All'importanza del decoro liturgico degli spazi sacri, e
contro gli scempi perpetrati da Curie e da preti irresponsabili, accecati solo
dallo "spiritodelconcilio", abbiamo dedicato moltissimi post.
Ora ne dedichiamo uno sull'argomento, in cui si racconta che
se non interviene l'autorità ecclesiastica (spesso omertosa complice e
spessissimo responsabile degli abusi architettonici commessi nelle chiese
storiche in nome della partecipazione actuosa dei fedeli e del pauperismo), ad intervenire è almeno quella civile. Che punisce la Curia de l'Aquila a risarcimenti ingenti per restauri sciagurati.
Roberto
Danni per restauri sbagliati. Curia condannata
Ora dovrà risarcire l’equivalente di 93 milioni di lire per la perdita dell’apparato decorativo
di Angela Baglioni, da il Tempo, del 09.06.2014
L’AQUILA
Aveva commissionato lavori di restauro nella chiesa di San
Giovanni Battista di Collepietro, che prevedevano la demolizione
dell’altare maggiore e di tre altari laterali, assieme alla spicconatura
totale degli intonaci. Un vero «massacro» artistico, che tra l’altro
aveva causato la perdita di cornici e decorazioni in stucco. Ora la
curia arcivescovile dell’Aquila dovrà pagare l’equivalente di 93 milioni
di lire «per il danno arrecato al monumento, in conseguenza della
perdita irreversibile, e quasi totale, dell’apparato decorativo e
artistico, e della cancellazione di una significativa testimonianza di
un periodo storico della vita della chiesa». Lo ha deciso la sesta
sezione del Consiglio di Stato (Stefano Baccarini, presidente, Claudio
Contessa, Gabriella De Michele e Roberta Vigotti, consiglieri, Andrea
Pannone, estensore), che ha respinto il ricorso presentato dalla Curia
aquilana contro la precedente sentenza del Tar Abruzzo, al quale il
clero si era rivolto per chiedere l’annullamento della sanzione
pecuniaria stabilita dalla Sovrintendenza ai beni archeologici,
artistici e storici. L’intervento così realizzato, secondo la
Soprintendenza, non era mai stato autorizzato essendo l’edificio di
culto tra quelli di interesse storico-artistico. Anche in primo grado i
giudici amministrativi abruzzesi non avevano accolto il ricorso della
cancelleria vescovile. A rappresentare la Curia in entrambi i gradi del
giudizio amministrativo è stato l’avvocato Antonio Mazzotta; a sostenere
le ragioni del Ministero per i beni e le attività culturali è stata
l’Avvocatura di Stato. La storia si sviluppa tra la fine degli anni ’90 e
il 2001, quando la Curia commissionò i lavori all’interno della chiesa,
ritenuta di interesse culturale. Tra i lavori, svolti sotto la
direzione di un architetto che nel frattempo è deceduto, anche la
modifica dei pilastri nella navata centrale, con la rimozione
dell’incamiciatura muraria. Il tutto avvenne, secondo la Soprintendenza,
«senza alcuno studio preliminare, né adozione di opere provvisionali».
Tant’è che nel 2001 fu comminata la sanzione alla quale seguì il primo
ricorso al Tar, bocciato nel 2008. La Soprintendenza aveva multato la
curia ritendendo l’intervento di retauro non conforme con le
caratteristiche della chiesa. Oltretutto quei lavori avevano causato la
perdita di una testimonianza che, seppur più recente rispetto
all’impianto originario, aveva comunque una dignità artistica meritevole
di tutela. In poche parole la sanzione pecuniaria era dovuta, secondo
la Soprintendenza, in quanto non era più possibile riparare il danno
arrecato, e quindi i responsabili erano tenuti a corrispondere allo
Stato una somma pari al valore della cosa perduta, come recita
l’articolo 131 del decreto legislativo 490 del 1999. La Curia aveva
eccepito che i lavori, preceduti da attento esame da parte del
progettista, non avrebbero comportato la demolizione di opere di pregio,
né la trasformazione statica delle strutture. Ma il Tar prima, e il
Consiglio di Stato poi, non hanno aderito a questa tesi. «È pacifico in
atti - scrivono i giudici - che il deterioramento del bene vi è stato e,
di conseguenza, la sanzione poteva essere irrogata». Secondo la Curia,
inoltre, doveva essere chiamato a rispondere del danno anche il
pogettista dei lavori, nel frattempo deceduto. Anche questo secondo
motivo di ricorso non è stato ritenuto valido dai giudici amministrativi
di primo e secondo grado, che lo hanno bocciato. Il collegio, tuttavia
ha compensato le spese di lite. Interventi del genere sono stati
effettuati, nei decenni scorsi, anche in altri edifici di culto. Un
esempio è rappresentato dalla chiesa di San Franco di Assergi, sempre
nell’Aquilano, ora dedicata a Santa Maria Assunta.In quel caso, però, a
eseguire i lavori (sul finire degli anni ’60), fu proprio la
Soprintendenza. In quell’occasione furono eliminate le decorazioni
barocche settecentesche.
E ' bene che la Chiesa dei poveri paghi per il depauperamento artistico-sacrale. Magari accadesse questo in centinaia di altre città dove per crear moderni "spazi liturgici" la dignità degli edifici sacri è stata deturpata e spesso distrutta totalmente. Con questi soldi sganciati per legge da vescovi avidi quanto asini iconolclasti si potranno aiutare davvero i poveri.
RispondiEliminaBene!Così gli passa la voglia di fare "adeguamenti liturgici"!
RispondiEliminaSe li toccano nelle tasche, tranquilli che gli passa la voglia di castrare altari e fare gli iconoclasti. Che paghino, in tutti i sensi.
EliminaGli altari non si posson castrare. Ma se preti e prelati a vario livello voglion far come Origene, chi piangerà? Meno pericoli...
EliminaGli altari non si posson castrare. Ma se preti e prelati a vario livello voglion far come Origene, chi piangerà? Meno pericoli...
EliminaIn fatto di sciagure aquilane segnalo su tutte quella della chiesa di San Giuseppe Artigiano, che ormai pare più un luogo di culto protestante che cattolico. A parte questo le tele del Gasparro a me sono sembrate proprio brutte.
RispondiEliminaA proposito di scandali economici e restauri antiliturgici per quanto riguarda la "zizzania" all'interno della Chiesa cristiano-cattolica istituzionale... http://livesicilia.it/2014/06/11/mazara-inchiesta-di-panorama-sulla-curia-buco-da-sei-milioni-di-euro_502573/ e http://palermo.repubblica.it/images/2011/12/09/185830752-d1744593-6856-4aaa-b7d9-b0e66bc9760d.jpg
RispondiEliminaOrmai queste curie elefantiache e dispendiosissime non sono più funzionali alla massoneria e verrà scatenata la magistratura per annientarle completamente.
RispondiEliminaAdesso basta un solo twitter in mondovisione del somaro assiso sul trono per demolire in pochi secondi ciò per il quale il clero corrotto impiega tempi lunghissimi con costi stellari.
Ma dico io con che diritto si distruggono secoli di arte e di storia? nel nome di cosa? Per avere le "pretesse" e gli "schitarranti" all'altare??? Bene paghino fino all'ultimo centesimo!!!
RispondiEliminaE poi spendere soldi per far mettere dei tavoli al posto degli Altari! Andassero all'Ikea almeno risparmierebbero!!!
RispondiEliminaUn grazie ai giudici italiani! Spero sia il principio di molte condanne .I vescovi vandalici e ignoranti di fronte alla prospettiva di pagare fermeranno lo scempio.Si sentono padroni delle chiese, della liturgia, della teologia, il loro è un potere dispotico e tirannico! Altro che servire!
RispondiEliminaNon ho mai capito cosa frulli in testa ai vescovi che a parole vogliono una Chiesa povera per i poveri e poi spendono fior di denari per demolire altari secolari e metterci tavolini "frutto del genio dell'arte sacra contemporanea"...
RispondiEliminaIntanto Mogavero il nemico della Tradizione si scopre che ha nella sua diocesi di Mazara del Vallo un buco di sei milioni di euro! Tutti quelli che combattono la Tradizione poi si danno alle spese pazze!
RispondiElimina.....alle spese pazze...per la vanagloria loro e la loro schifosa pancia e vizi vari.
EliminaCosì imparano a distruggere gli altari di Dio fatti con amore e sacrificio dal popolo di Dio lungo i secoli...per sostituirli con tavolini di cemento...come sono contento menomale che ora c e la sovraintendenza...purtroppo non c era nel Post concilio
RispondiEliminaL unico modo per fermare questi ultimi invadati sessantottini che anvora rigurgitano la loro ideologia distruttiva con rabbia perché sanno che la loro rivoluzione é fallita nessuna primavera é arrivata anzi un inverno totale...é quello di farli pagare prr i loro danni
RispondiEliminaEcclesia supplet, anche nel pagare i danni, o forse ormai, quasi solo per quello.
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