattolica mi consentisse di predicare ai suoi fedeli perchè, secondo quei capi, ciò che sosteniamo è comunque, per loro, positivo... dovrei forse rifiutare di salvare tali anime con la mia predicazione?  
E se tale autorizzazione, ragion di più, me la fornisse il Papa legittimo, seppur dottrinalmente eterodosso, perchè dovrei rifiutare tale opportunità?  
Vi prego dunqe di essere ragionevoli e di non farvi accecare, come in molte vostre prese di posizione, solo dallo spirito di rivalsa e dalla frustrazione che deriva dalla vostra infelice esperienza.  
Vi ringrazio se vorrete rispondere a queste mie brevi righe, dettate solo dalla stima verso sacerdoti che considero comunque coraggiosi, anche se un po' troppo inclini al pettegolezzo ". 
Marco BONGI 

Disputationes risponde

Ringraziamo Marco Bongi (articolista notoriamente ed evidentemente assai organico a certi vertici della Fraternità San Pio X) per averci scritto e - consentendogli di dire tutto quello che desidera - rispondiamo senz’altro alle sue obiezioni.

1) Innanzitutto notiamo che l’irritazione, di cui la sua lettera «dà l’impressione» e che «deriva» forse da certi tasti scomodi denunciati dal nostro articolo (come le ostinate ambiguità di Mons. Fellay, che emergono sempre più), sembra aver impedito all’interlocutore di leggere con la serena “ragionevolezza” da egli invocata l’articolo in questione. Né sembra siano stati letti con attenzione gli articoli presenti in questa sede che trattano del medesimo tema (che non stiamo qui a ripetere tutti: basta rileggerli) e neppure il chiaro articolo dell’abbé Simoulin («qualche sparsa citazione di Simoulin»?).
Noi siamo «impazziti», «acceca[ti] » e via dicendo…però il «pettegolezzo» ci pare si faccia alle spalle, di nascosto (o in privato che dir si voglia), non così le posizioni pubblicamente prese e sostenute in un articolo, sulle quali ci si può difendere a viso aperto e dibattere alla luce del sole. Questo sito ha posto - da tempo, ad ampio raggio e sempre pubblicamente - questioni scomode e attribuirle alla «frustrazione» o in genere a fattori «personalistici» (che è il classico metodo di tutti i regimi, da quello comunista a quello fraternitesco-fellayesco) per squalificare personalmente gli obiettanti - con una buona dose di demagogia - invece di confrontarsi sulle obiezioni, questo sì che è “inclinare al pettegolezzo”.
Sappiamo bene che la linea da “compromesso storico”  (tra FSSPX e “integrati” nel Sistema) ha avuto in questi ultimi anni una grande influenza su certe redazioni e su numerosi «cattolici tradizionali italiani», alquanto influenzati dalla cordata Mons. Bux - Abbé du Chalard. 
Sappiamo anche - con documentazione - per quali vie certe linee editoriali, ben popolari nell’ambiente, ancor oggi “ricevono consigli”. 
Questa rivista tuttavia (alla cui redazione partecipano chierici e fedeli laici), pur apprezzando le qualità dell’uno e dell’altro ecclesiastico, non apprezza affatto la linea da “compromesso storico”. 
Perciò, liberi dal pensiero dei “numeri” (e tra l’altro le valutazioni numeriche ci risultano alquanto più complesse e variabili di quanto asserito dal sig. Bongi), preferiamo fare il “terzo incomodo”, ovvero la voce critica. 

2) Non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere a Marco Bongi (e ai suoi referenti) che il nostro articolo del 31 maggio è «imbarazzante». 
Deve essere ben «imbarazzante» un articolo che ...  CONTINUA




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