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giovedì 7 agosto 2014

E’ un’offesa far notare che non si può entrare in Chiesa con un abbigliamento poco consono ad un luogo di culto ?

Un articolo riportava ieri un episodio il cui contenuto potrebbe essere considerato "normalissimo" il divieto di entrare nella Casa del Signore con un abbigliamento non adeguato al luogo di culto. 
La cosa triste è che la normalità faccia (ora) notizia.
Leggendo l'articolo si evince tuttavia un particolare spiritualmente assai costruttivo:  il consacrato, che ha negato l'accesso in chiesa a dei giovani il cui abbigliamento  non era  consono alla dignità del Luogo Sacro, ha anche voluto donare una costruttiva, piccola "catechesi" citando il Magistero e gli insegnamenti  di Papa San Giovanni Paolo II . 
Niente di più edificante per la spiritualità delle anime che pone quel sacerdote idealmente vicino a tanti Santi e Sante  che, con ottimi risultati (pensiamo ad esempio ai famosi  "rimproveri" di San Pio da Pietrelcina), hanno corretto gli errori portando i giovani sulla santa via del rispetto del Sacro e dei Diritti di Dio .
Difatti leggendo la notizia una ragazza ha commentato: “Qui in Grecia, la mia seconda patria, non esiste proprio che si possa entrare in un monastero in pantaloncini, e vale sia per uomini che per donne.E nessuno se la prende, nessuno si offende...è giusto e normale così"
Per evitare tuttavia che il povero Rettore del Santuario venga redarguito e/o  sospeso per "interventi superiori" (i tempi difatti non sono favorevoli  per coloro che si rivelano devotamente ortodossi) togliamo ogni riferimento di nomi, località e la consueta, doverosa citazione della fonte giornalistica. 
 Suggeriamo infine di leggere l'Articolo:  " Galateo eucaristico" sul blog Corsia dei Servi , che inizia così: "Un tempo si chiamava così: galateo eucaristico."Era il modo di comportarsi in chiesa di fronte al Signore.
Oggi pare se ne siano perse le tracce

Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)



Lei arriva in pantaloncini, il sacerdote le sbarra la strada: “Nel Santuario non entra” …

“Dall'abbigliamento ritenuto poco consono ad un luogo di culto, alle offese indirizzate alla dignità personale di una ragazza". 
È la pesante accusa indirizzata a …, Rettore del santuario … . 
Da una coppia di fidanzati 30enni, lui di … Il sacerdote getta acqua sul fuoco e cerca di ricucire: «Il mio discorso era di carattere generale. Si è trattato di un grande equivoco». 
Il dissidio è andato in scena nel pomeriggio di lunedì scorso, quando la coppia di fidanzati, accompagnati dai genitori del ragazzo, trovandosi nei paraggi, hanno deciso di andare a visitare il santuario, …, considerata una delle mete più importanti del turismo religioso della provincia di …. 
Consapevoli di indossare pantaloni corti e T-Shirt - abiti tradizionalmente poco consoni ad un luogo di culto- , hanno deciso, tuttavia, di “tentare” ugualmente. 
Giunti davanti all'ingresso del santuario, come immaginavano, è stato vietato loro l'ingresso. 
La visita “lampo” si sarebbe potuta concludere lì, se padre … si fosse limitato a semplicemente a negare l'accesso. 
Il sacerdote, invece,- secondo quanto afferma la coppia- riferendosi alla ragazza avrebbe affermato: «Che persona puo' essere una che si veste così fuori?», aggiungendo, inoltre, altre considerazioni che avrebbero messo in dubbio la sua moralità, ritenute profondamente offensive dalla giovane, fuggita via in lacrime. 
«Sapevamo che difficilmente saremmo potuti entrare nel santuario, ma mai avremmo immaginato di essere aggrediti gratuitamente in quel modo», è il duro sfogo del ragazzo.
Padre …, tuttavia, ha fornito una lettura profondamente diversa dei fatti, riconducendo il tutto ad uno spiacevole malinteso. 
«Mi spiace davvero tanto che la ragazza si sia sentita toccata in prima persona dalle mie parole - ha chiarito il rettore del santuario - mi riferivo semplicemente ai principi generali della vita di Cristo ed, in particolar modo, ai grandi insegnamenti sul linguaggio del corpo espressi da Papa Giovanni Paolo II nel corso del suo magistero ». 
Parole, forti dunque, ma improntate ad indicare norme comuni di decoro da seguire per visitare i luoghi sacri. 
«Non è mia abitudine, e penso che dovrebbe essere sempre così per tutti, esprimere giudizi nei confronti di persone che non conosco personalmente- ha aggiunto Padre… 
- Le mie frasi sono state evidentemente travisate. 
Il mio intento non era affatto offensivo. 
Avrei voluto chiarire subito il malinteso ma la ragazza è fuggita via ed il padre del fidanzato in quel momento era troppo inalberato». 
Il sacerdote, in conclusione, ha voluto gettare acqua sul fuoco tendendo la mano ai due giovani: «Se lo vorranno sono pronto ad un incontro chiarificatore». 
Un gesto distensivo apprezzato dalla coppia che, tuttavia, resta ben salda sulle proprie posizioni: «Le parole di padre …non erano affatto generiche ma, al contrario, avevano un destinatario ben preciso. 
Non è escluso, pero', che nei prossimi giorni potremmo accettare il suo invito». 
Un incidente diplomatico rientrato, dunque, fino a questo momento, solo parzialmente. 
Sarà solo l'incontro, se ci sarà, a far rientrare il “duello” dialettico tra le due parti in conflitto.